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Elezioni Regno Unito: la guida al voto britannico

Urne aperte oggi nel Regno Unito, dove gli elettori sono chiamati ad eleggere i 650 rappresentanti della Camera dei Comuni nell’ambito delle elezioni anticipate volute da Theresa May – Risultato incerto dopo il recupero dei Labour di Jeremy Corbyn – Ecco tutto ciò che c’è da sapere sul voto britannico

Elezioni Regno Unito: la guida al voto britannico

E’ arrivato il giorno delle elezioni britanniche. Giovedì 8 giugno, gli elettori del Regno Unito si recano alle urne allo scopo di votare i 650 membri della Camera dei Comuni, uno dei due rami (l’altro è la Camera dei Lord) che compongono il Parlamento Uk. Quello di oggi sarà un voto fondamentale per tutto il Regno. Sarà infatti il risultato di queste elezioni a determinare quale maggioranza parlamentare guiderà la fuoriuscita della Gran Bretagna e dell’Irlanda del Nord dall’Unione Europea a un anno dal refrendum sulla Brexit.

ELEZIONI UK: QUANDO SI VOTA

Quelle britanniche sono elezioni a turno unico, il che significa che si vota solo l’8 giugno. Le urne rimarranno aperte fino alle 23 ora italiana (22 in Uk) a meno di eventuali code nei seggi che potrebbero procrastinare la chiusura. In ogni caso, tutti i seggi dovranno iniziare la conta dei voti entro le 2 notte. I primi risultati arriveranno dunque nel corso della notte.

ELEZIONI UK: IL SISTEMA DI VOTO

Il sistema elettorale del Regno Unito è noto come “first past the post”. Il meccanismo prevede che ad accedere alla Camera dei Comuni sia il candidato che ottiene più voti in ciascuna circoscrizione. Tutti gli altri voti (dal secondo in poi dunque) non contano nulla. A conti fatti dunque, un partito con un consenso ampio rischia di rimanere fuori dal Parlamento anche se a livello nazionale ottiene un buon numero di voti, mentre un altro radicato in determinate aree ha più possibilità di accedere alla House of Commons.

Da sottolineare che, il Primo Ministro non viene eletto direttamente dagli elettori, ma è nominato dal sovrano in base alla maggioranza assoluta dei seggi conquistata dopo le elezioni.

ELEZIONI UK: PERCHÉ SI VOTA

A decidere di indire elezioni anticipate, lo scorso aprile, è stato l’attuale Primo Ministro Theresa May, numero uno del partito conservatore, allo scopo di conquistare una maggioranza più stabile in grado di gestire nel miglior modo possibile i negoziati per la Brexit.

Il problema è che rispetto a due mesi fa, quando i sondaggi davano i Tories in vantaggio di 20 punti sui rivali, adesso le cose sembrano essere cambiate e il Partito Laburista di Jeremy Corbyn ha recuperato terreno, rendendo incerto il risultato del voto.

ELEZIONI UK: I CANDIDATI

In base alla maggioranza assoluta derivante da queste elezioni la favorita per la premiership, nonostante una campagna elettorale debole e il terreno perso in seguito alle polemiche sugli attentati, è ancora l’attuale inquilina di Downing Street, Theresa May. Ex “Home Secretary” del governo guidato da David Cameron, ha preso il posto di quest’ultimo dopo il referendum sulla Brexit.

A cercare di metterle i bastoni tra le ruote ci sarà Jeremy Corbyn, numero uno del partito laburista dal 2015, rieletto anche nel 2016 dopo essere stato sfiduciato dai parlamentari Laburisti che lo accusavano di non aver fatto abbastanza per sostenere il Remain.

Gli altri contendenti alla poltrona di Downing Street sono: Tim Farron (Liberal Democratici), Nicola Sturgeon, (Scottish National Party, attuale primo ministro della Scozia).

ELEZIONI UK: GLI ULTIMI SONDAGGI

Come detto in precedenza, in base agli ultimi sondaggi, il partito Laburista avrebbe ridotto il distacco dai conservatori a 7 punti percentuali (44% contro 37%). Fino a un mese fa il divario fra i primi due partiti del Regno superava i 20 punti. Per questo motivo, secondo alcuni commentatori, tenendo anche conto del sistema di voto utilizzato a Londra, il colpo di mano non è da escludere. Non solo, anche in caso di vittoria, May potrebbe perdere qualche seggio rispetto a quelli detenuti attualmente, mancando l’obiettivo alla base di queste elezioni.

Per quanto riguarda gli altri partiti, in base alle principali rilevazioni, i Liberal Democratici si assestano intorno al 7%, mentre Snp arriverebbe al 4,5%. Nonostante voi, grazie al “First past the post”, il partito di Nicola Sturgeon, radicato in Scozia, potrebbe ottenere circa 40 seggi.

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