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Covid, l’export del Piemonte si salva grazie a caffè e cioccolato

La consueta analisi della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo sui 12 distretti produttivi piemontesi ha invece rivelato la grande sofferenza di tessile e oreficeria.

Covid, l’export del Piemonte si salva grazie a caffè e cioccolato

Riprendono vigore le esportazioni dei distretti produttivi del Piemonte nel terzo trimestre del 2020. Superato lo choc del primo semestre, gli effetti della pandemia hanno continuato a farsi sentire ma in misura inferiore, stando almeno all’analisi della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo sui dodici distretti e i due poli tecnologici del Piemonte. L’andamento delle esportazioni è però fortemente diversificato tra settori e tra distretti: a fare la performance migliore, come era stato anche nei mesi precedenti, è l’agroalimentare, che addirittura nei primi nove mesi del 2020 ha fatto meglio che nello stesso periodo del 2019, grazie ad un primo trimestre di buona crescita (+5,8%), un secondo trimestre di calo (-5,8%) e un buon recupero nel terzo trimestre (+3,9%).

Il comparto che ha patito maggiormente è stato invece quello della Moda e del Tessile, penalizzato lato offerta dai problemi di approvvigionamento e dalla sospensione delle attività e, lato domanda, dalla riduzione del reddito delle famiglie, dalla bassa propensione all’acquisto di beni voluttuari, dal blocco degli spostamenti, nonché dai mancati consumi dei turisti. Malissimo anche l’oreficeria, solitamente trainata dal distretto orafo di Valenza, che invece nel periodo esaminato è stato il peggiore in assoluto: ha visto dimezzarsi le proprie esportazioni nei primi 9 mesi dell’anno, fortemente penalizzato dalla bassa propensione all’acquisto, dal contrarsi del reddito delle famiglie e dal venir meno delle occasioni di spesa legate a cerimonie e turismo.

Va detto comunque che il settore ha sofferto a livello nazionale: nei primi 10 mesi, in tutta Italia, la produzione si è contratta del 31,3% e il fatturato del 28,7%. Comunque, escludendo Valenza, le esportazioni distrettuali piemontesi hanno accusato un calo più contenuto: del 12,2% nei primi 9 mesi 2020 e solo del 2,5% nel terzo trimestre 2020, meglio della media italiana. Tornando all’agroalimentare, il distretto più brillante si è confermato essere quello di Caffè, confetterie e cioccolato, che nel terzo trimestre ha visto crescere le esportazioni del 14,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, grazie al contributo positivo di tutti i principali mercati di sbocco, in particolar modo Germania, Russia e Francia.

In crescita anche la Nocciola e frutta piemontese (+6,5%), grazie all’incremento dell’export verso la Germania. Si sono distinti positivamente anche i Vini delle Langhe, Roero e Monferrato (+5,4%), ancora una volta sostenuti dalle esportazioni verso gli Stati Uniti. Col segno negativo invece i Dolci di Alba e Cuneo (che però continuano ad andare forte sul mercato arabo e britannico) e il Riso di Vercelli, che segna un -2% nonostante la buona domanda dalla Svizzera.

“Il calo tendenziale dell’export nel terzo trimestre – ha commentato Teresio Testa, Direttore regionale PiemonteValle d’Aosta e Liguria di Intesa Sanpaolo – si è assestato intorno al 10%, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.  Non è un quadro positivo, ma è superabile, perché legato ad eventi estemporanei, mentre la crescita dei distretti piemontesi è solida e fondata. Continueremo ad accompagnarla, anche con nuove misure per aiutare le imprese a sostenere il debito in un’ottica di più lungo periodo. Le previsioni sulla domanda internazionale per il 2021 sono incoraggianti. L’export distrettuale può tornare a crescere, soprattutto nella seconda parte dell’anno, quando una diffusione sufficientemente ampia dei vaccini ‘normalizzerà’ i comportamenti dei consumatori e delle imprese e si inizieranno a sentire gli effetti del Recovery Plan europeo sugli investimenti”.

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