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Eurovita è salva: ecco l’accordo tra i big delle Assicurazioni sullo spezzatino da 500 milioni

Trovato l’accordo per il salvataggio di Eurovita. Ora la parola passa ai Cda delle cinque compagnie coinvolte che devono deliberare per l’approvazione entro giovedì, il 30 giugno. Il blocco dei riscatti slitterà di qualche settimana per favorire il corretto iter

Eurovita è salva: ecco l’accordo tra i big delle Assicurazioni sullo spezzatino da 500 milioni

Ci siamo. Il tanto temuto rischio sistemico è stato evitato: a Eurovita che si trovava in acque perigliose è stato lanciato un salvagente da Intesa Vita, Generali, Poste, Unipol e Allianz. In altre parole, il settore si è fatto carico del rischio assicurativo e dei costi connessi all’integrazione del ramo d’azienda, compreso l’assorbimento del personale ad esso correlato. Tutto ciò mettendo sul piatto un controvalore complessivo stimabile in 500 milioni.

Ora la parola passa ai Consigli di Amministrazione delle cinque compagnie coinvolte che devono deliberare per approvazione l’accordo entro giovedì, il 30 giugno, data su cui poggia il termine del blocco dei riscatti imposto dall’Ivass, l’Authority di vigilanza sulle assicurazioni in capo a Bankitalia.

Dalla Newco allo spacchettamento: ecco tutti gli step del salvataggio Eurovita

Lo schema dell’operazione prevede che la Newco costituita ah hoc dai cinque big assicurativi (Intesa Vita, Generali, Poste, Unipol e Allianz) rilevi per una cifra simbolica la compagnia e proceda in un secondo tempo a spacchettare il business in cinque rami d’azienda, tutti della stessa dimensione, che verrebbero rilevati in un secondo momento dai big assicurativi chiamati al tavolo. In questo modo scomparirebbe la compagnia e il brand, mentre i sottoscrittori delle polizze si ritroverebbero con in mano un contratto con Generali oppure con Unipol, Allianz, Poste o Intesa, ovviamente con tutte le garanzie che ciò comporta.

Eurovita: blocco dei riscatti ancora per qualche settimana

Posta la firma, il blocco dei riscatti potrebbe durare ancora per qualche settimana, solo per sistemare correttamente tutto l’iter dell’operazione e far confluire sotto insegne diverse il portafoglio da circa 1 miliardo di euro di polizze attualmente in capo a Eurovita. L’Autorità di vigilanza sulle assicurazioni aveva messo la compagnia, specializzata nel ramo Vita, in amministrazione straordinaria dopo che l’azionista Cinven, società d’investimento britannica, si era rifiutato di versare nuovo capitale, con l’indice di solvibilità sotto il livello di guardia. Il blocco dei riscatti è stato imposto per evitare che prendesse corpo quello scenario da “corsa allo sportello” vissuto da alcune banche (vedi per esempio Svb negli Stati Uniti). Nel caso della compagnia di assicurazione il timore è la “corsa al riscatto” da parte dei suoi 353.000 i clienti, con 413.000 polizze.

Si scioglie il nodo delle piccole banche: le big si fanno “garanti”

Da settimane tutti gli attori coinvolti cercavano il modo corretto per organizzare il salvataggio. Il tassello che ha permesso di sbloccare la situazione è stato il consenso prestato dalle grandi banche a fare da “garanti” alle piccole banche che hanno distribuito le polizze Eurovita nei loro sportelli. Tra queste ci sono Banca di Piacenza, Banca Popolare di Puglia e Basilicata, ma anche Mps e Credem.

Così se un cliente dovesse decidere di chiedere il riscatto della polizza, gli istituti dovrebbero subentrare nel contratto e portarlo a scadenza, beneficiando dell’eventuale rendimento e rimborso del capitale.

Ma a monte c’è la crisi del Settore Vita. L’alert lanciato da Signorini

È la prima volta che si tenta di realizzare un’operazione del genere nel settore Vita. Ma il rischio di un effetto reputazionale negativo per l’intero mercato è palese, specie in un momento in cui le polizze vita soffrono la concorrenza di altri prodotti a più alto rendimento (in particolare di Btp, BoT e dei conti di deposito). Secondo i dati diffusi da Ania, le polizze Vita hanno chiuso i primi tre mesi del 2023 con una raccolta netta negativa per 4,8 miliardi, in calo di oltre 10 miliardi di euro rispetto al primo trimestre 2022. In particolare, nel primo trimestre dell’anno le compagnie hanno registrato entrate (premi incassati) pari a 25, 2 miliardi che però non hanno compensato le uscite (pagamenti per riscatti, scadenze rendite e sinistri) pari a 30 miliardi.

Il presidente dell’Ivass Luigi Federico Signorini nella sua relazione annuale ha acceso più di un faro sul settore assicurativo, a cominciare dal rischio liquidità su cui “si è innalzata l’attenzione delle compagnie e del supervisore“, visto il calo dell’ indice di solvibilità soprattutto a causa del ramo Vita. Il quadro risulta piuttosto complesso e suggerisce di mantenere alta l’attenzione, sebbene nel complesso i rischi appaiono adeguatamente presidiati. .

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