Dal 29 marzo fino al 12 aprile, 41 fotografie di Diane Arbus, costituisono il catalogo dell’asta online PHOTOGRAPHS BY DIANE ARBUS di Christie’s.
Molte di queste immagini fanno parte della retrospettiva a lei dedicata organizzata dal San Francisco Museum of Modern Art, opere degli anni ’50, ’60, ’70 che sono sono state esposte anche Metropolitan Museum of Art di New York e al Victoria and Albert Museum di Londra.
Le stime partono da 4,000 e arrivano ad 8,000 USD. Sicuramente l’asta prenderà maggiore “vivacità” con l’avvicinarsi della scadenza, dove accorreranno i collezionisti che con il fiato sospeso cercheranno di aggiudicarsi l’opera preferita.
Diane Nemerov, nasce il 14 marzo del 1923, da una ricca famiglia ebrea di origine polacca. Seconda di tre figli – il maggiore dei quali, Howard, è stato uno dei più amati poeti contemporanei americani, la minore Renée invece una nota scultrice. Durante l’adolescenza incontra Allan Arbus, che sposerà non appena ragiunto i diciotto anni, dal quale ebbe due figlie: Doon ed Amy. E’ dal marito che comincia a scoprire il mestiere di fotografo, dapprima come assistente lavorando insieme nel campo della moda per riviste come Vogue, Harper’s Bazaar e Glamour. Più tardi Diane decide di separararsi, ma manterrà il cognome del marito, diventanto per sempre Diane Arbus. Frequentatrice del jet set americano frequenta noti personaggi come Robert Frank e Louis Faurer e ancora Stanley Kubrick, il quale ammirando il lavoro della fotografa la omaggiò in Shining, rubando la composizione delle gemelline Grady da una delle sue più celebri foto scattate.
Diane Arbus è stata un’artista instancabile, dedicando molto tempo alla ricerca, esplorando tecniche e ricercando luoghi e persone che meglio la ispirassero, spesso ritrova quella sua forza di espressione proprio in sobborghi scoprendo la forza espressiva della povertà e delle miserie morali.Ma è solo l’inizio di questa ricerca, e più tardi sostenuta da amici come Richard Avedon, comincerà a fotografare travestiti, omosessuali, nudisti, ritardati mentali e gemelli, ma anche gente “normale” catturata in atteggiamenti insoliti che solo lei sa cogliere. Gli anni ’60 furono anni pieni di soddisfazioni, premi ed esposizioni nei più importanti musei, ma sempre insufficienti ed incapaci di sostenerla nella sua lotta contro la depressione, muore nel 1971 per l’aggravrasi dell’epatite che già l’aveva resa più debole da tempo.
