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Draghi: i mercati l’hanno già promosso, ma le Borse mondiali frenano

Il calo dello spread e il balzo della Borsa di ieri sono già il segnale dell’apprezzamento per Draghi premier sui mercati, ma nel mondo l’intonazione delle Borse è cambiata e dopo il lungo rally c’è il fisiologico colpo di freni

Draghi: i mercati l’hanno già promosso, ma le Borse mondiali frenano

Lo spread a 105. La Borsa azzera le perdite e ritrova il segno più da inizio anno. I mercati, come previsto, hanno già espresso il loro gradimento a Mario Draghi, che oggi inizia gli incontri con i partiti, per poi passare a sindacati e Confindustria. Dal pallottoliere delle Camere non emerge ancora una maggioranza, ma nelle sale operative della finanza globale l’Italia è da ieri al primo posto nei calcoli degli operatori, ovvero il mercato più interessante, perché presenta rilevanti margini di progresso nel caso abbia successo la missione di super Mario. Per il resto, il panorama finanziario offre poco di nuovo.

LA SEC MONITORA I DAY TARDERS

Si spegne, almeno per ora, la fiammata dei day traders. In attesa di un vertice tra Tesoro e Sec, i funzionari della Consob americana sanno visionando il materiale raccolto nei giorni scorsi per verificare se e quanti reati siano stati commessi. Intanto, nell’attesa di un accordo parlamentare sugli aiuti all’economia e alle famiglie, sale in maniera sensibile il rendimento dei bond.

SALE IL COSTO DEL DENARO IN USA E CINA

La prospettiva di un aumento del deficit ha fatto schizzare i tassi a 30 anni all’1,935%, ai livelli di marzo; il dieci anni sale all’1,15%. Si avvicina così il momento del risveglio dell’inflazione.

Anche in Cina si fa sentire la risalita del costo del denaro, favorita dal timore di una carenza di liquidità alla vigilia delle vacanze del Nuovo Anno Lunare. I tassi d’interesse a breve termine sono spinti all’insù dalla parsimonia della Banca del Popolo nell’immissione della liquidità, per scelta delle autorità, preoccupate di limitare spese e spostamenti per i viaggi anche con una stretta monetaria. Con queste premesse si può dire che il rally del Toro di febbraio si è ormai esaurito, salvo la spinta delle trimestrali (ieri Alphabet +7,8%, nell’attesa di Apple).

PIATTA WALL STREET, SI MUOVE ALIBABA

Ieri gli indici di Wall Street hanno chiuso sostanzialmente sulla parità: stamattina l’indice MSCI Asia Pacific è in calo dello 0,4%, dopo tre giorni consecutivi di ampi rialzi.

Il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen è in calo dello 0,4%, l’Hang Seng di Hong Kong dell’1%. Kospi di Seul -1,4%. BSE Sensex di Mumbai -0,5%.

Alibaba sale per il quarto giorno consecutivo. Bloomberg ha scritto stanotte che la sua partecipata Ant Group (700 milioni di utenti) non sarà più un’azienda fintech libera di muoversi senza regole, ma una holding finanziaria soggetta a requisiti patrimoniali simili a quelli delle banche. La ristrutturazione di Ant fa parte di una campagna del governo di Pechino per aumentare la supervisione sui comparti finanziario e tecnologico.

IL PETROLIO IN ASCESA PER IL QUINTO GIORNO

Non si ferma il petrolio Brent, al quinto giorno consecutivo di rialzo: stamattina il future del greggio del Mare del Nord è in rialzo dello 0,5%, a 58,7 dollari, il prezzo più alto da 12 mesi.

SUPER MARIO FA VOLARE PIAZZA AFFARI

Torna in pista Mario Draghi e Piazza Affari prende il largo, anche se nel corso della giornata trova conferme la sensazione che la strada per la formazione del nuovo governo sia tortuosa e ricca di ostacoli. Ma super Mario merita la massima fiducia anche perché “chi se non lui?”, è l’opinione quasi unanime del mercato finanziario.

Piazza Affari ha così chiuso con una performance positiva del 2,09%, a quota 22.537 punti, largamente superiore all’andamento degli altri listini. L’indice Eurostoxx sale dello 0,4%.

Solo Francoforte (+0,71%) e Madrid (+0,83%) hanno messo a segno discreti rialzi. Piatta Parigi, debole Londra (-0,13%). Zurigo -0,22%: la Svizzera ha bocciato il vaccino AstraZeneca, negando per ora l’autorizzazione a causa dei dati ritenuti “non ancora sufficienti”.

SPREAD A 105. PER PICTET PUÒ SCENDERE A 70/80 PUNTI

Ma naturalmente la sfida di Draghi si gioca sullo spread, che suona come il termometro della fiducia nella possibilità italiana di agganciare il Recovery Plan. Al proposito, la risposta dei mercati è stata eloquente: la forbice tra il Bund (rendimento negativo -0,47%) e il Btp decennale (0,58%) è sceso a 105 punti base. Ubs si aspetta che il differenziale possa scendere sotto quota 100 punti base, se Draghi dovesse ottenere l’appoggio necessario alla formazione di un nuovo governo. Altrimenti, recita un report dell’istituto si aprirebbero le porte alle elezioni anticipate, con lo spread verso quota 200 punti base.

Intermonte rileva che il rendimento del Btp decennale italiano è ancora tra i più alti in Europa ed è probabile che, nella nuova situazione politica, questo gap andrà a ridursi ulteriormente. Ancora più ottimistica la diagnosi di Pictet: nel caso di successo della missione di Draghi è possibile la convergenza dei rendimenti dei titoli italiani con quelli spagnoli, con parallelo rientro dello spread a 70-80 punti base.

MILANO AZZERA LE PERDITE 2021

Grazie al balzo di ieri, l’indice FtseMib ha azzerato la perdita da inizio anno. Ora la performance è positiva (+1,6%) e in linea con quella del resto dell’Eurozona (Eurostoxx +2%).

CON IL SEGNO PIÙ 37 BLUE CHIP, POSTE GUIDA IL RALLY

Ben 37 delle 40 blue chip che compongono il Ftse Mib sono in rialzo. Spiccano i finanziari, beneficiati dalla violenta contrazione dello spread. È stato un mercoledì da leoni anche per i titoli finanziari del risparmio gestito: Poste Italiane è campione di giornata a (+7,13%), ma salgono in maniera robusta anche Unipol (+5,11%), Unicredit (+4,18%), Banca Mediolanum (+4,27%), Intesa San Paolo (+4,29%) e Banca Generali (+3,64%).

CORRONO LE BANCHE, DEL VECCHIO SALE ANCORA IN MEDIOBANCA

Prosegue il progressivo rafforzamento di Leonardo Del Vecchio in Mediobanca: il fondatore di Luxottica ha rastrellato sul mercato quasi 11 milioni di azioni di piazzetta Cuccia, acquisti che corrispondono a un ulteriore fetta dell’1,25% e che portano a ridosso del 13,2% la quota complessiva in mano al re degli occhiali. Bank of America fa notare che “le banche italiane sono state spesso criticate per la loro esposizione ai titoli di Stato, ma ora che lo spread migliorerà, sarà un forte traino per il settore”. Di qui una possibile rivalutazione del 30%.

ATLANTIA SPICCA IL VOLO: VENDITA DI ASPI PIÙ VICINA

Spicca il volo Atlantia (+6,08%): il mercato scommette sul fatto che si possa ora sbloccare definitivamente il dossier sulla cessione di Aspi. Gli analisti di Equita hanno confermato il rating hold e il target price a 16,6 euro. Il fondo Tci, azionista di Atlantia con una quota del 10% circa, è tornato a sottolineare che l’offerta informale di Cdp continua a sottovalutare Aspi, la cui valutazione corretta “sarebbe di 11-12 miliardi per l’88%”.

Continua l’ascesa di Cnh Industrial (+2,62%) dopo la decisione di proporre un dividendo annuo di 0,11 euro per azione.

Recuperano le utility: A2a +5,24%, Enel +4,29% e Snam +2,15%.

FERRARI MAGLIA NERA. PER CITI È SELL

Si conferma invece in calo Ferrari, -3,65. La mancanza di un amministratore delegato a tempo pieno, ruolo per adesso ricoperto ad interim da John Elkann, “può rappresentare una ragione per alcune prese di profitto sul titolo”, spiegano gli analisti di Mediobanca Securities, che in ogni caso promuovono i risultati del quarto trimestre “leggermente” sopra il consensus. Sul titolo ha pesato anche il giudizio di Citigroup, che ha ridotto la raccomandazione da neutral a sell, con prezzo obiettivo che scende da 198 a 160 euro Arretrano anche Diasorin (-1,62%) e Stm (-0,65%). Tenaris -1%.

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