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ELEZIONI – Roma e il Lazio nuovo banco di prova delle intese tra Pd e Udc

ELEZIONI – L’effetto Sicilia si è rovesciato su Roma e sul Lazio, dove Pd e Udc proveranno a sperimentare nuove intese di governo – Ma per la capitale il centrosinistra non ha ancora un candidato da opporre ad Alemanno – In Regione Zingaretti deve far dimenticare la foto di Vasto tra Pd, IdV e Sel mentre il Pdl, in pieno caos, stenta a trovare candidati

ELEZIONI – Roma e il Lazio nuovo banco di prova delle intese tra Pd e Udc

I risultati delle elezioni siciliane hanno confermato ancor di più che Pd e Udc vogliono marciare insieme anche a Roma e nel Lazio. Svanisce così l’obiettivo del Pdl che, dopo il terremoto nella coalizione della Polverini, cercava l’unica carta possibile per fronteggiare il centrosinistra: un’alleanza organica con i centristi, oltre a un ricambio generale degli uomini.

Ma Casini ha detto chiaramente no a qualsiasi alleanza con il Pdl aprendo così una non facile trattativa con il Pd. Non facile perché il Pd ha già fatto una mossa importante: ha deciso che sarà l’attuale presidente della Provincia, Nicola Zingaretti, a concorrere per la presidenza del Lazio. Una decisione giustificata dalla necessità di non farsi trovare impreparati a una elezione che in molti prevedevano a dicembre, invece si dovrebbe votare a gennaio. Una scelta che non piaceva all’Udc che considera Zingaretti legato alla “foto di Vasto” cioè all’unione stretta con Vendola e Di Pietro.

Oggi la situazione non è più come un mese fa. Di Pietro vive un momento di crisi. Sia lui che Vendola hanno subito in Sicilia una sconfitta. Il leader dell’Italia dei Valori non sembra recuperabile per un progetto politico, gli resta ora solo il movimento di Grillo. Anche Vendola deve fare i conti con la perdita di questo alleato. E così non vuole lasciarsi isolare ed è ora sicuramente più disponibile al confronto. Se andrà avanti la linea Bersani anche Zingaretti dovrà scendere a patti, accettare di fondare la sua coalizione cercando l’intesa con i centristi e stracciando per sempre l’idea originaria di alleanza a sinistra.

Naturalmente l’accordo Pd e Udc sarà ricercato anche per le elezioni al comune di Roma. Poi naturalmente a livello nazionale per le politiche. Ma il Lazio e la Capitale costituiscono il banco di prova per questo nuovo compromesso storico. C’è già chi ipotizza una alleanza organica con un centro che potrebbe attirare sia dirigenti delusi dal Pdl che moderati presenti del Pd, creando così in teoria due grandi partiti, uno di sinistra e uno di centro alleati.

Tornando all’attualità, se alla Regione c’è da trovare l’intesa, per Roma va trovato un candidato. Stavolta l’Udc non vuole farsi sorprendere. Ma Casini non ha un candidato interno da far cimentare, e comunque un accordo sarebbe più facile su una personalità non di partito, capace di raccogliere vasti consensi, vicina al mondo cattolico. Facile pensare al ministro Riccardi. Quando fu fatto il suo nome, esponenti della sinistra dissero subito no, E oggi? La situazione potrebbe cambiare. La sinistra estrema si è indebolita e più andrà avanti la sperimentazione del “nuovo compromesso storico” e più  perderà peso. Le primarie del Pd vedono già ai nastri di partenza l’ex ministro Gentiloni, il parlamentare europeo Sassoli, l’assessore provinciale Prestipino. Forse si aggiungeranno anche altri nomi.

Il lavoro è però tutto sull’intesa perché comunque per il Campidoglio ci sarà nell’altro schieramento il sindaco uscente Gianni Alemanno. Ci sarà con una sua lista civica o con il simbolo Pdl poco importa. Per il centrosinistra è sicuramente un avversario più temibile di quello (ancora sconosciuto) che dovranno affrontare nelle regionali. Perché a parte gli scandali, il Pdl appare  in una enorme difficoltà. Ci sono problemi a livello nazionale con scomposizioni e ricomposizioni annunciate e smentite.  Primarie nazionali e forse anche locali. Tutto il alto mare anche perché per concorrere nel Pdl alla presidenza del Lazio ci vuole tanto coraggio. Risalire la china appare difficile, anzi impossibile, e il rischio non è solo di perdere ma di farlo con percentuali vergognose.

Inoltre anche nel Lazio non è difficile ipotizzare un’alta astensione e c’è attesa per Grillo e il suo movimento che cresce soprattutto dove la politica ha nauseato i cittadini. E nel Lazio questo è avvenuto.

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