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Fusione nucleare, l’Europa crea una mini-stella: nuovo record di energia in 5 secondi

Un progetto finanziato da Bruxelles è riuscito a ricreare in piccolo il processo che avviene nel Sole: un passo avanti importante verso la produzione di energia illimitata e pulita

Fusione nucleare, l’Europa crea una mini-stella: nuovo record di energia in 5 secondi

Nel centro di ricerca europeo Jet (Joint European Tourous), vicino al villaggio inglese di Culham, un gruppo di scienziati ha fatto un enorme passo avanti verso la fusione nucleare a scopi commerciali. Il risultato finale è ancora lontano, ma il progresso registrato lascia ben sperare, perché la fusione è al momento l’unica prospettiva per risolvere allo stesso tempo la crisi energetica e quella climatica, ottenendo una fonte di elettricità costante, praticamente illimitata e con bassissime emissioni di CO2.

Nell’impianto dell’Oxfordshire questo obiettivo è stato centrato per cinque secondi. Gli esperti hanno usato una macchina chiamata Tokamak, al cui interno – attraverso la fusione nucleare – è stata generata una quantità record di energia pari a 59 megajou-les (equivalenti a circa 11 megawatt di potenza). Non molto, visto che basterebbero appena ad azionare 60 bollitori, ma comunque quasi il triplo rispetto ai 21,7 che erano stati prodotti in un esperimento analogo del 1997.

A ottenere questo successo è stato il consorzio EUROfusion, cofinanziato dalla Commissione Europea e composto da oltre 4.800 esperti, compresi alcuni italiani coordinati dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea).

“Abbiamo dimostrato che possiamo creare una mini stella all’interno della nostra macchina, tenerla lì per cinque secondi e ottenere prestazioni elevate, il che ci porta davvero in una nuova era”, ha spiegato Joe Milnes, capo delle operazioni di Jet.

Che differenza c’è tra fissione e fusione nucleare?

Di recente l’Europa ha classificato il nucleare come una fonte energetica “verde”. La decisione ha suscitato molte polemiche, perché Bruxelles fa riferimento alla tecnologia oggi disponibile, vale a dire la fissione nucleare, che produce energia attraverso la divisione degli atomi all’interno dei reattori. Un processo che comporta sempre dei rischi per l’ambiente e per l’uomo, perché produce scorie e può causare incidenti, come dimostrato dai disastri di Chernobyl e di Fukushima.

La fusione nucleare è invece l’esatto opposto: l’obiettivo è replicare quello che accade nel Sole e nelle altre stelle, ossia unire i nuclei di atomi leggeri, come l’idrogeno, per formare atomi più pesanti, come l’elio. In questo modo si genera un’immensa quantità di energia sotto forma di calore, senza il pericolo di gravi incidenti perché non è possibile che si inneschino processi incontrollabili.

In termini di resa, non c’è confronto rispetto alle fonti fossili: a parità di quantità, la fusione nucleare produce quattro milioni di volte più energia di carbone, petrolio e gas, i tre principali responsabili del riscaldamento globale.

Secondo Maria Chiara Carrozza, presidente del Cnr, adesso sappiamo che “è possibile ottenere elettricità da fusione, un passo cruciale verso la produzione in futuro di energia abbondante ed eco-sostenibile”.

La svolta, però, non è ancora dietro l’angolo: la comunità scientifica ritiene che l’obiettivo della fusione nucleare non si potrà raggiungere prima del 2040.

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