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Fca, le nozze con Peugeot regalano un superdividendo del 35% e la Borsa fa festa

Secondo boom di Fca in Borsa dopo l’annuncio del matrimonio con i francesi che invece perdono colpi – L’industria cinese riprende a correre – Il petrolio cade

Fca, le nozze con Peugeot regalano un superdividendo del 35% e la Borsa fa festa

Continua a volare Fca, perde colpi Peugeot. Dopo la conferma ufficiale delle trattative esclusive per dare vita al quarto gruppo mondiale dell’auto grazie “ad una piena aggregazione dei rispettivi business tramite una fusione paritetica 50 e 50” Fca ha messo a segno un rialzo dell’8,22%, per niente frenata dalle perdite emerse con l’operazione pulizia sull’Alfa Romeo e Maserati. Peugeot invece è arretrata del 12,6%. La reazione si spiega in più modi.

UN PREMIO DEL 35% PER I SOCI DEL LINGOTTO 

– Prima del perfezionamento dell’operazione, FCA distribuirà ai propri azionisti un dividendo speciale di 5,5 miliardi di euro, nonché la partecipazione in Comau. I  soci di FCA, a partire da Exor, ricevono così un premio di circa il 35% sui prezzi di chiusura della vigilia. 

– Il valore di mercato di Peugeot martedì, prima che trapelasse la notizia sugli ultimi colloqui, era poco superiore a 22 miliardi di euro. Sottraendo la quota del 46% che detiene nel produttore di componenti Faurecia, che Peugeot sta distribuendo agli azionisti, la società contribuirà con un capitale di circa 20 miliardi di euro. 

. Il valore di Fca è inferiore: 18 miliardi circa cui vanno però sottratti i 5,5 miliardi da versare ai soci. In somma, pur di sbarcare negli Usa con un marchio forte come Jeep (i dati di bilancio hanno confermato il successo del Suv specie sul mercato americano ove il gruppo chiude il trimestre con un ebitda superiore ai 2 miliardi), Peugeot ha accettato di pagare un forte sovrapprezzo.  Onore a John Elkann sul piano finanziario. Per quanto riguarda l’occupazione e le prospettive industriali per l’Italia, occorrerà attendere. 

DAZI: PECHINO FRENA, TRUMP ORA HA FRETTA 

Il caso Fca/Renault ha illuminato anche ieri i listini, poco mossi dopo lo scontato calo dei tassi Usa. La notizia più importante è arrivata però stamane dalla Cina: L’indice PMI sulle aspettative dei direttori degli acquisti delle aziende manifatturiere cinesi, elaborato da Caixin, esso è salito per il terzo mese consecutivo, sui massimi degli ultimi due anni e mezzo, a  51,7 da 51,4 di settembre.  Il dato è  sorprendente, in quanto ieri, una analoga rilevazione, condotta dall’ufficio centrale della statistica di Pechino, aveva dato un esito opposto. 

L’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e  Shenzen guadagna l’1,3% e l’Hang Seng di Hong Kong lo 0,5%.    

IL SUPERYEN METTE IN CRISI TOKYO  

Scende la Borsa del Giappone. Il meeting della banca centrale si è chiuso con un nulla di fatto ma con l’indicazione che, la Boj è pronta ad intervenire di nuovo sul costo del denaro già ampiamente sotto lo zero. 

Lo yen su dollaro, a 108. Lunedì i mercati finanziari del Giappone sono chiusi per festività. 

Si è  rafforzato stanotte anche lo yuan, a  7,04 su dollaro. A Pechino, secondo le ultime notizie, c’è pochissima voglia di andare avanti nel negoziato con gli Stati Uniti, in questo momento prevale la volontà di firmare solo il contratto parziale in corso di redazione. Non ci sarebbe alcuna intenzione di ripartire, al termine di questa intesa parziale, con una trattativa sui temi più importanti, quelli riguardanti le tecnologie più avanzate, la telefonia 5G ed il resto. 

L’OMBRA DELL’IMPEACHMENT SU WALL STREET  

Donald Trump, però, ostenta ottimismo, anche per contrastare gli effetti della politica interna.  Per la terza volta nella storia degli Stati Uniti un presidente dovrà affrontare la procedura di impeachment. Ma non era mai successo che il Congresso si dividesse in maniera così netta: tutti i democratici (salvo due) contro il presidente, tutti i repubblicani a far muro contro l’incriminazione. L’inasprirsi dello scontro fa intendere che la politica avrà un ruolo sempre più determinante nella dinamica dei mercati finanziari a mano a mano che si avvicineranno le elezioni Usa. Di qui la necessità di sostenere il rally dei mercati, prezioso per la sua rielezione, con l’accordo sui dazi. “Siamo a buon punto – ha twittato – siamo d’accordo sul 60% dei problemi”.  Ma per rispettare la data del 16 novembre, già fissata per il vertice dei due Grandi, sarà necessario scegliere un’altra città: Santiago del Cile, sconvolta dalle proteste, ha dato forfait.  

I MERCATI ARCHIVIANO UN OTTOBRE RECORD 

Ma i mercati non badano più di tanto alle turbolenze che investono le città-chiave della finanza globale: L’Indice MSCI Acwi (acronimo di All Country World Index)  ha chiuso il mese di ottobre sui massimi dal febbraio 2018 con un guadagno parziale che sfiora il +3%.  Da inizio anno guadagna il 17,5% in dollari Usa, performance ha chiuso che migliora a +21% tenendo conto dell’effetto cambio Euro/Dollaro. 

LE BORSE USA FESTAGGIANO CON IL KETCHUP  

  • I dubbi di Pechino sull’accordo commerciale hanno offerto a Wall Street l’occasione per rifiatare dopo la pioggia di record ed il taglio dei tassi: Dow Jones -0,52%, S&P 500 -0,30%, Nasdaq -0,14%. 
  • Apple +2.26% ha confermato i progressi già emersi nel dopo Borsa di mercoledì. 
  • Stesso copione per Facebook + 1,81% sostenuta dalla crescita dei profitti , pubblicitari. 
  • Ha preso il volo Kraft Heinz +13,44%. Il colosso del ketchup ha annunciato che, grazie alla crescita dei profitti, aumenterà in maniera esponenziale gli investimenti in marketing. 

IL BRENT SCIVOLA SOTTO I 60 DOLLARI, TENARIS FINISCE KO 

  • Alla vigilia dell’annuncio dell’offerta in Borsa dei titoli Aramco, deludono i conti Shell -3,5% sotto la pressione al ribasso dei prezzi del petrolio. Il Brent è sceso sotto i 60 dollari e scambia a 59,38 dollari al barile, -1,43%.  
  • In Piazza Affari arretra Tenaris -3,29%, dopo i numeri del trimestre: Ebitda in calo del 18% anno su anno, leggermente sotto le attese del consensus. Ricavi in ribasso del 7% a 1,76 miliardi di dollari. Gli ultimi tre mesi del 2019 non saranno tanto diversi dal terzo trimestre, ci dovrebbe essere un miglioramento nel 2020. Male anche Saipem -1,26% e Eni -0,93%. 

PIAZZA AFFARI LEADER GRAZIE AL LINGOTTO 

Grazie all’effetto Fca Milano +0,21% ha chiuso l’ultima seduta di ottobre in testa ai listini europei a quota 22.639 punti. A Parigi, al contrario, la frana di Peugeot, ha provocato la discesa dell’indice dello 0,62%. 

Deboli gli altri mercati: Francoforte perde lo 0,34%; Madrid -0,36%. In rosso anche Londra – 1,12% in quello che, secondo le intenzioni di Boris Johnson, avrebbe dovuto essere il giorno della Brexit. “Questo parlamento non approverà mai la Brexit, ci sono troppe persone sostanzialmente contrarie, che vogliono ostacolarla”, ha detto. “Abbiamo un accordo pronto, mettiamolo in atto subito dopo le elezioni di venerdì 12 dicembre e facciamola finita”. 

LAGARDE CONFERMA LA SQUADRA DI DRAGHI 

Da oggi, venerdì 1° novembre, Christine Lagarde è alla guida della Banca Centrale Europea.  La neo presidente ha deciso di confermare i principali consulenti incaricati da Mario Draghi, compreso il suo consigliere privato, il tedesco Roland Straub. 

I rendimenti dei governativi europei hanno chiuso in forte calo dopo le decisioni della Fed. In chiusura In lo spread si è attestato a 134 punti base da 135. 

Il tasso del decennale è a 0,93%, dopo aver chiuso a 1% la seduta precedente.

Pioggia di offerte al Tesoro degli operatori per la riapertura dell’ultima asta. Sono stati richiesti 2,204 miliardi del titolo a 5 anni contro 375 milioni offerti, 2,521 miliardi del decennale (contro 450 milioni offerto) e 211,8 milioni contro 112,5 milioni messi a disposizione per il CctEu aprile 2025. 

CORRONO ANCHE LE UTILITY: A2A +2,7% 

Sul listino di Piazza Affari, oltre ai titoli della scuderia Agnelli, Exor +5,69% ha brillato A2A +2,71% : Banca Akros  ha alzato il rating da neutral a buy e il target price a 2 euro da 1,7 euro. Il calo dei tassi ha ravvivato l’interesse anche per le altre utility: Enel +0,7% e Hera si portano su massimi pluriennali. Iren +0,8%. 

 Atlantia +0,8% come Sias. Le concessionarie autostradali italiane denunciano il rischio di blocco degli investimenti e possibili contenziosi per l’introduzione di una norma che limiterebbe all’1% annuo l’ammortamento fiscale dei loro investimenti. 

Segna il passo il settore bancario: Intesa -0,11%, Unicredit -1,1%. Bper banca +0,45%. Banca Ifis +4% recupera dopo lo scivolone della vigilia. 

CONTI RECORD PER BANCA GENERALI 

Nel gestito positiva Banca Generali +0,5% che ha presentato i conti portandosi sui livelli più alti dal febbraio 2018. L’utile netto è  aumentato del 46,1% a 63,2 milioni. Al risultato ha contribuito la crescita del margine di intermediazione (135,7 milioni, +25,1%). Frena invece Azimut -1,8%.  

Corregge anche Amplifon -2,9% dopo il rialzo della vigilia sui risultati, che hanno portato Kepler Cheuvreux a rivedere al rialzo il target price a 22 da 20,6 euro. 

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