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Fca sotto inchiesta in Usa per emissioni diesel

Il Dipartimento della giustizia americano, raccogliendo i dubbi dell’Agenzia per l’ambiente, apre una causa civile contro Fca accusandola di aver falsato i test sulle emissioni di gas da motori diesel – Fca: “Siamo contrariati e ci difenderemo” – Il rischio di una multa salata

È ufficiale: gli Usa hanno fatto causa a Fca per violazione delle leggi sulle emissioni. Come si legge in un comunicato, il dipartimento di Giustizia – per conto dell’Agenzia per la protezione ambientale (Epa) – ha depositato una denuncia in un tribunale federale di Detroit (Michigan) contro la divisione americana del gruppo guidato da Sergio Marchionne.

La tesi è che quasi 104.000 veicoli con motori diesel a tre litri siano stati “attrezzati con un software della cui esistenza i regolatori non furono avvertiti durante l’iter delle certificazioni e che quei veicoli contengono il defeat device”, il software incriminato che la tedesca Volkswagen ha volutamente usato su 11 milioni di vetture nel mondo facendo esplodere uno scandalo costato oltre 20 miliardi di dollari.

La Giustizia Usa sostiene che così facendo i sistemi di controllo delle emissioni dei veicoli Fca hanno potuto funzionare “diversamente, e meno efficacemente, durante certe condizioni di guida normali rispetto ai test federali sulle emissioni, risultando in un aumento delle emissioni di agenti inquinanti nocivi”.

Nel peggiore dei casi, la multa potrebbe arrivare a 4,63 miliardi di dollari. Il comunicato spiega che la legge chiamata “Clean Air Act” richiede che i produttori di auto ottengano la certificazione di conformità prima di commercializzare un veicolo, dimostrando all’Epa che quel veicolo rispetterà gli standard in vigore sulle emissioni.

I produttori di auto “devono informare nelle domande di certificazione su tutti i dispositivi di controllo delle emissioni, giustificare la loro esistenza e spiegare perché quelli che riducono l’efficacia dei controlli sulle emissioni non sono defeat device”. Perché le vetture fornite con quel software “non possono essere certificate”.

Per il dipartimento di Giustizia, su quasi 104.000 tra Ram 1500 e Jeep Grand Cherokee, Fca ha montato “almeno” otto funzioni software che “non sono state comunicate nella domanda di certificazione di conformità”. Di conseguenza le auto in questione rispettano gli standard sulle emissioni in laboratorio e durante test standard dell’Epa, continua la nota, ma durante certe condizioni di guida su strada emettono ossidi di azoto che sono molto più alti dei livelli consentiti dall’Epa.

Ecco perché il governo Usa crede che le auto in questione funzionino diversamente da quando descritto all’Epa, risultando “non certificate e in violazione del Clean Air Act”. Si tratta di quanto sostenuto dalle stesse autorità il 12 gennaio scorso, quando il gruppo ricevette una notifica in tal senso. Diversamente da allora, le autorità sostengono che i veicoli contengono il cosiddetto defeat device, cosa che Marchionne ha sempre negato rifiutando di accettare ogni paragone con Volkswagen.

L’Epa e il California Air Resources Board, l’autorità californiana per l’aria pulita, “continuano le loro discussioni con Fca per rendere a norma di legge le auto in questione”. La natura e la tempistica di qualsiasi risoluzione è “incerta”, conclude la nota.

Da parte sua, Fiat Chrysler Automobiles si dice “contrariata” dal fatto che il dipartimento di Giustizia americano abbia deciso di avviare un’azione legale contro l’azienda. Come aveva già anticipato il 17 maggio scorso sulla scia di indiscrezioni di stampa su una imminente causa, il gruppo “intende difendersi con forza, in particolare contro eventuali accuse che la Società abbia deliberatamente tramato per installare impianti di manipolazione per aggirare i test sulle emissioni negli Stati Uniti”.

In una nota, Fca Us – divisione americana di Fca – spiega che è stata al lavoro “per vari mesi” con l’Agenzia per la protezione ambientale e con il California Air Resources Board, l’autorità californiana preposta a garantire “aria pulita” nel suo Stato di riferimento. Durante quei mesi, ha spiegato Fca Us, ha condotto test “approfonditi” dei veicoli, “per chiarire questioni concernenti la tecnologia di controllo delle emissioni utilizzata” dalla società nei modelli 2014-2016 dei veicoli Jeep Grand Cherokee e Ram 1500 con motori diesel.

Nonostante l’avvio della causa, ha aggiunto il gruppo, Fca Us – la divisione americana di Fca – “continuerà a collaborare con l’EPA e il CARB per risolvere le preoccupazioni delle agenzie in modo rapido e amichevole“.

Come comunicato da Fca Us la settimana scorsa, continua la nota, “l’azienda ha sviluppato software di controllo delle emissioni aggiornati che ritiene risolvano le preoccupazioni dell’Epa e del Carb” e ha “formalmente” depositato presso le autorità competenti la richiesta di certificazione delle emissioni diesel per i modelli 2017 del Jeep Grand Cherokee e Ram 1500.

“Previa approvazione da parte dell’Epa e del Carb”, Fca Us intende installare i suddetti software di controllo delle emissioni aggiornati anche sui modelli del 2014-2016 dei veicoli Jeep Grand Cherokee e Ram 1500 finiti nel mirino delle autorità. “Fca Us ritiene che le preoccupazioni delle due agenzie concernenti le calibrazioni dei suddetti veicoli sarebbero così risolte”. La divisione americana di Fca “prevede che tali calibrazioni del software aggiornate miglioreranno le prestazioni” dei suddetti veicoli in termini di emissioni senza alcun impatto sulle prestazioni e consumi.

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