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Fmi e Ue bocciano l’Italia, ma il Ftse Mib vede quota 20 mila

Stime sempre più al ribasso per il Pil italiano del 2019, ma la Borsa corre e gli analisti ritengono che l’indice Ftse Mib, che ieri ha sfiorato quota 20 mila, possa addirittura raggiungere i 20.400 punti base – Btp 30 da primato – Unicredit presenta il miglior bilancio del decennio ma cambia il Direttore Generale – Enel ringrazia il Sudamerica

Fmi e Ue bocciano l’Italia, ma il Ftse Mib vede quota 20 mila

Il Toro si concede una pausa dopo i forti rialzi di gennaio, innescati dal cambio di rotta della Fed che ha permesso alle Borse Usa un rialzo del 9%, lo stesso di Milano, che oggi dovrà affrontare l’ennesima, scontata, revisione al ribasso delle previsioni: le stime macroeconomiche della Ue dovrebbero ridurre a +0,2% la crescita del Pil 2019, dal +1,2% di novembre.

RISPOSTA DA GUINESS PER BTP 30. PIAZZA AFFARI A QUOTA 20 MILA

Il deterioramento dei conti non frena per ora la corsa di Piazza Affari, trascinata dalle banche, né, tantomeno, la febbre per i titoli lunghi del Tesoro. Il nuovo Btp a 30 anni è stato collocato per l’importo di 8 miliardi a fronte di oltre 40 miliardi di richieste. Il titolo è stato così prezzato a 99,594, rendimento al 3,91%.
L’euforia non ha contagiato gli altri mercati, a partire da Tokyo, la principale piazza asiatica aperta mentre continuano i festeggiamenti per il nuovo anno secondo il calendario cinese.

VOLA SOFTBANK +15% DOPO IL BUYBACK

La Borsa giapponese arretra dell’1% sotto la pressione di Toyota, -2% dopo i profitti deludenti (-81% nel trimestre), che segnalano come del resto Gm in Usa e Daimler in Europa, il momento difficile dell’auto in attesa delle decisioni Usa sui dazi sulle quattro ruote.

Il calo è solo in parte compensato dall’impennata di SoftBank (+15%) dopo l’annuncio di un robusto buy back.
Avanza invece Sidney (+1,1%) spinta dalla domanda per i minerali: dopo il crollo della diga in Brasile, sono collassate le vendite della concorrente brasiliana Vale.

RIPARTONO I CHIPS: A MILANO STM +5,1%

In lieve frenata i mercati Usa: l’attenzione è già concentrata sulla prossima missione del segretario del Tesoro Steve Mnuchin a Pechino in programma la prossima settimana. Il Dow Jones ha chiuso a -0,08%, S&P 500 -0,22%. Giù anche il Nasdaq, -0,36%.

In grande evidenza i chip: vola l’indice americano di semiconduttori SOX (+2,6%), che beneficia del buyback da 2 miliardi annunciato da Skyworks Solutions (+11,5%). Texas Instruments è stato il miglior titolo dell’indice S&P100 con un rialzo del 4,5%.

Ne ha tratto vantaggio a Milano anche Stm (+5,07%), sostenuta anche da una solida performance dello stoxx europeo di settore (+1,83%).

TRACOLLO DEI VIDEOGAMES. PETROLIO IN FLESSIONE

Le emozioni più robuste le ha riservato il tonfo dei videogames: Electronics Arts -13,3% dopo i conti, male anche Activision Blizzard (-10,1%).

Petrolio Brent in ribasso dello 0,3% a 62,5 dollari il barile. Da circa tre settimane il greggio del Mare del Nord si muove in un range molto stretto.

GLI ANALISTI VEDONO L’INDICE A 20.400 PUNTI

Terzo giorno consecutivo di ribasso per l‘euro, a 1,136 sul dollaro. Il cambio incorpora le difficoltà della congiuntura tedesca e i timori sull’andamento dell’auto.

Piazza Affari (+0,82%) ha inanellato la sesta seduta consecutiva al rialzo arrivando a lambire i 20mila punti a quota 19.996, livello che non toccava dall’ottobre 2018. Per qualche istante l’indice ha anche superato la soglia psicologica dei 20mila punti. Da inizio anno la performance del Ftse Mib migliora a +9%. La fase rialzista iniziata a Natale sembra avere, secondo gli analisti, le energie per proseguire, in modo più o meno spedito, fino a quota 20.400 punti, soglia grafica di grande importanza grafica.

Ha chiuso in calo il Dax di Francoforte (-0,4%). Il mercato azionario tedesco è stato frenato dall’inattesa discesa degli ordini all’industria registratasi in dicembre in Germania.

Parigi -0,08%; Madrid +0,1%. Londra -0,2% alla vigilia della riunione di domani della Bank of England e del vertice a Bruxlles tra Theresa May e Donald Tusk per scongiurare la hard Brexit.

IL FONDO MONTEARIO BOCCIA IL GOVERNO. OGGI TOCCA ALLA UE

Continuano a piovere brutti voti sull’Italia alle prese con la stagione gialloverde. Nel 2019 la crescita del Pil italiano non supererà lo 0,4%. Per avere una ripresa, seppure timida, bisognerà attendere la seconda parte dell’anno. Lo scrive l’Ufficio parlamentare di bilancio nella nota sulla congiuntura di febbraio 2019, che sottolinea come sulle previsioni pesino rischi al ribasso derivanti in special modo dal contesto internazionale. “La variazione del Pil è stimata allo 0,4 per cento nella media di quest’anno, mentre nel 2020 aumenterebbe allo 0,8 per cento, stima che non incorpora l’attivazione delle clausole Iva”, si legge nel documento.

Esplicito il Fondo Monetario: “L’Italia sta rallentando anche a causa delle maggiori incertezze sul piano della politica interna” si legge nel rapporto ‘Article IV’, diffuso dopo la fine della missione in Italia, chiusa il 25 gennaio. Gli analisti di Washington si riferiscono alle misure architrave della manovra di Lega e Cinque Stelle, vale a dire le modifiche della riforma pensionistica Fornero sostituita da ‘Quota 100’, bandiera del Carroccio, e il reddito di cittadinanza caro ai grillini. In sintesi, “fanno da ostacolo all’economia il rallentamento della crescita della zona euro e maggiori incertezze di politica interna”.

ILTESORO HA GIÀ RACCOLTO IL 17% DEI FONDI

Con il collocamento di ieri del Btp 30 — gestito da un consorzio composto da Banca Imi, Bnp Paribas, Credit Agricole, Deutsche Bank e Goldman Sachs — l’ammontare di carta messa sul piatto da Roma da inizio anno sale a circa 68 miliardi, il 17,2% dei 400 miliardi da collocare quest’anno.

In seduta, lo spread si è spinto fino a 268 punti base, livello comunque già visto e superato a inizio settimana. Sul secondario, il Btp a dieci anni è stato trattato a 2,83% (+3 punti base).

LE BANCHE TRASCINANO IL TORO. OGGI SHOW DI UNICREDIT

La buona impostazione del comparto bancario ha reso possibile il rally di Piazza Affari. L’indice di settore chiude a +2,93%, quasi 2 punti percentuali meglio del corrispondente stoxx europeo. Ottima performance per Unicredit (+4,36%), sostenuta dalla fiducia degli investitori nei risultati in arrivo oggi. Riflettori anche sul nuovo piano strategico 2020-23 che sarà presentato il prossimo 3 dicembre a Londra ed all’avvio della riorganizzazione del team manageriale che avrà la responsabilità del nuovo piano fino dall’inizio del processo di pianificazione.

In cima al listino anche Ubi (+3,73%) e Intesa (+2,39%). Bene Mps, che ha chiuso a +3,17%.
In serata sono arrivati anche i risultati di Banco Bpm. L’istituto ha chiuso il 2018 con una perdita netta di 59,4 milioni, dopo avere riportato nel quarto trimestre un rosso di 583,96 milioni circa, dovuto all’aumento delle coperture per la cessione di un portafoglio di sofferenze per 7,4 miliardi di euro. Dopo la gigantesca pulizia l’incidenza dei no performing loans è scesa al 10,8% . Durante la call con gli analisti, l’ad Giuseppe Castagna ha detto che la banca continuerà a ridurre il volume di stock di npl e non è interessato a valutare operazioni di M&A.

Debole Generali, che chiude a -0,6% dopo il downgrade Ubs a ‘neutral’ da ‘buy’ con prezzo obiettivo che passa da 16 a 14,5 euro.

COTTONO I RICAVI ENEL GRAZIE AL SUD AMERICA

Ribassi contenuti per le utility in attesa del cda Enel di ieri. Il colosso dell’energia ha archiviato il 2018 con ricavi per 75,6 miliardi di euro, in aumento dell’1,3% dall’anno precedente. L’Ebitda è passato da 15,7 a 16,3 miliardi di euro, un incremento del 3,8%. Salgono anche i debiti da 37,4 a 41,1 miliardi di euro. Il titolo ha staccato il 21 gennaio un anticipo sul dividendo per ogni azione pari a 0,14 euro, yield 2,6% lordo. Il consenso stima che a luglio verrà pagato un saldo di altri 0,14 euro per azione. Il dividendo su base annua riconosce un ritorno superiore al 5%.

Fuori dal listino principale galoppa Astaldi (+6,35%), che beneficia delle indiscrezioni sull’arrivo delle prime bozze dell’offerta di Salini Impregilo +1,48%.

CAIRO SFIDA STORICA A BLACKSTONE

Rcs +4,93%. Il Financial Times di stamane dedica stamane un lungo articolo alla disputa che oppone il gruppo italiano al colosso Blackstone a proposito della vendita della sede di via Solferino. Il quotidiano rileva che, se il Tribunale darà ragione ad Urbano Cairo invalidando la vendita decisa dalla passata gestione ci saranno conseguenze per tutto il business tricolore. Cairo replica che la partita è assai meno difficile di quello affrontata per prendere la maggioranza del gruppo.

In grande evidenza anche altri titoli: Technogym +3%, Molmed +3%, Gefran +3%. Giglio +5%. Tinexta (+1%) ha aggiornato il record per la terza seduta consecutiva.

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