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Contratto Scuola: tutti gli aumenti per docenti, personale Ata e direttori amministrativi 

Firmato, ma non dalla Uil, il nuovo contratto scuola, università e ricerca per il triennio 2019-2021 – Aumenti medi di 124 euro, ecco tutte le ultime novità

Contratto Scuola: tutti gli aumenti per docenti, personale Ata e direttori amministrativi 

Dopo mesi di attesa e confronto è stato finalmente firmato il contratto scuola, università e ricerca per il triennio 2019-2021. Le novità più attese riguardano gli aumenti che saranno in media di 124 euro lordi al mese, e riguarderanno non solo i docenti, ma anche il personale Ata e i direttori amministrativi. Previste inoltre diverse misure volte a regolare le condizioni di lavoro e l’attività di tutor e orientatori. Il Governo ha inoltre accettato di stanziare ulteriori 72 milioni di euro per chiudere la questione. 

Contratto scuola: tutti gli aumenti 

Dopo l’intesa di fine 2022, la stragrande maggioranza dei lavoratori del comparto scuola aspettava di sapere se il nuovo contratto avrebbe davvero portato con sé aumenti retributivi e il loro importo. Ebbene, secondo quanto previsto dall’accordo, ci sarà un aumento di 124 euro lordi al mese per gli insegnanti, di 94 euro lordi al mese per il personale Ata e di 190 euro al mese per i direttori amministrativi.

Le altre novità del contratto scuola

L’intesa riguarda in totale 1,2 milioni di dipendenti, di cui 1,15 milioni appartenenti ai settori scuola e Afam (inclusi gli 850mila insegnanti), e 77.255 lavoratori dei settori università ed enti di ricerca (esclusi i docenti). 

Il contratto prevede diverse novità riguardanti la regolamentazione delle condizioni di lavoro, prima tra tutte quella riguardante il lavoro agile che durante la pandemia – con la Dad – aveva creato perplessità e incertezze. Al momento, il contratto regola l’attività non didattica a distanza dei docenti e regolamenta l’attività di tutor e orientatori, due nuove figure volute dal ministero che ora vengono inquadrate come funzioni professionali.

Durante le trattative sono state riviste le disposizioni relative al personale scolastico, al personale amministrativo delle università e delle accademie e conservatori, mentre per il personale degli enti di ricerca è previsto un accordo integrativo In particolare, per gli enti di ricerca, l’accordo prevede una successiva trattativa per la definizione dell’ordinamento professionale e per risolvere la questione delle risorse aggiuntive per gli enti di ricerca non vigilati dal Ministero dell’Università e della Ricerca (Mur).

Ministri e sindacati soddisfatti, ma la Uil non firma il contratto

“Il nuovo contratto segna un importante passo avanti verso una sempre maggiore 

valorizzazione di tutto il personale della scuola, sia docenti sia Ata”, ha detto il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. 

“Si tratta di un passo fondamentale per il miglioramento delle condizioni di lavoro in un settore cruciale per la crescita del Paese”, aggiunge il ministro della pubblica amministrazione Paolo Zangrillo. 

Per quanto riguarda i sindacati, Maurizio Landini, segretario Generale della Cgil, parla di “risultato importante”, mentre Luigi Sbarra, numero uno della Cisl commenta: “Una grande notizia che riguarda un milione e duecentomila persone nel comparto pubblico”. “Abbiamo ottenuto risultati apprezzabili considerata la base di partenza. Ora però si apra subito la trattativa per il contratto del periodo 2022-2024”, aggiunge  Rino Di Meglio della Gilda.

Di tutt’altro avviso la Uil che ha deciso di non apporre la propria firma sul nuovo contratto. I motivi? “Il nodo politico sulla mobilità, la mancata valorizzazione del personale Ata, la precarizzazione del lavoro delle segreterie, l’assenza di riferimenti alle scuole italiane all’estero e la parte dedicata alle relazioni sindacali, che non convince”, ha spiegato il segretario scuola Giuseppe D’Aprile.

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