Condividi

Covid-19 non frena le utility: conti in crescita per Terna, Hera e Acea

Nonostante l’emergenza Covid le tre utility chiudono i primi sei mesi del 2020 con Tutti i parametri economico-finanziari in rialzo – Acquisti in Borsa

Covid-19 non frena le utility: conti in crescita per Terna, Hera e Acea

Le utility reggono i colpi della crisi innescata dalla pandemia di Covid-19. Lo dimostrano i dati positivi pubblicati da Terna, Hera e Acea in relazione al primo semestre del 2020. Numeri che tengono conto dei mesi più difficili, quando la pandemia di coronavirus è esplosa nel nostro Paese, costringendo il governo a imporre restrizioni e lockdown. Ad apprezzare i risultati c’è anche la Borsa dove tutti e tre i titoli viaggiano in netto rialzo in una giornata negativa (-0,7% il Ftse Mib) per il mercato: le azioni della società che gestisce la rete elettrica nazionale guadagnano lo 0,4%, quelle della multiutility bolognese segnano +1,31%, mentre il titolo della collega romana sale del 2,97%. 

I CONTI DI TERNA

Tutti positivi i parametri economico-finanziari di Terna contenuti nella prima semestrale targata Stefano Donnarumma. Al 30 giugno 2020 i ricavi della società registrano un netto rialzo (+7,8%), arrivando a quota 1,183 miliardi da 1,097 miliardi del 2019 (+9,8% a 615,6 milioni di euro nel secondo trimestre). In miglioramento anche l’ebitda, salito del 3,5% a 876 milioni di euro, mentre l’ebit del periodo, a valle di ammortamenti e svalutazioni, è pari a 573,7 milioni di euro, cifra che si confronta con i 557,5 milioni di euro dei primi sei mesi del 2019 (+2,9%).

L’utile netto di gruppo si attesta a 377,5 milioni di euro (+3%) nel semestre, mentre nel solo secondo trimestre, l’utile ha registrato un incremento del 5,7% a 190,9 milioni di euro. 

Al 30 giugno 2020, il patrimonio netto attribuibile alla capogruppo è pari a 4,166 miliardi di euro, a fronte dei 4,190 miliardi di euro al 31 dicembre 2019.

Nonostante il lockdown, nei primi sei mesi dell’anno Terna ha investito sulla rete 428 milioni di euro, una cifra superiore dell’8% rispetto ai 396,3 milioni al 31 dicembre 2019. Tra i principali interventi del periodo la società segnala l’entrata in esercizio dell’elettrodotto Benevento III-Pontelandolfo, l’avanzamento dei cantieri per l’interconnessione elettrica Italia-Francia, il riassetto della rete elettrica in alta tensione in Sicilia, nell’Alto Bellunese e dell’area metropolitana di Napoli.

Infine l’indebitamento finanziario netto del gruppo è salito a quota 8,846 miliardi di euro dai precedenti 8,258 miliardi. 

Aprendo la conference call sui risultati l’ad Donnarumma ha chiarito che non si attendono “impatti economici” dall’emergenza Covid-19 sulle attività e i risultati di Terna. Il manager ha sottolineato di “aver preso la guida di una società con risultati solidi e un management molto motivato” e “di essere orgoglioso di guidare un gruppo che può essere al centro della transizione e ripresa del Paese”. Il gruppo, ha aggiunto, “è ben posizionato per raggiungere i target”

Nel comunicato sul semestre la società precisa che “considerando l’attuale situazione di progressiva normalizzazione delle attività sul territorio nazionale, i risultati del Gruppo per il 2020 sono ad oggi attesi in linea con le guidance comunicate ai mercati”.

 I CONTI DI HERA

Per quanto riguarda i conti, Hera ha chiuso i primi sei mesi del 2019 con ricavi in leggero rialzo (+0.9%) a quota 3,4 miliardi di euro, mentre il margine operativo lordo ha registrato un miglioramento del 2,5% arrivando a 560 milioni. Il risultato operativo è salito a 295,7 milioni, in crescita di 6,8 milioni (+2,4%) rispetto all’analogo periodo del 2019, mentre è rimasto stabile l’utile netto, attestatosi a 175 milioni (+0,6%).

Al 30 giugno la posizione finanziaria netta è a 3,083 miliardi, in riduzione (-5,8%) rispetto ai 3.274,2 milioni al 31 dicembre 2019. Infine, per quanto riguarda gli investimenti, nei primi sei mesi del 2020 gli investimenti complessivi del gruppo hanno raggiunto quota 240,6 milioni di euro, in aumento del 16,2% rispetto ai 207,0 milioni al 30 giugno 2019. 

La società sottolinea “un buon contributo sia della crescita organica sia delle recenti variazioni di perimetro, che hanno più che compensato gli effetti negativi dell’emergenza che ha interessato il Paese”, e che in relazione al Covid sono state messe in campo ulteriori attività a sostegno di tutti gli stakeholder. Nella nota Hera evidenzia inoltre la “solida base clienti nei settori energetici, in forte aumento a 3,3 milioni di clienti, grazie alla recente partnership con Ascopiave”.

“Siamo soddisfatti di essere riusciti a proteggere i risultati semestrali dagli impatti negativi dell’emergenza Coronavirus e continueremo ad impegnarci per continuare a perseguire la crescita anche nella seconda parte dell’anno, in linea con i target che ci siamo prefissati nel nostro Piano industriale, augurandoci che anche il contesto esterno si avvii verso la totale ripresa. Le nostre solite leve di crescita (crescita organica e M&A) ci hanno consentito di continuare a creare valore per i nostri azionisti, con la distribuzione a inizio luglio di oltre 160 milioni di euro di dividendi complessivi, interamente coperti dalla generazione di cassa del periodo”, ha affermato il presidente di Hera, Tomaso Tommasi di Vignano. 

I CONTI DI ACEA

Semestre positivo anche per la municipalizzata capitolina che ha registrato un risultato netto pari a 144 milioni, in crescita dell’1% rispetto allo stesso periodo del 2019. I ricavi consolidati toccano quota 1,6 miliardi, in aumento del 4% grazie soprattutto all’incremento dei ricavi dei business regolati e in particolare del servizio idrico integrato che ha contribuito per 92 milioni di euro, di cui 55 milioni riferiti al consolidamento integrale di Acquedotto del Fiora (AdF), spiega la società. 

Si impenna la redditività, con l’ebitda che sale del 13% a 559 milioni di euro, mentre l’ebit cresce del 7% a 277 milioni di euro. 

In forte rialzo anche gli investimenti, che rispetto ai primi sei mesi del 2019 sono aumentati del 20% a 411. Sale l’indebitamento finanziario che dai 3,063 miliardi del 31 dicembre arriva a 3,528 miliardi di euro. 

Il neo ad Giuseppe Gola, che ha preso il posto di Donnarumma alla guida di Acea, parla di “una crescita strutturale, che conferma la solidità dei fondamentali anche in un periodo di difficoltà dovuto alla crisi sanitaria”. “Questa performance – ha spiegato – è stata possibile grazie agli importanti investimenti realizzati sulle nostre infrastrutture e all’impegno costante sul territorio delle nostre persone che hanno garantito qualità e continuità nell’erogazione di tutti i nostri servizi e rispettando il piano degli investimenti”.

Per quanto riguarda la guidance, Acea ha rivisto al rialzo le stime sull’ebitda, indicato al di sopra dell’8% rispetto al 2019. Confermati gli investimenti sostanzialmente in linea con il 2019 e con il piano Industriale 2019-2022 e l’indebitamento finanziario netto, a fine 2020, tra 3,45 miliardi e 3,55 miliardi di euro. 

Commenta