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Draghi: “Recovery un’opportunità per le donne”

In un videomessaggio inviato in occasione della conferenza “Verso una strategia nazionale sulla parità di genere” il premier ha annunciato azioni mirate e profonde riforme per coinvolgere le donne nella vita del economica, sociale e istituzionale del Paese” – Sul Covid: “La via d’uscita non è lontana, strategia sui vaccini potenziata”

Draghi: “Recovery un’opportunità per le donne”

Ci sono le donne al centro del secondo intervento pubblico del Premier Mario Draghi. Un videomessaggio inviato alla commissione Pari opportunità per la conferenza “Verso una Strategia Nazionale sulla parità di genere” in cui il Presidente del Consiglio ha parlato del nuovo piano sui vaccini ha ricordato l’anniversario del primo lockdown. Era infatti il 10 marzo 200 il giorno in cui, l’Italia chiudeva diventando per la prima volta una grande zona rossa”. 

DRAGHI SULLE DONNE

Le donne sono state e continuano ad essere le prime vittime delle conseguenze economiche innescate dalla pandemia. Il Covid-19 ha addirittura acuito la disparità di genere ed è “anche per questo che oggi, Giornata Internazionale della Donna, voglio che il mio saluto accompagni la presentazione della Strategia Nazionale per la parità di genere, elaborata dalla ministra Elena Bonetti, a conclusione di un lavoro che ha visto partecipi personalità a cui va il mio caloroso ringraziamento”, ha detto Draghi.

“A fronte dell’esempio di molte italiane eccezionali in tutti i campi, anche nella normalità familiare, abbiamo molto, moltissimo da fare per portare il livello e la qualità della parità di genere alle medie europee – ha continuato -. La mobilitazione delle energie femminili, un non solo simbolico riconoscimento della funzione e del talento delle donne, sono essenziali per la costruzione del futuro della nostra nazione. Azioni mirate e profonde riforme sono necessarie per coinvolgere pienamente le donne nella vita economica, sociale e istituzionale del Paese. Ma dobbiamo prima di tutto cambiare noi stessi nella quotidianità della vita familiare”.

IL RECOVERY PER LA PARITÀ DI GENERE

Secondo il Premier, “lo Stato e gli enti territoriali dovranno assistere le famiglie, specie le più giovani, anche quando questa fase di emergenza sarà terminata” E gli strumenti che “dobbiamo impiegare sono vari, penso tra gli altri ai congedi parentali, penso al numero dei posti negli asili nido che ci vede inferiori agli obiettivi europei, e sulla loro distribuzione territoriale che va resa ben più equa di quanto non sia oggi. Tutto ciò è obiettivo di questo governo”, ripete ancora il presidente del Consiglio.

Draghi si è rivolto poi direttamente alle donne: “Non voglio qui ripetere le bellissime parole di oggi del Presidente della Repubblica sulla condizione femminile. Voi sapete bene quanto sia dolorosa. Sul femminicidio e su ogni forma di violenza di genere, sono da condividere le proposte della Commissione parlamentare d’inchiesta. Oggi, per le vittime dei troppi femminicidi e anche come reazione prodotta dalla pandemia, sembra formarsi una nuova consapevolezza che trova un’opportunità straordinaria nel programma NextGeneration EU per diventare realtà nell’azione di governo, del mio governo. Tra i vari criteri che verranno usati per valutare i progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ci sarà anche il loro contributo alla parità di genere. È con questo spirito di fiducia nel nostro, nel vostro, futuro e con l’impegno di questo governo a conquistarsela, che vi auguro buon 8 marzo”.

PANDEMIA E VACCINI

“La pandemia non è ancora sconfitta ma si intravede, con l’accelerazione del piano dei vaccini, una via d’uscita non lontana”, ha affermato il Premier, anticipando che “Nel piano di vaccinazioni, che nei prossimi giorni sarà decisamente potenziato, si privilegeranno le persone più fragili e le categorie a rischio. Aspettare il proprio turno è un modo anche per tutelare la salute dei nostri concittadini più deboli”. “Non voglio promettere nulla che non sia veramente realizzabile – ha aggiunto – Le mie preoccupazioni sono le vostre preoccupazioni. Il mio pensiero costante è diretto a rendere efficace ed efficiente l’azione dell’esecutivo”.  

DONNE: IL REPORT DELL’OSSERVATORIO INTERISTITUZIONALE

Tra il 2011 e il 2019, la presenza delle donne negli organi di amministrazione delle società quotate in Borsa è salita dal 7% al 37%. Nello stesso arcodi tempo, nelle società a controllo pubblico il rialzo è invece del 14%, dall’11% del 2011 al 25% del 2019. Miglioramenti si sono registrati anche nel settore bancario, dove la quota delle donne negli organi amministrativi è generalmente in crescita. Tuttavia, la presenza femminile varia dal 37% per le banche quotate al 15% per le non quotate. Viceversa, nelle società private, in cui non si applica la disciplina sulle “quote rosa”, la presenza femminile è cresciuta nello stesso arco di tempo a ritmo ben più lento: in 7 anni, l’aumento è stato solo del 2%, dal 22% al 24%. 

Rimangono quasi del tutto preclusi alle donne gli incarichi di maggior rilievo, che restano appannaggio degli uomini. Nelle società quotate solo il 2% delle donne negli organi amministrativi ricopre il ruolo di amministratore delegato. Nelle banche si scende addirittura all’1%.

Sono questi i principali risultati dell’analisi sulla presenza femminile negli organi di amministrazione e controllo delle società italiane e sull’attuazione della legge Golfo-Mosca (n. 120 del 2011) condotta da un apposito Osservatorio interistituzionale, cui partecipano il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la CONSOB e la Banca d’Italia. 

Il report ricorda che, allo scopo di risolvere il problema di sotto-rappresentazione delle donne nelle posizioni apicali delle imprese in Italia, la legge Golfo Mosca del 2011 e il sccessivo decreto n. 251 del novembre 2012 hanno introdotto obblighi di equilibrio di genere nelle posizioni decisionali e negli organi di amministrazione e controllo delle società controllate dalle pubbliche amministrazioni e delle società le cui azioni sono quotate nei mercati regolamentati. La Consob e il Dipartimento per le pari opportunità vigilano sull’attuazione della normativa, ma i dati contenuti nell’analisi mostrano che la strada da fare è ancora molto lunga. 

Per quanto riguarda le banche “la Banca d’Italia a fine 2020 ha posto in consultazione alcune modifiche alle disposizioni di vigilanza in materia di organizzazione e governo societario per rafforzare l’attuale disciplina che già richiede a tutte le banche di assicurare l’adeguata diversificazione degli organi collegiali in termini di competenze, età, genere e provenienza geografica”, spiega via Nazionale. Le modifiche proposte prevedono che almeno un terzo dei componenti degli organi di amministrazione e controllo delle banche deve appartenere al genere meno rappresentato, che nella stragrande maggioranza dei casi è quello femminile. Proposte anche ulteriori misure, non vincolanti, per favorire la presenza delle donne anche negli incarichi di maggiore rilievo.

Andando avanti coi dati contenuti nel rapporto si evince come per gli organi di controllo societari la dinamica sia simile a quella registrata per gli organi di amministrazione, vale dire: nel corso degli anni c’è stata una crescita, ma il divario di rappresentanza tra uomini e donne è ancora molto ampio. Nel dettaglio. La presenza femminile è in crescita nelle società che hanno l’obbligo di rispettare le quote di genere: a fine 2019 era pari al 39% (dal 7% del 2011) nelle quotate e al 33% (dal 17%) nelle società a controllo pubblico. Molto più contenuto il rialzo registrato nelle società private (22% di presenza femminile) e nelle banche (18%). 

“Ne risulta, quindi, che a fronte di un innegabile avanzamento rispetto alla situazione precedente all’entrata in vigore della legge 120/2011 permangano eterogeneità nella partecipazione femminile agli organi di amministrazione e controllo e ai processi decisionali delle società secondo l’esistenza e la natura dei vincoli normativi in materia di quote di genere”, osserva l’Osservatorio interistituzionale.

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