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Fmi, allarme 2020: Pil Italia a -9,1%, peggior crisi dal 1930

Secondo il World Economic Outlook del Fmi il Pil Italiano registrerà nel 2020 un crollo senza precedenti, mentre il tasso di disoccupazione si impennerà al 12,7% – Pesantissime le ripercussioni del coronavirus su tutti i Paesi dell’Eurozona mentre l’economia globale dovrebbe contrarsi del 3%

Fmi, allarme 2020: Pil Italia a -9,1%, peggior crisi dal 1930

L’emergenza coronavirus fa piombare il pianeta nella peggiore crisi economica degli ultimi 90 anni dai tempi della Grande Depressione del 1930. Nel 2020 Il mondo intero sprofonderà in una recessione senza precedenti, mentre l’Italia sarà una delle nazioni più colpite in assoluto, con il Pil che potrebbe crollare di oltre 9 punti percentuali. Questa la drammatica previsione contenuta nel World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale, un documento che quest’anno ha un titolo emblematico: “Great Lockdown”. 

FMI: -3% PER IL PIL MONDIALE

Il prodotto interno lordo globale nel 2020 crollerà del 3%, mentre rispetto alle stime pubblicate a gennaio il calo sarà del 6,3%. La pandemia di coronavirus tra il 2020 e il 21 porterà perdite complessive pari a 9mila miliardi di dollari, una cifra superiore alle economie del Giappone e della Germania insieme. Lo afferma il capo economista del Fmi, Gita Gopinath, sottolineando che per la prima volta dalla Grande Depressione degli anni 30 del secolo scorso la recessione coinvolge tutte le economie, sia quelle avanzate che quelle in via di sviluppo. “Questa – ribadisce l’economista – è una crisi veramente globale poiché nessun paese è risparmiato” con impatti “particolarmente forti” per i paesi che dipendono “dal turismo, dai viaggi, dall’ospitalità e dall’intrattenimento”.

Per comprendere la reale portata della recessione, basti pensare che nel 2009, in piena crisi Lehman Brothers, il Pil globale scese dello 0,6%, mentre nel 2008 il ribasso fu dello 0,1%. 

Nel 2021 dovrebbe poi arrivare la ripresa, con il Fmi che prevede un Pil globale in crescita del 5,8%. Ma il condizionale è d’obbligo dato che “i rischi sulle prospettive sono al ribasso”. Perché queste previsioni si avverino la pandemia dovrà sparire già nella seconda metà del 2020. Se così non fosse il pil mondiale potrebbe calare di “un ulteriore 3% nel 2020”. Non solo, “se la pandemia continuasse nel 2021″ il pil “potrebbe calare di un ulteriore 8% rispetto al nostro scenario di base”, afferma Gopinath che poi lancia un invito ai governi: “Siamo di fronte a una forte incertezza su quanto accadrà. Le risposte politiche nazionali e internazionali devono essere forti, dispiegate rapidamente e ricalibrate con l’emergere dei dati”.

LE PROSPETTIVE PER L’ITALIA

L’Italia pagherà un prezzo altissimo. La nostra economia nel 2020 crollerà del 9,1%, mentre nel 2021 potrebbe salire del 4,8%. Rispetto a gennaio 2020, le stime sull’andamento del nostro Paese nel 2020 sono state riviste al ribasso del 9,6%, mentre quelle per il 2021 sono state alzate del 4,1%. Nell’Eurozona peggio di noi farà solo la Grecia, dove il pil potrebbe contrarsi del 10%.  In forte rialzo anche il tasso di disoccupazione italiano, che nel 2020 salirà al 12,7% dal 10% del 2019. Nel 2021 si dovrebbe invece ritornare al 10,5%.

“Le ricadute economiche riflettono shock acuti in particolari settori e per questo la politica deve attuare misure di bilancio e monetarie mirate a sostegno di famiglie e imprese. Le risposte di bilancio nei paesi colpiti sono state rapide e consistenti in diverse economie avanzate (come Australia, Francia, Germania, Italia, Giappone, Spagna, Gran Bretagna e Stati Uniti)” afferma il Fmi, che poi sembra appoggiare la linea italiana in Europa: “Un significativo sostegno europeo ai Paesi colpiti in modo particolarmente duro dall’epidemia dovrebbe integrare i loro sforzi nazionali, la qual cosa li aiuterebbe a sostenere le esigenze di finanziamento che derivano da questo choc comune molto vasto e arrivato interamente dall’estero”. E ancora: “Una forte cooperazione multilaterale è essenziale per superare gli effetti della pandemia, inclusi aiuti finanziari ai paesi che hanno limiti di azione e sono presi fra lo shock sanitario e quello di reperire risorse”. 

CROLLA ANCHE IL PIL DELL’EUROZONA

Le ripercussioni della pandemia di Covid-19 saranno pesantissime nell’intera Eurozona, per la quale si prevede un pil in ribasso del 7,5% (+4,7% nel 2021). A livello dei singoli Stati membri, Nel 2020 l’economia della Germania si contrarrà del 7%, quella della Francia del 7,2%. -8% per la Spagna. 

Fuori dalla zona euro, per il Regno Unito si stima un calo del 6,5%, mentre dall’altra parte dell’Atlantico gli Usa lasceranno sul terreno il 5,9 per cento del Pil.

Segno più per la Cina, ma la crescita rallenterà all’1,2% (+9%) nel 2021.

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