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Export, Veneto e Trentino Alto-Adige fanno meglio di Francia e Germania

MONITOR INTESA SANPAOLO – Risale l’export dei distretti triveneti nel I trimestre 2013: spiccano per performance i 5 distretti veneti con crescita a doppia cifra: la termomeccanica scaligera, che viene da un 2012 stagnante, gli elettrodomestici di Treviso, i vini del veronese, il vino prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, il mobile d’arte del bassanese.

Export, Veneto e Trentino Alto-Adige fanno meglio di Francia e Germania

E’ stato pubblicato a cura del Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo per conto di Cassa di Risparmio del Veneto, Carive, CariFvg e Btb il Monitor dei distretti industriali del Triveneto aggiornato a marzo 2013. Lo studio monitora l’andamento dei distretti presenti in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. Nel primo trimestre del 2013 l’export dei distretti triveneti è tornato a crescere, registrando un aumento tendenziale del 2,1%, in linea con la media nazionale. Ancora una volta, hanno sofferto le esportazioni del Friuli Venezia Giulia che da 6 trimestri consecutivi accusano un calo (-4,2%). Migliore è stato l’andamento dei distretti veneti e del Trentino Alto Adige che nei primi tre mesi dell’anno hanno registrato un aumento tendenziale rispettivamente pari al 3,3% e all’8%. I buoni risultati dei distretti del Veneto e del Trentino Alto Adige acquistano ancora più valore se si considera che, sempre nel primo trimestre del 2013, l’export del complesso dell’industria manifatturiera italiana ha subito una riduzione dello 0,8% (-1,1% il manifatturiero triveneto).

Francia e Germania hanno fatto addirittura peggio, accusando un calo tendenziale dell’export di beni manufatti pari rispettivamente al -2,2% e al -3,8%. Emergono dunque nuove conferme della competitività e vitalità dei distretti del Triveneto. Una possibile spiegazione al miglior andamento recente dei distretti industriali italiani e triveneti rispetto all’intera industria manifatturiera può essere cercato nel miglior posizionamento competitivo delle imprese distrettuali, che sono più attive sul fronte dell’innovazione, dell’internazionalizzazione e del marketing. In particolare, sono andati particolarmente bene i distretti che sono stati in grado di sfruttare al meglio le occasioni di crescita presenti sui nuovi mercati, dove l’export distrettuale complessivo del Triveneto nei primi tre mesi del 2013 ha registrato un aumento tendenziale del 5,4%. Al contrario, per il quarto trimestre consecutivo, le vendite rivolte ai mercati maturi sono rimaste per lo più ferme sui livelli del corrispondente periodo dell’anno precedente. I distretti del Veneto I nuovi mercati e, in particolare, la Russia e gli Emirati Arabi Uniti hanno spinto l’export dei distretti veneti che nel primo trimestre hanno messo a segno una crescita del 3,3%. Hanno continuato a correre anche le vendite verso gli Stati Uniti (+14,4% nel primo trimestre 2013, dopo il +12,5% del 2012) che si sono confermati il principale motore della crescita dei distretti veneti.

Difficoltà sono invece state incontrate in Europa, dove i distretti veneti hanno accusato cali delle vendite anche in Germania (-2%) e Francia (-1,8%). Dei 23 distretti veneti monitorati 16 hanno chiuso i primi tre mesi dell’anno in territorio positivo. Spiccano per performance positiva 5 distretti che hanno sperimentato una crescita a doppia cifra: sono la termomeccanica scaligera, che viene da un 2012 stagnante, gli elettrodomestici di Treviso, i vini del veronese, il vino prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, il mobile d’arte del bassanese.

Buon ritmo di crescita anche per altri importanti distretti veneti, come la concia di Arzignano e l’oreficeria di Vicenza, e per distretti di minori dimensioni come le carni di Verona, i mobili in stile di Bovolone e la ceramica artistica di Bassano del Grappa. In lieve crescita poi il tessile e abbigliamento di Schio-Thiene-Valdagno, le calzature della Riviera del Brenta e il marmo e granito di Valpolicella. Più in difficoltà alcune importanti realtà distrettuali della regione, come la calzatura sportiva di Montebelluna e il tessile e abbigliamento di Treviso, che, insieme alla calzatura veronese, venivano da un 2012 già negativo. Tra i distretti maggiori segnali di debolezza sono emersi anche per la meccanica strumentale di Vicenza che, dopo un 2012 stagnante, ha chiuso il primo trimestre in territorio negativo.

I distretti del Trentino Alto Adige Nel primo trimestre del 2013 i distretti del Trentino Alto Adige hanno mantenuto un buon ritmo di crescita, riportando un aumento tendenziale dell’export pari all’8% e facendo di gran lunga meglio della media italiana (ferma al +2,2%). La regione è stata premiata dalla sua vocazione agroalimentare, nonché dalla relativa tenuta dei suoi due distretti del sistema casa, il legno-arredo dell’Alto Adige (+3,8% la variazione tendenziale) e il porfido di Val di Cembra (+1,5%).

Tra i distretti della regione si è distinto in modo particolare quello delle mele dell’Alto Adige che nel primo trimestre del 2013 ha sperimentato un aumento del 10,5% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente, grazie agli ottimi risultati conseguiti nei suoi due maggiori sbocchi commerciali, la Germania e la Spagna, nonché in Libia e Svezia. Molto bene anche i vini rossi e le bollicine di Trento (+8,9% tendenziale spinti dagli Stati Uniti) e le mele del Trentino (+13,2%) che hanno registrato un balzo in Germania, Spagna e Algeria.

I distretti del Friuli Venezia Giulia Maggiori criticità sono presenti nei distretti del Friuli Venezia Giulia. Il primo trimestre del 2013 si è aperto con un nuovo calo (il sesto consecutivo) per le esportazioni dei distretti del Friuli Venezia Giulia (-4,2%). I buoni risultati conseguiti negli Stati Uniti e in alcuni mercati emergenti, come gli Emirati Arabi Uniti, il Vietnam, la Turchia e l’India non sono stati sufficienti a compensare gli arretramenti subiti in Cina, Germania, Francia e Brasile.

Hanno continuato a soffrire riduzioni delle vendite sui mercati esteri i tre distretti già in difficoltà lo scorso anno: le sedie e i tavoli di Manzano, la componentistica e la termoelettromeccanica friulana e il mobile di Pordenone. A questi si sono aggiunti i vini del Friuli. Gli altri tre distretti sono andati meglio, riuscendo a ottenere buone performance sui mercati europei e, in particolare, in Germania: il prosciutto di San Daniele ha confermato i livelli dell’anno precedente, mentre gli elettrodomestici di Pordenone e i coltelli e forbici di Maniago hanno registrato un aumento dei valori esportati pari rispettivamente al 24% e al 7,7%.

Nuova accelerazione delle ore autorizzate di CIG

La lettura della situazione congiunturale può essere completata analizzando i dati sugli ammortizzatori sociali che tengono conto anche delle difficoltà incontrate sul mercato interno. Come atteso, emerge un quadro negativo, con le ore autorizzate di CIG che si sono portate a 16,7 milioni, da 11,6 milioni dell’anno precedente, ritornando vicine al massimo storico toccato nel 2010. Tutte le componenti della cassa hanno registrato un aumento. Spicca, in particolare, il dato della CIG straordinaria (+37,2% la variazione tendenziale), attivata per situazioni di crisi strutturale delle imprese, che ha raggiunto quota 7,6 milioni, poco meno della metà del monte ore complessivamente autorizzato. Un balzo importante ha interessato anche la CIG in deroga (+75,8%) che è utilizzata soprattutto dalle piccole e piccolissime imprese non coperte dalla CIG ordinaria. Importante poi anche l’aumento della CIG ordinaria (+30%), richiesta dalle imprese nelle fasi di ripiegamento ciclico. Le attese per la seconda parte dell’anno Anche la seconda parte del 2013 sarà in salita per l’economia italiana e del Triveneto, soprattutto sul mercato interno e in Europa.

Le prospettive di superamento della fase recessiva restano affidate nel breve termine principalmente alla capacità delle nostre imprese di sfruttare al meglio le opportunità di crescita presenti sui mercati internazionali e, in particolare, al di fuori dell’area euro. In questo contesto, saranno necessari nuovi investimenti, che favoriscano un ulteriore riposizionamento delle nostre esportazioni verso i mercati a maggior potenziale, da servire sempre di più con proprie strutture in loco, marchi noti, prodotti nuovi e differenziati.

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