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Effervescente week end della politica: primarie del Pd, rilancio di Forza Italia, debutto di Alfano

Fine settimana scintillante per la politica italiana dopo la bocciatura del Porcellum: le primarie del Pd con il ritorno al voto di Prodi e Renzi superfavorito, il tentativo di Berlusconi di rilanciare Forza Italia e il debutto del Nuovo centrodestra di Alfano – Poi il voto di fiducia al Governo mentre si moltiplicano gli squallidi attacchi a Napolitano

Effervescente week end della politica: primarie del Pd, rilancio di Forza Italia, debutto di Alfano

E’ annunciato di tutto in questo week-end politico: primarie del Pd, Silvio Berlusconi che prova a rilanciare il suo nuovo partito (Forza Italia) battezzando i circoli Forza Silvio, e poi Angelino Alfano che, all’ombra di un nuovo simbolo (da molti, Cicchitto compreso, considerato brutto) prova a far muovere i primi passi al suo “Nuovo centro-destra”. Nei primi giorni della prossima settimana toccherà poi ad Enrico Letta andare in Parlamento per chiedere la fiducia al suo Governo che dopo le larghe intese prova ora ad andare avanti con quelle che proprio Alfano ha chiamato le chiare intese. 

Menù particolarmente ricco, reso poi ancora più indigesto da quello che è successo alla sua vigilia: la pronuncia della Corte Costituzionale che ha dichiarato incostituzionali le due architravi del cosiddetto Porcellum: il premio di maggioranza senza una soglia numerica definita e l’elezione di deputati nominati invece che scelti con i collegi o con le preferenze. Corollario della decisione della Corte è stato poi il profilarsi di un asse tra il movimento 5 stelle e Forza Italia uniti più che mai nel lanciare accuse, oltre il limite della diffamazione, per delegittimare anche e soprattutto il presidente della Repubblica. 

E allora proviamo (compito difficilissimo) a mettere le cose in ordine. La Corte costituzionale ha preso una decisione ineccepibile dal punto di vista del diritto. Che la nomina, al posto dell’elezione popolare, fosse un assurdo costituzionale era palese. Lo stesso vale per il congruo premio di maggioranza senza limiti per attribuirlo alla coalizione vincente. Certo forse con un ulteriore gesto di coraggio politico la Corte poteva annullare in toto il Porcellum puntando ad una revivisecenza del Mattarellum, ma ha invece preferito la prima strada. Più prudente e più in punta di diritto. 

Motivo per il quale ora la maggior parte degli osservatori ritengono che sia stato resuscitato un sistema proporzionale, con il solo limite dello sbarramento al 4 per cento della coalizione al 2 per cento per i singoli partiti coalizionati, con recupero del primo partito che non raggiunga neanche quella soglia. Da definire invece come regolare il voto di preferenza. Per alcuni tornerebbe la preferenza unica. Di fatto il proporzionale puro appare al momento inutilizzabile, anche per le dichiarate, ma quasi mai confermate nei comportamenti, dichiarazioni di bipolarismo da parte dei partiti.

Fin qui la Consulta. Ora dinanzi a tale pronuncia c’era da sperare che i partiti si dichiarassero subito pronti a mettersi al lavoro per dare in poche settimane una legge elettorale credibile al Paese. Questo per ora non è successo. Anzi. Forza Italia e il movimento 5 stelle si sono subito messi a sbraitare che a questo punto il Parlamento eletto era illegittimo (ignorando del tutto l’ultimo capoverso del comunicato della Corte nel quale si chiariva come spettasse alle Camere, nel rispetto dei principi costituzionali mettere mano alla nuova legge elettorale). 

Naturalmente esponenti di Forza Italia hanno subito battuto la pista, per la quale essendo illegittimo il Parlamento che lo aveva eletto, altrettanto dubbia risultava l’elezione del capo dello Stato. Intanto per non perdere tempo il focoso Brunetta ha chiesto la redistribuzione dei deputati eletti nel Pd in virtù del premio di maggioranza, inficiato dalla decisione della Corte. C’è poi chi come la Santanchè ha insistito sul fatto che anche la decadenza di Berlusconi dal Senato è illegittima. Conseguenza di questo assunto sarebbe che ora Berlusconi, dovrebbe rientrare nel Senato, il quale a sua volta resterebbe comunque illegittimo.

Un po’ meno esagitate le reazioni degli altri. I partiti di centro, soprattutto quello di Alfano, cerca di sfruttare il riaffiorare del proporzionalismo, mettendo in difficoltà chi nel Pd (soprattutto Renzi) punta su una rapida scelta maggioritaria a doppio turno e magari su un ravvicinato traguardo elettorale. Quel che è certo è che il dopo-primarie del Pd si incentrerà sempre più sulle questioni inerenti la legge elettorali e i loro riflessi sulla tenuta del governo Letta.

In questo quadro di grande confusione prova a tenere la barra dritta ancora una volta Giorgio Napolitano (ieri ha avuto anche un significativo colloquio con il presidente del Consiglio al Quirinale) ignorando le aggressioni da parte dell’asse Cinque stelle-Brunetta o magari Berlusconi-Travaglio e mettendo in chiaro due cose. La prima è che, come ha detto la Corte, il Parlamento attuale è “legittimato ad agire” sulla legge elettorale (altro che illegittimo!). La seconda è che, come risulta dalle dichiarazioni di tutte le forze politiche, il proporzionale è da superare. Un modo per invitare le Camere ad agire. A questo punto la parola torna alle forze politiche. E non è certo un buon viatico quanto si sente dire (trasversalmente in tutte le forze politiche). “Ora che la Corte ha deciso possiamo anche prendercela con calma”.

Non è così. Il Paese continua a non avere una legge elettorale utilizzabile. Questo dato mina gravemente una delle più importanti prerogative del capo dello Stato: il potere di scioglimento delle Camere. E pensare che l’incertezza sul sistema elettorale favorisca la durata del governo Letta è puerile. Certo forse aiuterebbe a tirare a campare senza governare, ma è proprio quello che Letta ha sempre detto di non volere. Tutto lascia intendere che il presidente del Consiglio ribadirà questo concetto nel suo discorso sulla fiducia.

Infine le primarie del Pd. Renzi è dato nettamente favorito. Ma se nelle scorse settimane i suoi sostenitori (nel Pd e fuori) arrivavano a prevedere un 80 per cento di successo, ora le previsioni sono state riviste al ribasso, in conseguenza della convincente campagna svolta da Cuperlo e Civati. C’è poi l’incertezza su quanti saranno coloro che andranno ai gazebo. le volte precedenti la media è stata attorno ai 3 milioni. Ora ci si accontenterebbe di due a magari di uno e mezzo. Gioca anche la disaffezione generale per la politica. Nelle ultime ore però sembra che i votanti potenziali siano in aumento. Ed un buon segnale in questa decisione è la decisione annunciata ieri da Romano Prodi di recarsi al voto.

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