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Ducati-Audi, Bonomi: “Non è più una trattativa in esclusiva”

Il patròn di Investindustrial: “Ci sono molti gruppi con capacità, ma Volkswagen ha dimostrato in passato di avere soldi, tecnologia e visione a lungo termine”.

Ducati-Audi, Bonomi: “Non è più una trattativa in esclusiva”

Il passaggio ufficiale della Ducati all’Audi sembra sempre più vicino e oggi una tv tedesca è arrivata a Bologna per sentire cosa pensano dipendenti e sindacati della possibile nuova proprietà. Tutto fatto dunque? Andrea Bonomi, che controlla oltre il 70% di Ducati attraverso Investindustrial, da un lato raffredda un po’ le aspettative dicendo che la trattativa con Audi “non è più in esclusiva”, d’altra parte benedice l’interlocutore tedesco: “Ci sono molti gruppi con capacità, ma Volkswagen ha dimostrato in passato di avere soldi, tecnologia e visione a lungo termine”. Piena fiducia, al punto che “non ci dispiacerebbe partecipare a questa fase di crescita”, mantenendo magari una quota di minoranza nella società (si è parlato del 20%). Di certo “la settimana è importante” e il pensiero va inevitabilmente all’assemblea Volkswagen del 19 aprile.

Chi vorrebbe veder andare in sposa l’azienda emiliana al pretendente teutonico, senza troppe remore, è la Fiom aziendale: “Oggi Rtl, primaria tv privata tedesca, è venuta nella nostra sede sindacale – dice Bruno Papignani – per fare un documentario su Ducati e un servizio per il telegiornale. Mi hanno chiesto cosa pensiamo di Audi noi, il sindacato più rosso, e io ho risposto che siamo ottimisti. Siamo convinti che una soluzione industriale sia quella giusta per Ducati e Audi ha fatto molto bene in Lamborghini, le relazioni sono state ottime, gli investimenti importanti e i lavoratori sono cresciuti da 350 a 900, tutti assunti a Sant’Agata Bolognese”.

Insomma, secondo la Fiom c’è da stare tranquilli quando il gruppo Volkswagen fa un passo come questo. “Il modello tedesco non ci fa paura. Non dimentichiamoci che in Germania c’è la cosiddetta legge Volkswagen per cui i lavoratori non possono essere licenziati e qualche anno fa, in una fase critica, l’azienda decise di ridurre l’orario di lavoro pur di non lasciare a casa nessuno. In Germania un operaio specializzato guadagna circa 4000 euro lordi al mese, corrispondenti a 2800 euro netti. Una bella differenza con i nostri stipendi, compresi fra i 1800 euro lordi e i 1200 euro netti”. 

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