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Fmi: Eurozona, la ripresa c’è ma non è solida

Dopo la contrazione dello 0,4% dell’anno scorso, l’economia dell’Eurozona torna dunque a espandersi e – si legge nelle stime contenute nel rapporto conclusivo della missione di monitoraggio del Fondo – crescerà dell’1,1% quest’anno, dell’1,5% il prossimo, dell’1,7% nel 2016, assestandosi sull’1,6% fino al 2019.

Fmi: Eurozona, la ripresa c’è ma non è solida

La ripresa dell’Eurozona “sta prendendo piede”: il Pil reale è aumentato per quattro trimestri di fila e la fiducia dei mercati finanziari è “migliorata in modo significativo”. E’quanto si legge nel rapporto conclusivo della missione di monitoraggio del Fondo monetario internazionale nell’Eurozona, in cui si precisa che nonostante questo la ripresa “non è né robusta né sufficientemente solida, dal momento che la domanda aggregata è debole e pesa sull’attività reale”.

In ogni caso “azioni politiche complementari hanno sostenuto la domanda, alimentato la fiducia degli investitori e allentato le condizioni finanziarie”. A livello nazionale i governi “hanno fatto ulteriori progressi” nel rimettere in sesto i propri conti e applicare riforme strutturali per aumentare la competitività. Dopo la contrazione dello 0,4% dell’anno scorso, l’economia dell’Eurozona torna dunque a espandersi e – si legge nelle stime contenute nel rapporto conclusivo della missione di monitoraggio – crescerà dell’1,1% quest’anno, dell’1,5% il prossimo, dell’1,7% nel 2016, assestandosi sull’1,6% fino al 2019.

Le stime sul Pil Eurozona sono leggermente limate rispetto a quelle diffuse nell’ultimo World Economic Outlook di aprile (che sarà aggiornato il prossimo 24 luglio) dove si prevedeva una crescita dell’1,2% nel 2014 (dell’1,5% nel 2015). Il tasso di disoccupazione, che nel 2013 si è attestato al 12%, scenderà quest’anno all’11,7% e all’11,4% nel 2015, abbassandosi in modo costante fino al 9,4% del 2019. Il debito pubblico salirà quest’anno dal 95,2 al 95,9% del Pil, poi scenderà al 94,9% nel 2015, quindi dopo un ulteriore ribasso negli anni successivi, si assesterà all’86,3% del Pil nel 2019. Il deficit, che si era attestato al 3% del Pil l’anno scorso, calerà quest’anno al 2,7% e al 2,1% nel 2015, quindi scenderà in modo costante fino allo 0,4% del Pil nel 2019.

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