Condividi

Dollaro al top da 20 anni e T-bond oltre il 3%: così i mercati anticipano la stretta della Fed

In vista del rialzo dei tassi Usa i mercati giocano d’anticipo spingendo il dollaro e i rendimenti dei T-bond decennali – Brividi sulle Borse europee per un flash crash

Dollaro al top da 20 anni e T-bond oltre il 3%: così i mercati anticipano la stretta della Fed

Alla vigilia del vertice della Fed, la finanza Usa ha aggiornato due record da Guinness dei primati. Il dollar basket, cioè la quotazione della valuta Usa contro le principali monete, sale a quota 103,72, ai massimi dal 2002. L’euro, in particolare, scende sotto quota 105, ai minimi da cinque anni. Ma contro lo yen la quotazione è quella di inizio millennio, e continua l’ascesa nei confronti dello yuan, ben al di sotto di quota sette.

In grave sofferenza i debiti degli studenti e i mutui

Il secondo primato è ancor più significativo, anche sul piano simbolico: il rendimento del Treasury bond decennale è salito a quota 3,008% per la prima volta dal 2018. Una batosta storica per i detentori della carta Usa, se si pensa che a fine 2021 il rendimento (inversamente proporzionale al valore di mercato) era pari a 1,496%. Un dato con un sapore politico particolare, visto che sul decennale si calcola il valore dei mutui o dei prestiti agli studenti, una mina pericolosa per Joe Biden, che dovrà affrontare il nodo dei debiti universitari entro novembre.

Insomma, ancor prima dell’annuncio ufficiale dell’aumento di mezzo punto del costo del denaro e, ancor più temuto, dell’inizio dei tagli al bilancio della Banca, i mercati segnalano che si apre una partita complicata, dall’esito incerto. Ma Wall Street, dopo il disastro di venerdì, l’ha presa bene. L’Asia apprezza il sostegno all’export. L’Europa pure, ma non si fa illusioni: l’embargo sull’energia russa avrà un prezzo molto alto, è il messaggio in arrivo da Berlino.

Asia in vacanza, una fake news su Jack Ma spaventa Alibaba

Poche le piazze aperte oggi in Oriente. Sono chiusi per festività i mercati finanziari della Cina, del Giappone, di Singapore e dell’India. La Golden Week limita anche l’operatività sulle obbligazioni.

Sale Hong Kong (+0,2%), Taipei perde lo 0,5%. Seul guadagna lo 0,3%. Invariato l’indice S&P ASX200 di Sidney prima delle comunicazioni sui tassi della Reserve Bank of Australia.

Le azioni di Alibaba hanno perduto il 9% dopo che la tv di Stato, in una corrispondenza da Hangzhou, ha annunciato il fermo di Ma. Solo poche ore dopo è arrivata la rettifica: il fermato non è Jack Ma, il fondatore del colosso Internet.

A Pechino non si può andare al ristorante o in palestra fino a domani.

Meta guida la riscossa del Nasdaq

I future di Wall Street sono in lieve rialzo all’indomani di una seduta molto movimentata; grazie ad un guizzo finale, il Nasdaq ha chiuso in rialzo dell’1,6%, S&P 500+0,6%. Dow Jones +0,3%. Il future dell’indice EuroStoxx 50 stamane è in rialzo dell’1%.

Nvidia e Meta hanno guidato il recupero dei tech con un rialzo superiore al 5%. Circa la metà delle 500 società dell’indice più seguito ha presentato dati da cui emerge una crescita media degli utili di poco superiore al 7%, meglio delle stime.  

Petrolio WTI in lieve ribasso a 105 dollari il barile. Brent a 107 dollari. L’oro è poco mosso a 1.863 dollari l’oncia, sui minimi degli ultimi due mesi e mezzo.

Un flash crash su Stoccolma affonda i mercati. Citi: la colpa è nostra

Il colpo di scena si verifica poco dopo le 10 in una seduta contrastata: l’indice è arrivato a perdere quasi il 4% per qualche istante in quello che le sale operative definiscono un “vuoto d’aria” provocato da una serie di ordini errati sul listino di Stoccolma (-8% in pochi minuti) già agitata dalla notizia di un’incursione aerea russa nei cieli scandinavi. A far partire l’ordine sbagliato da Londra è stato un operatore di Citi che ha ammesso l’errore e limitato le conseguenze. Il flash crash è presto rientrato ma ha contribuito a peggiorare il clima di una seduta dominata da più fattori negativi: la brusca frenata della Cina, l’attesa del rialzo dei tassi Usa, le pessime notizie dal fronte della guerra ucraina.

Cala la fiducia in Europa. Italia ai minimi da giugno 2020

Non giovano nemmeno i dati macro: cala l’indice Pmi dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero tedesco, in aprile a 54,6 punti (da 56,9). Rallentano, seppur di meno, anche i numeri per l’Italia (54,5 punti contro i 55,8 di marzo, ai minimi da giugno 2020) e per l’intera eurozona (55,5 contro 56,5). Non stupisce nemmeno il calo superiore al previsto della fiducia degli operatori (105 punti da 106,7).

Sale lo spread, Btp record al 2,85%

La corsa dei T-bond americani, che hanno infranto la barriera del 3% alla vigilia della riunione del Fomc, ha messo sotto pressione anche le obbligazioni dell’Eurozona.

In tensione il mercato secondario dei Btp nel tardo pomeriggio. Il decennale segna un massimo a un rendimento del 2,85%, record dal marzo 2020. Lo spread si allarga fino a 188 punti. Il Bund tratta ai massimi dal 2015 a +0.96%. Gli investitori guardano al meeting della Fed, ma anche alla riunione politica della Banca d’Inghilterra di giovedì, che probabilmente aumenterà i tassi di 25 punti base.

Milano -1,63%, Bonus da 200 euro sui salari

In questo contesto Piazza Affari arretra dell’1,63% e scivola nuovamente sotto la soglia psicologica dei 24mila punti a 23.857.

Il governo ha deciso la proroga fino all’8 di luglio del taglio delle accise sul carburante e il gas metano. Un secondo provvedimento, con un valore pari a 14 miliardi di euro, prevede un bonus da 200 euro una tantum per i redditi sotto i 35mila euro e sussidi per le imprese. La tassazione sugli extraprofitti da gas e petrolio arriva al 25%.

Il tasso di occupazione al massimo dal 2004

A marzo il tasso di occupazione in Italia è arrivato al 59,9%, record dal 2004, quando sono iniziate le serie storiche. La disoccupazione, all’8,3%, torna ai livelli del 2010. Ma a crescere sono soprattutto i contratti a tempo determinato.

Uno scandalo immobiliare fa tremare Francoforte (-1,11%)

Rosso profondo anche per gli altri listini. Francoforte cede l’1,11%, un risultato accettabile visto il terremoto nel settore immobiliare. Il gruppo Adler è crollato del 40%, sesto pesante ribasso consecutivo e quotazione sui minimi storici, dopo l’annuncio nel fine settimana di una perdita di 1,18 miliardi di euro che il revisore dei conti Kpmg si è rifiutato di certificare. La Bafin, la Consob tedesca, ha acceso un faro e ha fatto sapere di analizzare i movimenti dell’azione prima dell’annuncio di sabato. L’intero consiglio di amministrazione ha offerto le proprie dimissioni. Adler – che possiede un portafoglio immobiliare di circa 10 miliardi – ha emesso bond per 4,5 miliardi. La società è stata denunciata per frode dal fondo Viceroy, per la valutazione di alcuni asset.

Parigi registra una perdita dell’1,66%. Perdono colpi i titoli della moda: Kering -2,3%, Lvmh -2%, Hermès -3,4. Madrid -1,69%. È più pesante il bilancio di Amsterdam: -2,33%.

Lo stacco dei dividendi ha pesato sullo STOXX 600 (che ha perso circa l’8,5% da inizio anno) con i produttori auto come Mercedes-Benz, Bayer, il produttore di componenti auto Continental e il gruppo chimico Basf divenute meno attraenti. Fuori dall’area del blocco è rimasta chiusa Londra per festività.

Corre solo Mediobanca, la sfida Generali continua

Tra i pochi titoli in controtendenza spicca Mediobanca (+2,16%). Non solo perché brilla la trimestrale della controllata CheBanca! (utile netto nei nove mesi + 28%) o per il buy di Equita (raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 12,8 euro). L’attenzione per l’istituto guidato da Alberto Nagel si spiega anche con il clima di battaglia che circonda ancora Generali (-0,83%) dopo l’assemblea di venerdì. Ieri sera il cda del Leone ha confermato quale ceo Philippe Donnet con 10 vori a favore, contrari i 3 consiglieri della lista Caltagirone.

Perdono colpi Unicredit (-2,8%) e Intesa (-1,7%)

Ad aprile meno di 100 mila auto in Italia. Stellantis -3,02%

Giù il comparto auto in linea con la frenata del settore in Europa (-2,7%). In Italia ad aprile sono state vendite meno di 100 mila vetture (97.339 -32%). Peggio fa Stellantis (-3,02%) che ha venduto il 41% in meno. Giù anche Cnh (-1,20%) nonostante la cessione per 350 milioni di dollari della Raven Engineering acquisita un anno fa. Pirelli -2,76%.

In rosso Stm e Prysmian. Maglia nera a Tenaris

Pesante anche Stm (-2,53%) sull’onda dell’arretramento del Nasdaq e della notizia che Apple sta studiando un sistema per evitare l’uso dei chip. Giù Prysmian (-3,75%).

Forti ribassi nel settore petrolifero. La maglia nera di giornata tocca a Tenaris (-3,85%); deboli anche Eni, Maire (-2,6%) e Saipem (-1,4%).

Il diesel fa volare Saras: +70% da gennaio

In controtendenza Saras (+5,7%) che continua il rally (+70% da gennaio) grazie all’aumento dei margini di raffinazione sul diesel. In terreno positivo Italgas (+0,16%) dopo i risultati del primo trimestre.

Commenta