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Coronavirus: autocertificazione, ecco come compilarla

Il decreto del Governo prevede spostamenti solo per “comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute”: va compilato un modulo scaricabile dal sito del Ministero dell’Interno – Il Viminale chiarisce: “L’autocertificazione è un obbligo e la falsa dichiarazione è reato”.

Coronavirus: autocertificazione, ecco come compilarla

Premesso che è meglio che tutti stiano a casa, per chi invece ha il diritto (per motivi rigorosamente stabiliti) di muoversi in quella grande zona a rischio che è tutta l’Italia, lo strumento – come spiegato dal premier Giuseppe Conte nella conferenza stampa di presentazione dell’ennesimo Dpcm anti-coronavirus – è quello dell’autocertificazione. La procedura però è specifica: non basta dichiarare verbalmente la propria giustificazione per muoversi o improvvisare un appunto scritto, ma va compilato un modulo apposito, scaricabile dal sito del Ministero dell’Interno. Il modulo, che va firmato e che sarà controfirmato dalla polizia o da chi farà il controllo, ricorda esplicitamente al cittadino di rischiare – in caso di dichiarazione non veritiera – di incorrere in conseguenze penali, ai sensi dell’articolo 495 del codice penale (falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identità o su qualità personali proprie o di altri).

Vale la pena anche ricordare, a chiare lettere, quali sono gli unici casi (per quanto elencati in maniera forse un po’ troppo generica) in cui gli spostamenti possono essere giustificati: “comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute”. Chi non può stampare il modulo può comunque copiarne il testo e portarlo con sé, così come chi deve fare lo stesso spostamento più volte (tragitto casa lavoro, ad esempio) può utilizzare un unico modulo, specificando però che si tratta di un impegno a cadenza fissa. Se si viene fermati, le forze dell’ordine possono poi fare verifiche anche successive: visto il numero di italiani coinvolti le operazioni di controllo saranno lunghe e complicate, ma in ogni caso spetterà poi ai cittadini dimostrare di aver detto la verità.

Se i riscontri della polizia o di altri pubblici ufficiali saranno negativi, scatterà la denuncia: il reato contestato (inosservanza di un provvedimento dell’autorità) prevede l’arresto fino a tre mesi, oltre che una ulteriore denuncia per reati dolosi contro la salute pubblica.

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