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Fiorentina nel caos: la famiglia Della Valle minaccia di lasciare e la città è in allarme

di Francesco Bonfanti – Firenze non è l’unica piazza in ansia: L’Inter teme di perdere Sneijder e forse Eto’o mentre la Roma freme per De Rossi – Il Milan sogna Fabregas – Elia difficile per la Juve – Mercoledì sera di grande calcio internazionale: Italia-Spagna, Inghilterra-Olanda e Germania-Brasile

Fiorentina nel caos: la famiglia Della Valle minaccia di lasciare e la città è in allarme

SNEIJDER: “SE ARRIVA L’OFFERTA GIUSTA, L’INTER MI LASCERA’ ANDARE”.

Si sa che quando i calciatori stranieri vanno in nazionale spesso e volentieri regalano dichiarazioni che quando sono in Italia nemmeno si sognerebbero di fare. E’ quanto capitato con Wesley Sneijder, che a una televisione del suo paese ha dichiarato: “Sto giocando per l’Inter e ci sono le probabilità che io rimanga in nerazzurro anche dopo il 31 agosto. Non escludo però che ci sono anche le possibilità che io me ne vada. La situazione non dipende da me, ma dalla società, che è stata chiara: se arriva l’offerta giusta per me, mi lasciano andare. Per questo, non escludo la possibilità di lasciare l’Inter”.
Sneijder, che ha chiaramente gettato sulla società la responsabilità di un’eventuale cessione, è in partenza, ma il derby di Manchester probabilmente non ci sarà, perché lo United si sta defilando, lasciando campo libero al City, disposto a pagare i 6 milioni di euro che l’olandese percepisce all’Inter, aggiungendo magari qualche bonus da riscuotere a fine stagione in caso di successo.
Carlitos Tevez si è fatto fotografare sul campo di allenamento del Manchester City, ma l’immagine sapeva tanto di posa studiata, qualcosa di ben lontano dal reale stato d’animo dell’argentino. Che al City non vuole più stare. Lo ha detto a più riprese, Mancini se ne è già fatto una ragione, la dirigenza sa che trattenerlo sarà praticamente impossibile. La destinazione più probabile resta sempre l’Inter, che potrebbe reinvestire i soldi guadagnati dalla cessione di Sneijder per arrivare al centravanti.
Eto’o resta alla finestra, per nulla soddisfatto della campagna acquisti dell’Inter, ma su di lui c’è sempre l’ombra dei russi dell’Anzhi. Campionato di seconda fascia, un paese lontano e poco accattivante, il rischio di essere dimenticati sul panorama del grande calcio internazionale, ma in compenso sul piatto ci sono 20 milioni di euro all’anno, un ingaggio clamoroso che farebbe vacillare chiunque. All’Inter i russi sono pronti a dare 30 milioni di euro, e forse anche a rilanciare se la prima risposta fosse negativa.  
Pandev, intanto, sta per accettare la proposta di andare in prestito al Genoa, con cui l’Inter ha chiuso un importante affare: presa la metà di Kucka, che potrebbe essere lasciato a Genova per la prossima stagione.

GALLIANI, QUANTI SOSPIRI PER FABREGAS. CASSANO ALLA FINE POTREBBE RESTARE. PALOSCHI CEDUTO AL CHIEVO

“Adriano, compraci Fabregas!!!”. “Eeehhh…!!!”. La richiesta era di uno dei tanti tifosi accorsi a Malpensa per aspettare il Milan di ritorno da Pechino, il sospiro con tanto di occhi al cielo era quello di Adriano Galliani. Un modo per dire tante cose, che può essere letto come un “magari” tanto quanto un “impossibile”. Difficile che alla fine Fabregas possa arrivare al Milan, l’ipotesi Barcellona resta sempre la più accreditata, ma se l’accordo saltasse il Milan sarebbe pronto ad approfittarne. Molto più semplice arrivare a Montolivo, l’ipotesi più probabile, un’operazione da chiudere da qui alla fine di agosto.
Capitolo Kakà: Galliani lo avrebbe chiesto in prestito a Florentino Perez nell’ormai famosa colazione di lavoro a Pechino, ma la “Casa Blanca” sa che si tratta di un’operazione economicamente disastrosa per il Real Madrid, che dopo averlo pagato 67 milioni di euro dovrebbe “regalarlo” al Milan, magari accollandosi anche metà dell’ingaggio faraonico del brasiliano (10 milioni di euro l’anno). Cassano al momento resta un giocatore rossonero, e nelle ultime ore sta prendendo corpo l’idea che possa decidere di giocarsi le sue carte a Milanello. Prandelli ha ribadito la necessità di giocare per poter essere convocati, specificando però come possano esserci delle eccezioni per quei giocatori che sapranno sfruttare i minuti che i rispettivi allenatori concederanno loro. E’ il caso di Cassano, sempre che Preziosi non voglia tentare un nuovo assalto. Chi dal Milan se ne andrà è Alberto Paloschi: l’attaccante è stato ceduto al Chievo in prestito con diritto di riscatto.

ELIA, L’AMBURGO VUOLE 15 MILIONI. PASQUATO, IPOTESI SAMP

Il primo assalto ad Elia non è andato a buon fine: per 24enne olandese l’Amburgo parte da una richiesta di 15 milioni di euro, quasi il doppio di quanto Marotta sarebbe disposto a spendere. Emissari bianconeri sono già ad Amburgo per capire quali possono essere i margini di una trattativa che potrebbe portare a Torino una valida alternativa per il delicato ruolo di esterno alto, una posizione chiave nel sistema di gioco di Conte (4-2-4), in cui i laterali devono essere impeccabili nelle due fasi, attaccanti esterni in fase offensiva, centrocampisti aggiunti in quella difensiva. La prima scelta resta comunque Vargas della Fiorentina, ma al momento Corvino ha rifiutato come contropartite prima Martinez e poi Iaquinta, preferendo Quagliarella, che però la Juve non ritiene cedibile.
Le novità per quanto riguarda il mercato in uscita vedono come protagonista Cristian Pasquato. Già accostato ad Atalanta, Cagliari e Cesena, oltre che a numerosi club di Serie B, Pasquato interessa anche alla Sampdoria, che vorrebbe mettere a segno un doppio colpo sull’asse Genova-Torino, aggiungendo Pasquato all’arrivo, sempre più probabile, di Alex Manninger.

DE ROSSI E LA SCELTA PIU’ DIFFICILE: RINNOVO O ADDIO

Daniele de Rossi si sta avvicinando al bivio più importante della sua carriera: decidere se vuole restare a Roma o se prendere altre strade, che quasi certamente porterebbero all’estero. De Rossi, non entusiasta della nuova gestione subentrata ai Sensi in casa Roma, starebbe infatti valutando l’ingaggio stagionale di 4 milioni di euro più bonus offertigli da Sabatini, contro i 7 milioni annui messi sul piatto dal solito Manchester City. Il cuore dice Roma, la voglia di portare la fascia di capitano al braccio nel dopo Totti è grande, ma è altrettanto forte il desiderio di fare un’esperienza in un altro campionato. De Rossi era molto legato ai Sensi, l’avvento di Di Benedetto (nonostante le parole del nuovo proprietario che lo ha definito il futuro della Roma) non lo entusiasma, e il fatto che il rinnovo tardi ad arrivare è un segnale da non sottovalutare. Alla scadenza del contratto mancano soltanto 10 mesi, e più passa il tempo più il futuro di De Rossi sembra lontano dalla “sua” Roma.
E come se non bastasse, non sono giornate facili nemmeno quelle di Francesco Totti, che dopo esser stato definito “troppo pigro” da Baldini, ha ricevuto lo stesso giudizio anche da Claudio Ranieri, suo ex allenatore: “A volte non si allenava con i dovuti ritmi da lunedì a sabato – ha dichiarato alla “Gazzetta del Sud” – per questo lo mandavo in panchina. Pigro? E’ un giudizio che condivido”. Poi, dopo il bastone, ecco la carota: “E’ il giocatore più grande che abbia allenato. Avesse lasciato Roma per Barcellona o Manchester, avrebbe vinto parecchi Palloni d’Oro”.

GRANDI AMICHEVOLI INTERNAZIONALI, UN MERCOLEDI DA NON PERDERE

Italia-Spagna, ma non solo. Quella di mercoledì sarà una serata da non perdere, una di quelle notti d’estate in cui i malati di calcio vorrebbero avere sotto mano tre televisori accessi contemporaneamente. Diciamo tre perché, oltre alla Nazionale di Prandelli impegnata a Bari contro i campioni del Mondo della Spagna, ci sono almeno altre due sfide da non perdere: quella tra Inghilterra e Olanda (l’ultima gara di Sneijder da giocatore dell’Inter?) e quella tra Germania e Brasile (con gli “italiani” Julio Cesar, Maicon, Lucio, Pato, Robinho e Thiago Silva).
Per quel che ci riguarda l’amichevole del San Nicola servirà a capire a che punto è il progetto di Prandelli a meno di un anno dall’Europeo. L’avversario è quanto di meglio (o di peggio, dipende dai punti vista) potessimo affrontare. La Spagna, al momento, è la nazionale più forte e completa. Mancheranno alcune stelle, ovvero Xavi (che ha lasciato il ritiro per un problema al polpaccio), Fabregas (che deve risolvere le questioni legate al suo futuro) e Sergio Ramos (infortunatosi alla spalla nell’ultima amichevole del Real Madrid), ma ci saranno i vari Iniesta, Xabi Alonso, Torres, Casillas, Piquè, Villa e Pedro, anche se molti occhi saranno puntati su Thiago Alcantara (nato in provincia di Brindisi, quando suo padre Mazinho giocava nel Lecce), l’ultima scoperta dell’immensa “Cantera” del Barcellona alla sua prima partita con la maglia delle Furie Rosse. Sarà emozionato, ma mai quanto Antonio Cassano, che a Bari è nato e cresciuto e che davanti ai suoi tifosi vuole tornare a regalare qualche magia.
Tra le altre gare internazionali Francia-Cile, Ucraina-Svezia, Irlanda-Croazia e Scozia-Danimarca.

L’INGHILTERRA CONTRO BALOTELLI: “E’ UN POPPANTE”

Che Mario Balotelli odiasse Manchester lo si era capito e del resto lui non ne ha mai fatto mistero. Che la stampa inglese non vedesse di buon occhio l’attaccante era altrettanto evidente. Balotelli e l’Inghilterra sono sempre più lontani, soprattutto dopo le ultime bordate che la stampa d’oltremanica gli ha riservato il giorno dopo la clamorosa rimonta subita dal suo City contro i rivali dello United (da 0-2 a 3-2 nella Community Shield). “Il diario di un bambino di due anni”, ha titolato il Sun, che ha poi elencato le “balotellate” di giornata, dal testa a testa con Vidic alle giocate non riuscite, fino alla sceneggiata dopo la sostituzione. “Come un poppante che butta i giocattoli fuori dal passeggino per attirare l’attenzione”, ha commentato il quotidiano inglese. Un motivo in più per ipotizzare un futuro lontano da Manchester, almeno così vorrebbe Balotelli. Che sta chiedendo a Raiola di riportarlo in Italia, magari al Milan, anche se la trattativa è tutt’altro che facile. Il City, che lo ha pagato 30 milioni di euro e gli garantisce uno stipendio di 3 milioni all’anno, non vuole svenderlo, e in Italia al momento non sembrano esserci squadre disposte a fare follie per lui.

FIRENZE NEL CAOS, I DELLA VALLE MINACCIANO DI ANDARSENE

Non è un’estate facile per la Fiorentina, per i tifosi, e per la proprietà. Già dai primi giorni di ritiro a Cortina (e poi in quello di San Pietro a Sieve) si capiva che la piazza era in fermento, con i tifosi sul piede di guerra e pronti a contestare fin dalle prime uscite. In città il clima era altrettanto teso, con gli striscioni rivolti ad Andrea e Diego della Valle, colpevoli, secondo i gruppi più caldi della Curva Fiesole, di non voler spendere per la campagna di rafforzamento. La risposta è arrivata secca e decisa: “Ho bisogno di sapere con estrema chiarezza – ha scritto Andrea della Valle in una lettera – che cosa la città, sindaco in testa, e i tifosi veri vogliono e si aspettano per il futuro della Fiorentina, capire quindi se ci sono ancora le motivazioni per cui la proprietà della Fiorentina accetti di continuare un percorso comune. Se questi presupposti non ci fossero, come abbiamo detto con chiarezza in altre occasioni, siamo pronti a farci da parte”. Come se non bastasse, la dirigenza viola si è parecchio risentita per l’incontro fuori dai cancelli di Coverciano tra il CT Prandelli e un gruppo di tifosi. Il commissario tecnico ha spiegato che lo ha fatto solo per ricevere un “Tapiro” per aver perso una gara di golf con Giancarlo Antognoni, i Della Valle hanno contestato l’opportunità di un incontro con gli ultrà fuori dalla sede ufficiale della Nazionale. Tutto fa tensione, insomma, basta poco per generare un vespaio di polemiche. I Della Valle non ci stanno, i tifosi nemmeno, soprattutto dopo le partenze di due idoli come Mutu e Frey, e con Gilardino e Vargas sempre in cima alla lista dei possibili partenti. No, quella di Firenze non è un’estate facile, e gli arrivi di Lazzari, Munari e Kharja (accordo trovato con la formula della comproprietà a un milione e mezzo di euro, manca la firma) non soddisfano una tifoseria che teme un’altra stagione di sofferenza. 

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