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Galaxy Note 7, Samsung spiega perché la batteria esplodeva

L’inchiesta interna del colosso sud-coreano dell’elettronica ha chiarito che il problema era legato alla qualità dei componenti: dimensioni irregolari della batteria, difetti di produzione dovuti alla forte accelerazione dei tempi di consgena – Samsung: “Abbiamo adottato diverse azioni correttive per assicurare che questo non accada più in futuro, incluse le misure di sicurezza in fase di progettazione e il piano di otto punti di verifica delle batterie

Galaxy Note 7, Samsung spiega perché la batteria esplodeva

Il colpevole, alla fine, era la batteria. A dirlo è Samsung Electronics, al termine di un’inchiesta interna sugli “smartphone esplosivi”: i Galaxy Note 7 che prendevano fuoco e che la compagnia ha dovuto ritirare dai mercati, sospendendone la produzione nello scorso ottobre.

“La nostra indagine – si legge nella nota del colosso elettronico sud-coreano -, così come le altre completate da tre organizzazioni industriali indipendenti, ha concluso che le batterie sono state all’origine degli incidenti del Note 7”, ha rilevato l’azienda sud-coreana in una nota, a chiusura dell’istruttoria.

Nel dettaglio, il problema delle batterie è legato alle loro dimensioni irregolari. Non aderendo al meglio al telefono, infatti, le batterie si surriscaldavano fino ad esplodere. Un problema non del tutto nuovo nella produzione di smartphone e tablet, vittime della corsa ad una produzione ad altissimo ritmo e a basso prezzo, ma che mai si era rivelato così grave. Il colosso elettronico sud-coreano, inoltre, aveva avuto problemi simili anche con i frigoriferi.

Il problema riguardava soprattutto la tolleranza troppo bassa del vano in cui erano collocate all’interno dello smartphone, mentre quello alle batterie di sostituzione (realizzate da Amperex Technology) riguardava difetti nella produzione, che evidentemente era stata accelerata in modo troppo rapido, a scapito del controllo qualità. Una coincidenza quasi incredibile dunque: due batterie difettose, per ragioni diverse, prodotte da due diversi fornitori. 

Samsung, che ha rinnovato le proprie scuse ai consumatori, spiega inoltre di aver adottato “diverse azioni correttive per assicurare che questo non accada più in futuro, incluse le misure di sicurezza in fase di progettazione e il piano di otto punti di verifica delle batterie”.

Il costo del richiamo di 2,5 milioni di Note 7 è stato stimato in 5,3 miliardi di euro. Nonostante questo disastro, e nonostante i problemi giudiziari che hanno colpito i vertici della compagnia negli ultimi tempi, Samsung ha registrato un utile oltre le attese nel quarto trimestre, +50% rispetto a un anno prima intorno a quota 9.200 miliardi di won (circa 7,8 miliardi di dollari).

Per saperne di più, leggere qui.

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