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Dazi, Brexit e Rousseau raffreddano le Borse ma lo spread va giù

Wall Street apre in ribasso per i venti freddi della guerra commerciale Usa-Cina ma anche Brexit e il voto sul governo italiano tengono i mercati sulla corda – Il differenziale Btp-Bund però scende nell’ipotesi che alla fine nasca il Conte 2.

Dazi, Brexit e Rousseau raffreddano le Borse ma lo spread va giù

Stretti fra le dispute sui dazi, la debolezza di Wall Street, lo scontro sulla Brexit e il voto online dei 5 Stelle, i mercati europei non trovano varchi per girare in positivo e chiudono in modesto calo: Francoforte -0,33%; Parigi -0,49%; Madrid -0,11%; Londra -0,2%; Zurigo -0,68%.

Piazza Affari limita le perdite allo 0,25, scendendo a 21.399 punti base, mentre prosegue il rally dei Btp sul mercato secondario. Il rendimento del decennale centra un nuovo minimo storico a +0,87% e lo spread con il Bund crolla del 5,14% a 159 punti base. Gli investitori scommettono evidentemente sul sì dei pentastellati alla nascita di un governo giallorosso più europeista del precedente, in attesa dell’esito del voto sulla piattaforma Rousseau.

Wall Street torna agli scambi e parte male, dopo il lungo fine settimana per la festa di ieri. I listini principali di New York sono in rosso e reagiscono per la prima volta all’entrata in vigore di nuove tariffe (domenica) e al ricorso di Pechino al Wto. Proseguono inoltre le schermaglie verbali fra i due paesi, sostenute soprattutto dalle stoccate di Donald Trump, mentre non è chiaro il calendario dei nuovi incontri di settembre, anche se il presidente Usa dice che restano in programma. Dal fronte macro l’indice Ism, che misura l’attività manifatturiera americana, in agosto è sceso a 49,1, livello più basso da gennaio 2016. Un dato che frena il dollaro. L’euro vale 1,0962 dollari. 

Il clima incerto rende euforico l’oro, che spinge sull’acceleratore muovendosi al momento intorno a 1556,45 dollari l’oncia. 

Nel settore energetico il Brent cede l’1,52% e scende a 57,77 dollari al barile; Wti -2,74%, 53,34 dollari al barile. Soffrono, in scia, i titoli petroliferi di Piazza Affari, Saipem -2,42%; Tenaris -2,54%; Eni -0,8%.

La blue chip peggiore di Milano però è Cnh, -3,46%, al termine di una seduta in altalena nel giorno della presentazione a New York del nuovo piano industriale, con l’ufficializzazione dello spin off di Iveco. Perdono terreno la Juventus -2,84%; Leonardo -2,17%; Moncler -1,66%.

Le banche si fermano in ordine sparso. Sul listino principale svetta Bper, +1,67%; ma fuori da questo perimetro la stella più brillante è Monte Paschi +2,78%.

Fra le big cap in rialzo ci sono anche Prysmian +1,11%; Fiat +0,88%, che si avvale di nuove speculazioni sul suo possibile futuro con Renault; Azimut +0,77%. Fuori dal paniere principale Mediaset cede lo 0,96%, fermandosi a 2,78 euro per azione, poco sopra il prezzo di recesso (2,77), alla vigilia dell’assemblea per il riassetto.

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