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Fibra, Enel sfida Telecom: via all’accordo con Metroweb

Il Cda ha approvato il progetto di fusione con Enel Open Fiber e la semestrale del gruppo che mostra segnali di svolta. La nuova società per la fibra sarà controllata alla pari con Cdp Equity. Sprint sugli investimenti che balzano a 3,7 miliardi per collegare 9,5 milioni di case nel 2021. Ebitda previsto di 300 milioni. Starace: “Acceleriamo su banda ultralarga, piano ambizioso. Bene i conti Italia e Sud America”

Fibra, Enel sfida Telecom: via all’accordo con Metroweb

E’ partita la guerra della fibra ottica e Enel si mette al centro della nuovo piano per dare all’Italia una rete a banda ultralarga al passo con quella degli altri Paesi europei. Nel giorno in cui ha presentato i conti semestrali positivi e rialzato le stime per il 2016, il gruppo guidato da Francesco Starace ha messo a segno un asset fondamentale: l’acquisto da F2i di Metroweb e l’accordo per la fusione in un’unica società con Open Fiber. Il valore dell’operazione è di 814 milioni.

La decisione è stata ufficializzata al termine del Cda che ha approvato la semestrale e dato via libera al progetto di fusione con Metroweb Italia, la società che più ha investito sulla fibra e che è controllata da Cdp (46,2%) e da F2i (53,8%). L’operazione è stata presentata da Starace nella conference call di giovedì pomeriggio sui conti semestrali. I passaggi sono complessi ma tutto sarà completato, secondo le intenzioni dei manager, tra novembre e fine anno. In ballo c’è il piano da 250 città connesse in fibra sino alle case (Ftth, Fiber to the home) e  3,7 miliardi di investimento nel periodo 2016-2012 tutti indirizzati nelle aree A e B, quelle in concorrenza. In cinque anni si conta di collegare 9,5 milioni di case, incluse 1,2 milioni già collegate da Metroweb oggi. L’operazione, e questa è una novità rilevante, sarà svincolata dalla sostituzione dei nuovi contatori perché ciò avrebbe tagliato fuori le città più importanti dove la rete di distribuzione non è di proprietà di Enel ma delle utilities locali (Acea a Roma, A2A a Milano e via discorrendo). Ma prima che possa dispiegare pienamente le sue potenzialità è prevista una complessa serie di passaggi societari.

 “Con questa operazione compiamo un ulteriore decisivo passo avanti nella realizzazione di una infrastruttura importante per il Paese. L’acquisizione di Metroweb – ha commentato Francesco Starace – consente infatti di accelerare il nostro piano per lo sviluppo della banda ultralarga, nonché di ampliare il perimetro di cablaggio per includere le più importanti città italiane e contestualmente ridurre il profilo di rischio di questa iniziativa grazie alla partnership con Cdp e, auspicabilmente, F2i”. 

IL PROCESSO DI INTEGRAZIONE

Sono infatti previsti diversi passaggi. Si parte con l’aumento di capitale di Enel open fiber (Eof) riservato a Enel e a CDP Equity (la cassaforte di Cassa Depositi che già detiene il 46,2% di Metroweb Italia) per dotare la società delle risorse necessarie ad acquistare il 100% di Metroweb. Il costo dell’operazione, valutato all’enterprise value, è di 814 milioni diviso in parti uguali fra Enel e Cdp. Di questa cifra, 714 milioni sono il costo dell’acquisizione di maggioranza mentre gli altri 100 milioni serviranno a pagare le quote di minoranza oggi detenute da Swisscom (azionista di Fastweb che ha scelto di allearsi con Telecom Italia) e Aster (Comune di Genova), rispettivamente in Metroweb Milano e Metroweb Genova. Tutte le controllate saranno poi fuse per incorporazione nella capogruppo.

F2i, dopo aver venduto la sua quota, potrà però scegliere di rientrare nell’operazione: l’opzione potrà essere esercitata fino al 15 ottobre e interesserà il 30% del capitale. F2i ha dunque un po’ di tempo per decidere ma è ragionevole aspettarsi che rimanga: per questa ragione Enel e Cdp hanno già previsto la costituzione di una holding di controllo fifty-fifty che sarà proprietaria al 70% della nuova società nata dalla fusione che non ha ancora un nome ma può essere convenzionalmente denominata Nuova Eof.

A questo punto sarà conclusa la prima parte dell’operazione. La tempistica prevede entro il 15 settembre la definizione del contratto per gli investimenti, poi tutti i passaggi societari, poi il riassetto interno a Metroweb che incorporerà tutte le sue partecipate, infine la fusione Eof-Metroweb entro novembre. Da fine anno parte la fase di sviluppo vera e propria.

GOVERNANCE

L’accordo prevede che per i primi 5 anni sia Enel a indicare l’amministratore delegato e Cdp Equity il presidente non operativo. Passato questo periodo si invertono le parti e a Cdp spetterà l’indicazione dell’Ad. Scontata la guida di Tommaso Pompei, attualmente a Eof e artefice di tutta l’operazione.

RETE IN RAME ADDIO

L’accordo raggiunto da Enel, Cdp e Metroweb segna un punto di non ritorno. Intanto perché la Nuova Eof parte da 1,2 milioni di case già collegate mentre il concorrente Telecom-Fastweb è ancora ai primi passi. Ma soprattutto perché i tempi di realizzazione del progetto sono accelerati: il piano di investimenti è stato infatti aumentato dai 2,5 miliardi iniziali ai 3,7 attuali e punterà dritto sulle città più appetibili commercialmente – il numero oscilla tra 40 e 50 grandi città inclusa Roma – dove, dunque, saranno realizzate più reti in concorrenza fra loro. Eof ha già iniziato a posare la fibra in 4 città: Perugia è più avanti, seguono Catania, Bari e Venezia ma alle prime 10 città vanno aggiunte ora Milano, Torino e Genova dove Metroweb è forte e già presente.

L’aspetto importante dell’operazione è che la Nuova Eof utilizzerà la rete di distribuzione per posare la fibra a costi ridotti – conta di poter offrire agli operatori collegamenti al costo medio di 303 euro – e ha già pubblicato il regolamento per consentire a tutti gli operatori di utilizzare la nuova fibra disponibile alle stesse condizioni di Eof. Sarà dunque una rete aperta a tutti e verrà a a cadere la necessità, oggi esistente, di collegarsi per l’ultimo miglio ai “cabinet” di Telecom. Il che segna l’addio alla rete in rame. La stima di Ebitda al 2021 è di 300 milioni. Accordi sono già firmati con Vodafone e Wind, contatti con Sky, Mediaset e Rai.  Ma soprattutto sono in corso contatti con Xavier Niel di Iliad: I 300 milioni di Ebitda di Enel Open Fiber stimati nel piano al 2021, ha precisato Francesco Starace in conference call, “sono sulla base di un piano che guarda soltanto ai clienti portati da accordi commerciali conclusi, come Vodafone e Wind, e non tiene in conto di Iliad e degli altri nuovi player che stanno entrando in Italia e con i quali abbiamo discussioni al momento”. 

INVESTIMENTI E DEBITI

Il programma di investimenti concordato con Cdp prevede che il 30% sia finanziato in ulteriore equity con un costo aggiuntivo vicino a 600 milioni mentre il 70% dovrebbe essere a debito che sarà coperto anche con i ricavi che nel frattempo arriveranno. Essendo la nuova Eof controllata al 50%, però, il debito non sarà consolidato e quindi non caricherà ulteriormente i conti di Enel.

SEMESTRALE POSITIVA E STIME IN RIALZO

Enel ha presentato una delle semestrali più attese della giornata. Sei mesi positivi per il colosso energetico italiano che migliora sia l’utile ordinario (+8,6%) che l’ebitda (+1,2%). La società ha inoltre alzato i target per il 2016. Starace è soddisfatto del fatto che “i mercati di Italia e America Latina stanno mostrando progressi particolarmente soddisfacenti” mentre continua il piano di dismissioni che rende la società più leggera e meglio distribuita. Dopo il via libera di ieri da parte della UE ad Enel per la vendita di Slovenske Elektrarne, Starace può comunque annunciare di aver finalizzato “4 miliardi di cessioni, ovvero il 70% dell’obiettivo a cinque anni”.

Il primo semestre si è chiuso con ricavi in ribasso del 9,3% a 34,15 miliardi attribuiti ai minori ricavi derivanti da vendite di energia elettrica nei mercati maturi, delle minori attività di trading, dell’effetto cambi negativo e della minor incidenza delle partite straordinarie. Unico elemento straordinario, la plusvalenza realizzata dalla cessione di Hydro Dolomiti Enel pari a 124 milioni (rideterminata nel secondo trimestre 2016 a seguito della definizione del conguaglio prezzo).

L’indebitamento finanziario netto sale dai 37,545 miliardi di fine 2015 a 38,13 miliardi (+1,6%) per effetto dei maggiori investimenti del periodo e per il pagamento dei dividendi.

Alla luce di questi risultati, il gruppo elettrico ha anche rivisto al rialzo i target 2016: l’EBITDA ordinario atteso a 15 miliardi dai 14,7 miliardi precedenti, l’utile netto ordinario a 3,2 miliardi da 3,1 miliardi, il flusso di cassa operativo/indebitamento finanziario netto da circa 23% a circa 25%.

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