Per la prima volta in assoluto il presidente della Bce, Mario Draghi, ha aperto al Quantitative easing all’europea. Ieri, in risposta ad un europarlamentare, non ha solo detto, come altre volte, che la Bce è disposta ad assumere misure non convenzionali per contrastare la deflazione e assicurare la stabilità dei prezzi attorno al target del 2% ma ha esplicitamente dichiarato che è possibile, se la situazione lo richiederà, “l’acquisto di bond sovrani” da parte dela stessa Bce.
Inutile dire che i mercati finanziari, che erano giù avviati al ritracciamento dopo le batoste dei giorni scorsi, sono stati colti da una geneale euforia e che le Borse hanno chiuso la giornata di ieri in forte rialzo. La migliore in Europa è stata Piazza Affari.
Ora tutti gli occhi sono puntati sul Direttorio del 22 gennaio quando la Bce dovrà valutare se sono maturate le condizioni per il lancio del Qe. L’unica controindicazione temporale è legata alle elezioni greche del 25 gennaio: si tratterà di valutare se lanciare subito il Qe o farlo dopo il voto di Atene.
Essenziale sarà anche capire la compozione del Qe: quali bond la Bce vorrà comperare, di quali Stati europei e in che misura. Ma ormia i mercati hanno chiaramente percepito che Draghi si avvia a vincere ancora una volta la sua battaglia dribblando le resistenze della Bundesbank in virtù di un accordo di ferro con la cancelliera Merkel.
