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Debito sovrano sotto pressione, la Bce lancia l’allarme: crescita economica fragile e rischio per la sostenibilità

La Bce avverte che il debito sovrano e la crescita debole rappresentano rischi concreti per l’Eurozona, con l’Italia tra i Paesi più esposti. Nonostante le banche dell’Eurozona siano ben capitalizzate, le incertezze politiche e i rischi geopolitici continuano a pesare sulla ripresa economica

Debito sovrano sotto pressione, la Bce lancia l’allarme: crescita economica fragile e rischio per la sostenibilità

La Bce ha lanciato un avvertimento chiaro: il debito sovrano rimane una delle principali vulnerabilità per l’Eurozona, e una crescita economica debole potrebbe mettere a rischio la stabilità finanziaria. Sebbene il settore bancario sia ben capitalizzato e in grado di resistere, la situazione resta delicata, soprattutto in un contesto di incertezze politiche e rischi geopolitici. La ricetta della Bce è altrettanto chiara: prudenza, vigilanza costante e solidità, per affrontare le sfide economiche e politiche che potrebbero compromettere la ripresa.

Debito sovrano: un fardello che persiste

Nel rapporto di novembre, il vicepresidente della Bce Luis de Guindos ha sottolineato che, sebbene ci siano stati miglioramenti nel rapporto debito/Pil, molti Paesi dell’Eurozona sono ancora alle prese con alti livelli di debito e bilanci pubblici fragili. La Bce avverte che l’aumento dei tassi d’interesse – una conseguenza dei tassi bassi precedenti – farà crescere il costo per rifinanziare il debito, aggravando la situazione dei Paesi già in difficoltà. In particolare, Italia, Grecia, Spagna e Portogallo sono più vulnerabili agli “attacchi” dei mercati, con il rischio che eventi imprevisti, come crisi politiche o economiche, inneschino un effetto domino che minaccia la fiducia degli investitori.

Banche resilienti, ma non senza rischi

La Bce segnala che, sebbene le banche dell’Eurozona siano ben capitalizzate e quindi non troppo vulnerabili ai rischi derivanti dall’aumento dei costi del debito, rimangono comunque delle preoccupazioni. Raccomanda di mantenere i “cuscinetti” di capitale attuali per proteggere le banche in caso di scossoni. Inoltre, la maggior parte dei titoli di Stato è detenuta al costo ammortizzato, riducendo il rischio di reazioni eccessive nel breve periodo. Nonostante la resilienza del sistema, la volatilità sui mercati azionari e sui crediti aziendali resta elevata, con impatti soprattutto sulle piccole e medie imprese – che potrebbero affrontare costi di finanziamento più alti – e sulle famiglie a basso reddito.

Anche il settore immobiliare commerciale solleva preoccupazioni. La Bce teme che l’aumento delle perdite sui crediti possa avere effetti negativi per banche e fondi d’investimento. Tuttavia, grazie alla solida capitalizzazione delle banche, il sistema bancario è in grado di gestire il deterioramento della qualità del credito senza entrare in crisi. Per evitare rischi sistemici, la Bce raccomanda di continuare a concedere credito in modo responsabile, adottando misure prudenziali.

Il commercio globale e le sfide geopolitiche: il quadro è ancora incerto

Non basta un buon capitale bancario per risolvere tutto. La Bce ha sottolineato che la crescita debole non è l’unico fattore di preoccupazione: l’incertezza politica, le nuove potenziali barriere commerciali (i dazi) e i rischi geopolitici (pensiamo alla situazione in Ucraina o alla tensione tra Usa e Cina) potrebbero rallentare ulteriormente il commercio globale, mettendo sotto pressione la ripresa economica nell’Eurozona.

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