Nel giorno delle comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 ottobre, Giorgia Meloni alza il tono e rilancia su più fronti: biocarburanti e clima, politica estera e sicurezza. La premier rivendica le aperture europee ottenute “anche grazie alla nostra insistenza”, attacca “l’approccio ideologico” di Bruxelles e ribadisce le condizioni per il riconoscimento dello Stato di Palestina e per la stabilizzazione di Gaza. Sull’Ucraina, ribadisce: “non invieremo soldati”.
Meloni: “Bene von der Leyen sui biocarburanti”
“Dobbiamo rimanere aperti a tutte le soluzioni, come anche i biocarburanti sostenibili, che possono contribuire alla decarbonizzazione e che devono essere consentiti anche dopo il 2035″, ha detto Meloni in Aula. La premier ha rivendicato un successo diplomatico, “finalmente, anche grazie alla nostra insistenza su questo punto e alla nostra capacità di portare su queste posizioni altri importanti partner europei, registriamo una prima apertura da parte della presidente Ursula von der Leyen“. La lettera inviata dalla presidente della Commissione ai leader Ue, sottolinea la premier, “fa esplicito riferimento a questa possibilità”.
“Applicare questo principio – spiega Meloni – significherebbe garantire la sopravvivenza del motore endotermico, alimentandolo con carburanti alternativi e sostenibili, e quindi salvare gran parte della nostra filiera dell’automotive e del gas”.
Meloni sfida l’Ue sul clima: “Basta con le follie verdi”
Sul fronte del Green Deal, la premier non usa mezzi termini: “vogliamo abbandonare l’approccio ideologico” e “l’Italia non potrà sostenere la proposta di revisione della legge sul clima se non ci sarà un cambio di approccio”. “Basta con le follie verdi“, scandisce Meloni, che chiede una “robusta clausola di revisione degli obiettivi climatici sanciti dalla Legge Clima europea” per verificare, entro cinque anni, “cosa avrà funzionato e cosa no”.
Nella visione italiana, “non può esistere solo l’elettrificazione per il futuro dell’auto e tantomeno per quello del trasporto pesante o dell’industria, a partire da quella dell’acciaio, del vetro e del cemento”. Meloni invoca la “neutralità tecnologica a tutta la legislazione climatica Ue” e aggiunge, “nessuna transizione è davvero possibile senza stanziare le risorse adeguate”.
Il nuovo quadro finanziario pluriennale, ha detto, sarà “un banco di prova fondamentale” per accompagnare gli investimenti privati e pubblici.
Meloni su Gaza: “Hamas nemico dei palestinesi, dev’essere disarmato”
Ampio spazio anche alle crisi internazionali. Sulla Striscia di Gaza, Meloni ribadisce il sostegno al piano promosso da Donald Trump e firmato a Sharm el Sheikh, “è un indiscutibile successo del presidente degli Stati Uniti, cui l’Italia ha contribuito con costanza e pragmatismo”. “Le vicende delle ultime ore dimostrano quanto l’equilibrio sia fragile. La violazione del cessate il fuoco da parte di Hamas dimostra chi sia il principale nemico dei palestinesi, ma la conseguente rappresaglia israeliana rappresenta un’altra scelta che non condividiamo”, ha detto la premier.
La strada, per Meloni, resta quella “della soluzione a due Stati“. Ma fissa paletti precisi: “Hamas deve accettare di non avere alcun ruolo nella governance transitoria e nel futuro Stato palestinese, e deve essere disarmato. Sono queste le pre-condizioni necessarie anche per il riconoscimento dello Stato di Palestina”. Sul piano operativo, l’Italia “è pronta a partecipare a una eventuale Forza internazionale di stabilizzazione” e a “contribuire con i propri carabinieri alla sicurezza dell’area del Medio Oriente”.
Meloni ha aggiunto: “dobbiamo ancora definire i dettagli del nostro contributo, ma ritengo opportuno un passaggio parlamentare. Sono certa che, trattandosi di contribuire realmente e concretamente alla pace, tutte le forze in Parlamento daranno il loro sostegno convinto”.
Sull’Ucraina: “pieno sostegno a Kiev, ma non invieremo soldati”
Sulla guerra in Ucraina, la premier conferma la linea italiana, “il nostro sostegno al popolo ucraino resta fermo, determinato, nell’unico intento di arrivare alla pace”. Meloni attacca poi Mosca, “non è accettabile l’atteggiamento ambiguo della Russia, che promette impegno e poi bombarda obiettivi civili. Occorre aumentare la pressione su Mosca”.
Dopo l’incontro tra Trump e Putin in Alaska, ha ricordato, “avevamo accarezzato l’idea che fossimo finalmente all’inizio di un percorso negoziale. Purtroppo, poche settimane dopo, la Russia ha nuovamente gettato la maschera“. Meloni ha sottolineato che “Mosca chiede che l’esercito ucraino si ritiri dalle regioni che la Federazione Russa ha formalmente annesso ma che non controlla sul campo” e che “da novembre 2022 ha conquistato appena l’1% del territorio ucraino, a costo di enormi perdite”.
Truppe italiane in Ucraina? La premier ribadisce la posizione, “l’Italia ha già chiarito che non prevede l’invio di propri soldati in territorio ucraino”. Il governo punta invece a “proseguire il lavoro con gli Stati Uniti per definire garanzie di sicurezza robuste, credibili, efficaci” e rilancia l’idea di una “difesa europea più ambiziosa, sostenuta anche da soluzioni finanziarie nuove”.
“Finché la maggioranza degli italiani sarà dalla nostra parte, noi andremo avanti a testa alta, non voglio che l’Italia sia subalterna a nessuno”.