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Elly Schlein, il sì all’Ucraina e al Mes riscattano le contraddizioni sulla lotta alla precarietà

La segretaria del Pd sta forse cominciando ad uscire dalla vaghezza politica e programmatica: il sostegno all’Ucraina e il Sì al Mes sono molto chiari, anche se in parte offuscati dalle contraddizioni sulle politiche del lavoro

Elly Schlein, il sì all’Ucraina e al Mes riscattano le contraddizioni sulla lotta alla precarietà

Non tutti i punti della lunga intervista di Elly Schlein a Repubblica di venerdì sono condivisibili. Non lo è la concezione che la nuova segretaria del Pd ha delle politiche del lavoro e delle soluzioni immaginate per contrastare la precarietà. Schlein come il segretario della Cgil, Maurizio Landini, sono innamorati del modello spagnolo del lavoro ma dimenticano che i disincentivi iberici ai contratti a termine sono, nella riforma del ministro Yolanda Diaz, l’altra faccia della sostanziale libertà di licenziamento, ben diversamente contrastata dal tanto discusso Jobs Act, che ha generato un milione di posti di lavoro. Lo dice l’Istat, non Matteo Renzi che è il padre del Jobs Act.

Due punti dell’intervista di Schlein meritano però il plauso: l’aperto sostegno all’Ucraina e la chiara sollecitazione al Governo Meloni perchè ratifichi il Mes. “L’Ucraina – dice la segretaria del Pd – è stata oggetto di un’invasione militare criminale che viola il diritto internazionale e io non no mai avuto dubbi che fosse giusto sostenerla con ogni forma necessaria” in vista di una “pace giusta, nell’interesse del Paese invaso”. Quanto al Mes “abbiamo già chiesto conto al Governo – spiega Schlein – della mancata ratifica. Dal punto di vista della credibilità internazionale, mi sembra opportuno che l’esecutivo proceda. In Ue stanno aspettando solo noi”. Up, up per Schein: almeno un 6 e mezzo stavolta se lo merita.

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