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Coronavirus, la stretta si estende a tutta l’Italia

TUTTI A CASA – Il Governo estende le misure di massima sicurezza a tutto il Paese, limitando gli spostamenti delle persone, così come le attività di bar e ristoranti- Stop a cinema, teatri e palestre – Si ferma anche il mondo dello sport, calcio in testa – Nessun blocco invece per tram, metro e autobus – Scuole chiuse fino al 3 aprile in tutta Italia – Multe e sanzioni per chi non si atterrà alle restrizioni anti-coronavirus

Coronavirus, la stretta si estende a tutta l’Italia

Lotta senza quartiere al coronavirus e, nel limite del possibile, tutti a casa. Le severe misure di sicurezza, già in vigore per la Lombardia e parte del Veneto e dell’Emilia-Romagna, si estendono da subito e almeno per tutto il mese di marzo a tutta l’Italia. Lo ha deciso per decreto il Governo dopo una rapida consultazione con le forze dell’opposizione, che si sono unanimemente dichiarate favorevoli a tutte le misure restrittive del caso per sconfiggere il più velocemente possibile l’epidemia che continua a provocare moti e contagi.

Gli spostamenti da un Comune all’altro sia in auto che in moto, a piedi, in treno e in aereo saranno perciò limitati al massimo, salvo che non ricorrano motivi di salute o di lavoro, pena incorrere in pesanti sanzioni. Per giustificare i propri spostamenti ognuno dovrà compilare un modulo di autocerficazione che spiega le ragioni del suo spostamento. Vietati in ogni città o paese gli assembramenti e distanza di sicurezza nei locali pubblici. Nessuna limitazione però per tram, metrò e autobus.

Le scuole di ogni ordine e grado e le Università resteranno chiuse fino al 3 aprile. Rinviate anche le udienze giudiziarie non urgenti.

Stretta anche per bar e ristoranti, aperti sì ma solo fino alle ore 18, e per cinema, palestre, teatri e musei, che dovranno rimanere chiusi.

Si ferma tutto lo sport, calcio compreso: niente più partite perciò – nemmeno a porte chiuse – fino ad aprile.

Il Governo ha anche annunciato che metterà a disposizione altri mezzi per sostenere l’economia italiana e in particolare le imprese e le famiglie per ridurre gli effetti del Coronavirus.

LE PAROLE DI CONTE

“Sto per firmare un provvedimento che possiamo sintetizzare con l’espressione ‘io resto a casa’. Non ci sarà più una zona rossa, una zona uno e una zona due: ci sarà l’Italia, che sarà zona protetta per intero”. In una conferenza stampa iniziata poco dopo le 21.30, il capo del governo, Giuseppe Conte, ha illustrato il nuovo decreto della Presidenza del Consiglio con cui di fatto si estendono a tutta Italia le limitazioni previste nel provvedimento precedente per la cosiddetta “zona arancione”, che quindi ora non esiste più.

“Su tutto il territorio nazionale saranno da evitare gli spostamenti – ha spiegato ancora Conte – se non per tre motivi: comprovate ragioni di lavoro, casi di necessità e motivi di salute. Automaticamente portiamo la sospensione delle attività didattiche fino (dal 15 marzo, ndr) al 3 aprile: questo vale per le scuole di ogni ordine e grado e per le Università”.

Inoltre, il Presidente del Consiglio ha annunciato che il Governo aggiunge anche “un divieto di assembramento all’aperto in locali aperti al pubblico. Abbiamo visto in questi giorni foto di movida: non ci possiamo permettere più queste occasioni di aggregazione che diventano occasioni di contagio. Sono consapevole della responsabilità e della gravità della decisione. Ma dobbiamo agire in modo deciso per tutelare le persone più fragili e vulnerabili. Tutti noi abbiamo una grande responsabilità: la decisione giusta oggi è rimanere a casa. Ognuno deve fare la propria parte”.

Infine, “abbiamo anche adottato una misura per le manifestazioni sportive – ha detto ancora Conte – Non c’è ragione per cui debbano proseguire: penso al campionato di calcio. Non consentiremo neppure che possano essere utilizzate le palestre per lo svolgimento delle attività sportive”.  

Il numero uno di Palazzo Chigi si è detto poi “consapevole di quanto sia difficile cambiare le proprie abitudini. Capisco le famiglie e i giovani, ma purtroppo non c’è tempo: stiamo avendo una crescita importante dei contagi, delle persone ricoverate in terapia intensiva e sub-intensiva e anche dei decessi”.

“Le nostre abitudini vanno cambiate ora: dobbiamo rinunciare tutti a qualcosa per il bene dell’Italia: lo dobbiamo fare subito e ci riusciremo solo se collaboreremo tutti e ci adatteremo a queste norme più stringenti. Il nostro obiettivo primario è tutelare la salute di tutti cittadini, anche a discapito di altri interessi, pur legittimi”.

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