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Fashion e Digital Product Passport, la nuova frontiera della blockchain

Dal 2026 scatteranno nuove normative per la moda e i prodotti di consumo: ecco di cosa si tratta

Fashion e Digital Product Passport, la nuova frontiera della blockchain

Le nuove normative della Commissione Europea richiederanno che la moda e altri beni di consumo siano dotati di passaporti digitali unici per i prodotti già a partire dal 2026.

Allo scorso AI Voice 2023, evento dedicato al settore moda nato per discutere del futuro e dell’innovazione del settore, si è parlato positivamente degli impatti positivi di misure più restrittive regolamentazione della catena di fornitura e passaporti dei prodotti digitali (DPP). Tra le società di applicazione tecnologica, sicuramente spicca Arianee società francese che crea DPP come token non fungibili (NFT) supportati dalla tecnologia blockchain, che possono essere visualizzati su smartphone o browser web, creando un collegamento digitale tra oggetto e utente. Arianee è presente nel settore moda e lavora con oltre 40 marchi, come Richemont, Moncler, Mugler e YSL Beauty e ha distribuito ad oggi più di 1,6 milioni di passaporti di prodotti digitali. Non si tratta di intelligenza artificiale ma di un sistema con applicazione in Web3. I DPP consentono più facilmente ai clienti di autenticare prodotti, trasferire la proprietà e accedere a servizi come la rivendita e la riparazione. Di conseguenza, il passaporto digitale può sbloccare nuovi mezzi di reddito per i marchi, consentendo loro di esplorare i dati degli utenti in modo sicuro ed efficace. Ciò può consentire costi di acquisizione del cliente inferiori e un maggiore coinvolgimento del cliente.

La Commissione Europea ha annunciato nuove normative che richiederanno che la moda e altri beni di consumo siano dotati di DPP unici già nel 2026/27

Capire come sfruttare le opportunità rese disponibili dai DPP sarà fondamentale per il business, quando i passaporti dei prodotti diventeranno un requisito legale per i prodotti di moda.

In italia si sta affermando una giovane realtà, Bcode (spin-off del politecnico di Milano) che con il progetto DPP conferma che una volta associato a ESPR (Ecodesign for Sustainable Products Regulation) il nuovo “Passaporto Digitale dei Prodotti” potrà essere un indispensabile strumento per avere informazioni sulla sostenibilità ambientale dei prodotti. Queste informazioni saranno facilmente accessibili scansionando un QR supporto dati e includeranno attributi come la durabilità e la riparabilità, il contenuto riciclato o la disponibilità di pezzi di ricambio di un prodotto. Il QR code potrà aiutare i consumatori e le imprese a fare scelte informate al momento dell’acquisto di prodotti, facilitare le riparazioni e il riciclaggio e migliorare la trasparenza sugli impatti del ciclo di vita dei prodotti sull’ambiente.

Insomma ci stiamo avvicinando ad un mondo veramente più sostenibile?

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