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Farmaceutico, l’Italia supera la Germania. Export fa da traino

L’Italia è risultata il primo produttore farmaceutico in Europa, spodestando la Germania. Il settore è cresciuto soprattutto grazie alle esportazioni, salite del 107% in dieci anni. Occupazione giovanile +10% dal 2014 al 2016

Farmaceutico, l’Italia supera la Germania. Export fa da traino

L’Italia strappa il primato di principale produttore farmaceutico alla Germania, vantando una produzione di 31,2 miliardi di euro a fronte dei 30 del paese oltralpe. Il più grande contributo a questo risultato viene dall’export italiano che sfiora i 25 miliardi.

Dei dati si è parlato a Roma nel corso dell’Assemblea pubblica di Farmindustria, l’associazione delle industrie farmaceutiche che compie quest’anno 40 anni. Sul livello delle esportazioni il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, ha detto: “Siamo i primi in Europa per produzione farmaceutica, grazie al vero e proprio traino dell’export. Un successo made in Italy che dimostra la qualità del nostro sistema Paese. E che ha ricadute importanti: maggiore occupazione, soprattutto per i giovani; più investimenti che creano valore sul territorio; sinergie con l’indotto e le Università; sviluppo degli studi clinici che fanno crescere la qualità delle cure e portano al Servizio Sanitario Nazionale importanti risorse”.

Infatti, tra i maggiori esportatori dell’Unione europea l’Italia ha registrato il più elevato incremento percentuale nell’export farmaceutico rispetto ai big del settore : 107% contro 74%. Inoltre, nella classifica nazionale per export dei poli tecnologici di tutti i settori, i primi due sono farmaceutici – Lazio e Lombardia – e Toscana e Campania sono rispettivamente al quarto e al settimo posto. La farmaceutica rappresenta il 55% dell’export hi-tech del Paese.

Il farmaceutico fa bene anche al fronte occupazionale: gli addetti nel 2017 ammontavano a 65.400, di cui il 93% a tempo indeterminato e ben 1.000 in più rispetto all’anno precedente. Le assunzioni negli ultimi tre anni hanno visto l’ingresso di 6.000 nuovi lavoratori ogni anno. Attenzione massima del settore all’occupazione giovanile per cui, secondo i dati Inps, dal 2014 al 2016 gli under 35 assunti sono cresciuti del +10%, ben oltre la media dunque se si calcola che la media generale si attestava al 3%.

Inoltre, a proposito di giovani, l’associazione delle imprese del farmaco coordina un progetto pilota di Alternanza Scuola-Lavoro, avviato dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca. Il progetto ha l’obiettivo di far entrare in contatto con le imprese studenti che frequentano gli ultimi anni del liceo.

Quote rosa rispettate nel settore farmaceutico dove le donne occupate – e che spesso ricoprono ruoli dirigenziali – sono il 42% del totale, ben al di sopra della media del totale dell’industria; il 40% di queste sono dirigenti e quadri e il 52% sono ricercatrici.

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