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Eni: il gas del Mozambico arriva in Europa, tempi rispettati. Total e ExxonMobil bloccati dalla guerriglia

Il primo carico di Gnl del Mozambico arriva in Europa. Un successo economico e politico per Eni in Africa. Rigassificatori centrali per il futuro energia

Eni: il gas del Mozambico arriva in Europa, tempi rispettati. Total e ExxonMobil bloccati dalla guerriglia

Il primo carico di gas liquefatto africano estratto dall’Oceano sta viaggiando dalle acque del Mozambico alla volta degli impianti di rigassificazione sulla costa spagnola. Per merito dell’Eni, il regista di un’operazione complicata sul piano tecnico, ma ancor di più su quello politico, che esalta le qualità strategiche del Cane a Sei Zampe, sempre più leader in Africa sul fronte dell’energia, dal petrolio al Gnl fino alle rinnovabili. Ma porta anche acqua al mulino della credibilità del Bel Paese, tra i più decisi a puntare sul Mozambico, come ha dimostrato la visita del presidente Sergio Mattarella della scorsa estate.  In sintesi: un punto a favore dell’Italia alla vigilia del G20 dedicato anche all’Africa. 

Eni: missione compiuta in Mozambico, ExxonMobil e Total restano al palo

  • L’Eni ha comunicato domenica la partenza del primo carico del gas naturale liquefatto del Mozambico. Il gas è estratto dal giacimento Giant di Coral South nelle acque ultra-profonde del bacino di Rovuma controllato da una jv forte del 70% del progetto, capitanata dal gruppo italiano assieme a ExxonMobil e la cinese Cnpc cui partecipano, con quote del 10% anche Galp, Kogas e Enh
  • Coral South, con una capacità di liquefazione di gas pari al 3,4 milioni di tonnellate all’anno con una capacità di produzione di 450 miliardi di metri cubi di gas colloca saldamente il Mozambico nella top ten mondiale del GNL. Una commodity preziosa nello scenario dell’embargo al gas russo. Ma non solo. 
  • “Questo primo carico – ha detto infatti l’amministratore delegato Claudio Descalzi – rappresenta un nuovo passo nella strategia che fa leva sul gas come fonte in grado di contribuire alla sicurezza energetica europea”. Senza dimenticare l’obiettivo di “supportare una transizione energetica equa e sostenibile”.
  • L’obiettivo, almeno per ora, è stato centrato. Tanto per cominciare sono stati rispettati i tempi del progetto: solo 5 anni dalla firma del contratto, in linea con la tabella di marcia prevista, nonostante gli ostacoli posti dalla pandemia.
  • Ma il Covid-19 è stato un inconveniente minore rispetto ai problemi geopolitici affrontati in questi anni dal Mozambico, investito dalla guerriglia scatenata dagli estremisti islamici nella provincia di Cabo Delgado, la più povera di una delle regioni africane più povere, ma anche quella potenzialmente più ricca viste le riserve di gas. Dal 2010, anno delle scoperte nel gas, le Big Oil hanno stretto accordi con Maputo, a partire dai francesi di TotalEnergie e dall’americana ExxonMobil. 
  • La guerriglia degli islamisti, che ha provocato almeno 4 mila vittime, ha però costretto la società francese, arrivata per prima,  ad interrompere nel marzo del 2021 la costruzione di due impianti di liquefazione nella penisola di Afungi. Stessa sorte per i programi di Exxon Mobil. Nonostante il forte sostegno garantito nell’ultimo anno dell’esercito del Ruanda a Maputo, la regione resta ad alto rischio, al punto che le estrazioni di Exxon non inizieranno prima del 2026

Eni in Mozambico mette a segno un importante successo nella campagna in Africa

Diversamente dalle altre grandi Big Oil, Eni è riuscita a rispettare i tempi. Un piccolo miracolo che premia il know how del Cane a Sei Zampe sia in fase di progettazione che di esecuzione, nonché le attenzioni ai rapporti con i vertici di Maputo. Ma, soprattutto, ha pagato la scelta di impegnarsi nelle acque profonde, al riparo dalle insidie della guerriglia in terra. Finora non si ha notizia di attacchi via mare. 

Il risultato è un indiscutibile successo politico sul fronte della campagna africana di Eni, grande protagonista dall’Algeria alla Repubblica del Congo. Ma anche un’ipoteca rilevante sullo scacchiere della Ue, l’area più affamata di Gnl dopo la frattura con la Russia.

Per sfruttare i risultati ottenuti dall’Eni sarà infatti decisiva la  politica dei vari Paesi della Comunità. Il primo carico di Gnl, acquistato da Bp, non a caso ha fatto rotta vero la Spagna, il paese che vanta il maggior numero di rigassificatori. In futuro, però il gas del Mozambico potrebbe prendere la via dell’India, il mercato più vicino, non meno affamato di energia. Anche quella emersa grazie al fiuto di un cane a sei zampe. 

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