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Enel ed Emilia-Romagna ancora insieme per l’idroelettrico

Intesa tra Regione e società elettrica per la ristrutturazione delle dighe – È necessario accumulare acqua a basso impatto ambientale per diversi usi

Enel ed Emilia-Romagna ancora insieme per l’idroelettrico

L’Emilia Romagna per Enel Green Power si conferma una Regione virtuosa per la produzione idroelettrica, con 28 impianti che soddisfano la domanda di energia di oltre 2 milioni di famiglie. Un nuovo accordo tra Regione e Società avvia la ristrutturazione delle dighe nel Comune di Monchio delle Corti, Lago Verde e Lago Ballano. Produrranno energia pulita sia per uso agricolo che per le famiglie. Si accelera così sulle rinnovabili, valorizzando un comparto che per l’Agenzia internazionale per l’Ambiente rischia di essere il gigante dimenticato della transizione energetica.

Le dighe emiliane sono state costruite all’inzio del Novecento e spingono la centrale di Rigoso. Con i nuovi lavori, gli invasi avranno una capacità di circa un milione di metri cubi complessivi. Caratteristica costruttiva che ha ottenuto anche l’approvazione del ministero delle Infrastrutture. Nel dettaglio, la diga di Lago Ballano, oltre a rivedere gli standard di sicurezza, avrà un innalzamento del livello del lago a 1.340 metri. Per quella di Lago Verde il recupero dell’invaso arriverà a circa 1.500 metri, con il consolidamento della fondazione con criteri antisismici, e anche qui nuovi standard di sicurezza. L’impatto ambientale sarà basso, garantiscono Enel e Regione.

È proprio partendo dagli impatti ambientali contenuti che l’idroelettrico deve essere incentivato. L’Italia, per centrare gli obiettivi al 2030, deve aumentare l’attuale 25% di potenza installata. Con il decreto Semplificazioni si è fatto un piccolo passo avanti, ma dovrà essere il Pnrr a stabilire come e quanto mettere in rete. La gran parte delle centrali si trova in Lombardia, Piemonte e Trentino, dove, purtroppo, risentono dei cambiamenti climatici e dell’accumulo di acqua.

Per questo, ha detto il climatologo Luca Mercalli, “è necessario immaginare strategie sull’accumulo di acqua in vista di un suo uso plurimo. Serve non solo per l’energia, non solo per l’agricoltura, non solo sotto forma di controllo e laminazione delle piene, ma per tutto questo insieme”. L’Italia per anni è stata all’avanguardia su questa fonte rinnovabile, la più antica e diffusa in assoluto. Ora è chiamata a rilanciare.

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