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Fornero a muso duro contro l’Inps: vertici da cambiare

“Se fossimo in un settore privato questo sarebbe un motivo per riconsiderare i vertici” – Così il ministro dopo la fuga di notizie che ha scatenato ieri una nuova polemica sul numero degli esodati.

Fornero a muso duro contro l’Inps: vertici da cambiare

Elsa Fornero si scatena contro l’Inps. “Se fossimo in un settore privato questo sarebbe un motivo per riconsiderare i vertici. Siamo in un settore pubblico, ci sono le leggi e c’è il parlamento e tutte queste procedure vanno rispettate”. Così il ministro del Lavoro ha risposto a chi le chiedeva se i vertici Inps dovessero dimettersi dopo la fuga di notizie che ha scatenato una nuova polemica sul numero degli esodati.

“Io dico solo che sono usciti, l’ho già detto ieri, dei documenti che sono parziali, che contengono numeri parziali e non spiegati. Questa non è mai una bella cosa – ha aggiunto Fornero -. Non ho mai voluto dire che i numeri non debbano esser dati. Dico soltanto che quelli sono parziali e non interpretati e, allora, dare dei numeri così su questioni che interessano molti italiani è davvero improprio”.

Ieri l’Ansa ha diffuso la Relazione inviata dall’Inps al ministero prima della firma del decreto che ha fissato in 65 mila la quota dei cosiddetti “salvaguardati”, i soli a cui sarà concesso di andare in pensione con i vecchi requisiti nel 2012 e nel 2013. Nel testo si legge che – secondo le norme varate con i decreti salva-Italia e Milleproroghe varati lo scorso inverno – l’esercito degli esodati conta circa 390.200 persone. Inutili poi i frettolosi tentativi di smentita da parte dell’Istituto.

Per il ministro si è trattato di “un episodio grave. Mi permetto di dire che è grave. Ribadisco interamente il comunicato che il ministro dell’Economia e il ministro del Lavoro avevano scritto in occasione del dl sui 65mila, per cui erano stati approntati i fondi”.

Fornero ha inoltre ribadito “l’intenzione seria del governo rispetto a un problema che c’è, ma la cui dimensione esatta non è contenuta in quei numeri”. Il ministro ha citato poi un esempio: “Più di 60mila di quelle persone sono già in pensione o ci andranno quest’anno. E quindi i numeri vanno dati quando sono interamente conosciuti e non mi risulta che l’Inps, a cui io chiedo da mesi di darmi dei numeri corretti e non parziali, abbia soluzioni che si possano spiegare al pubblico”.

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