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Consultazioni, M5S: “No a elezioni, il nostro piano in 10 punti”

Concluse le Consultazioni al Quirinale – Di Maio non nomina il PD, ma allontana le elezioni – Salvini apre all’ex alleato, il PD pone 3 nuove condizioni che fanno salire la tensione. Il riassunto della giornata di oggi.

Consultazioni, M5S: “No a elezioni, il nostro piano in 10 punti”

Le consultazioni finiscono qui. Le principali forze politiche italiane sono salite al Colle esponendo le proprie intenzioni al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Ecco, punto per punto, cosa hanno detto.

DI MAIO PRESENTA IL PIANO DEL M5S

Il capo politico dei Cinque Stelle, Luigio Di Maio, si copre nel corso delle dichiarazioni fatte alla stampa dopo l’incontro con il Capo dello Stato, non nomina mai il PD, né risponde direttamente o indirettamente ai punti posti ieri e oggi dai democratici per formare una nuova maggioranza.

“Abbiamo portato all’attenzione del capo dello Stato le nostre preoccupazioni, soprattutto quelle relative all’economia” dice Di Maio. “Il M5S ha la maggioranza relativa in Parlamento, ricorda l’ex vicepremier che poi elenca i 10 obiettivi prioritari per il M5S.

  1. taglio del numero dei parlamentari;
  2. manovra equa che preveda lo stop all’aumento dell’Iva, il salario minimo, il taglio del nucleo fiscale, il sostegno alle famiglie, alle nascite, alla disabilità, l’abbassamento delle tasse alle imprese che assumono;
  3. sostegno all’ambiente per far diventare l’Italia 100% rinnovabile;
  4. legge sul conflitto d’interessi e riforma della Rai ispirata al modello BBC inglese;
  5. dimezzamento dei tempi della giustizia e riforma dei meccanismi di elezione del Csm.
  6. autonomia differenziata e riforma degli enti locali;
  7. legalità: carcere per i grandi evasori, lotta alle mafie e ai traffici illeciti;
  8. piano straordinario di investimenti per il Sud anche attraverso l’Istituzione di una banca pubblica per gli investimenti;
  9. riforma del sistema bancario che separi le banche d’investimento dalle banche commerciali;
  10. tutela dei beni comuni: come la scuola pubblica, l’acqua pubblica, revisione concessioni autostradali.

“I cittadini che ci hanno votato il 4 marzo, l’hanno fatto per cambiare l’Italia non il Movimento e penso anche che il coraggio non è di chi scappa ma chi prova fino in fondo a cambiare le cose, anche sbagliando con sacrificio e provando a fare le cose.” Poi aggiunge: “Abbiamo specificato al presidente della Repubblica che il voto è un’opzione che non ci intimorisce affatto. Ma il voto non può essere la fuga delle promesse fatte agli italiani“, sottolinea Di Maio, chiudendo de facto alla possibilità di indire elezioni anticipate.

“In queste ore sono state avviate tutte le interlocuzioni necessarie per avviare una maggioranza solida che voglia convergere sui punti che abbiamo espresso in precedenza. Noi non lasciamo affondare la nave, non lasciamo che a pagare siano gli italiani”, conclude il leader pentastellato.

SALVINI: “LA VIA MAESTRA È IL VOTO”, MA APRE DI NUOVO A DI MAIO

Salvini attacca il possibile accordo tra PD e Movimento 5 Stelle che secondo lui avrebbe come unico fine quello di essere “contro la Lega, è la vecchia politica” e il giorno dopo aver dato la colpa ai pentastellati per la caduta del Governo, si riappropria della responsabilità: “Era un Governo fermo”, dice. Poco dopo lancia un nuovo segnale di apertura all’ex alleato, Luigi di Maio perché “ai no si sostituiscano i sì”, dice l’ex vicepremier. “Se poi qualcuno mi dice “ragioniamo perché i “no” diventano “si”, miglioriamo la squadra, diamoci un obiettivo, facciamo qualcosa “non contro” ma “per”, io l’ho sempre detto, sono una persona concreta, non porto rancore guardo avanti, non indietro”. 

“Ho scoperto che tanti no, si sarebbero trasformati in si. Ci sono alcuni 5s che appoggerebbero una manovra coraggiosa: ho scoperto che ci sarebbero alcuni disponibili. Aver scoperchiato il vaso è stato utile per capire. Ma malgrado gli insulti, vado avanti”. “Ero consapevole di un governo fermo, ma se si vuol far ripartire il Paese noi siamo pronti senza pregiudiziali senza guardare indietro”, termina Salvini.

PD CHIEDE GOVERNO DI DISCONTINUTA’ MA PONE 3 CONDIZIONI

Il Partito Democratico ribadisce quanto stabilito ieri dalla Direzione del Partito e avanza davanti al Presidente della Repubblica la proposta di proseguire la legislatura con un “Governo di svolta”, che operi in profonda discontinuità rispetto alla linea seguita fino a pochi giorni fa dall’Esecutivo Conte: “Abbiamo manifestato al presidente della Repubblica la disponibilità a verificare la formazione diversa maggioranza e l’avvio di una fase politica nuova e un governo nel segno della discontinuità politica e programmatica“, ha detto il segretario del Pd Nicola Zingaretti al termine dell’incontro con Mattarella. “Non un governo a qualsiasi costo: serve un governo di svolta, alternativo alle destre, con un programma nuovo, solido, una ampia base parlamentare e ridia una speranza agli italiani. Se non dovessero esistere queste condizioni, tutte da verificare, lo sbocco naturale della crisi sono nuove elezioni anticipate alle quali il Pd è pronto“. Il Pd ritiene “utile” provare a costituire un “governo di svolta” per il quale “abbiamo indicato i primi non negoziabili principi”: primo tra tutti la riconferma della “vocazione europeista” dell’Italia.

In realtà, rispetto alle attese, Zingaretti ha molto frenato sulle aperture della Direzione ponendo 3 pregiudiziali che hanno sorpreso l’area renziana del pd, infastidito e ridato fiato all’ipotesi di elezioni : 1) abolizione dei due decreti Sicurezza; 2) pre-accordo sulla manovra di Bilancio; 3) stop al taglio dei parlamentari, tanto caro ai Cinque Stelle.

Nel pomeriggio arrivano le precisazioni di Graziano Delrio. Secondo l’ex ministro non ci sarebbe alcun veto sul taglio dei parlamentari, ma deve essere accompagnato da una riforma elettorale. La tensione però continua ad essere alta.

FORZA ITALIA: GOVERNO DI CENTRODESTRA O ELEZIONI

La delegazione di Forza Italia guidata da Silvio Berlusconi ha messo sul piatto due diverse opzioni: Governo di centrodestra o elezioni anticipate. Forza Italia sarebbe dunque disponibile ad andare al Governo con Lega e Fratelli d’Italia, nonostante le frizioni degli ultimi mesi con il Carroccio.

“L’esperienza appena conclusa dimostra che i progetti di governo si fanno con i tempi e con le idee compatibili, non dopo il voto ma prima. Quindi un governo non può nascere in laboratorio, se basato solo su un contratto”, ha detto Berlusconi, al termine delle consultazioni. “Forza Italia ha condotto un’opposizione seria e coerente in parlamento cercando di correggere molti errori e migliorare provvedimenti del governo con lo stesso senso di responsabilità dimostrato finora, e che è stato molto oneroso in termini politici per il nostro partito. Ma oggi mettiamo in guardia da un governo frutto di una maggioranza tra diversi e improvvisata“. “Un governo sbilanciato a sinistra sarebbe pericoloso per le imprese, lo sviluppo, la sicurezza”, continua Berlusconi. “In nessun caso Fi è disponibile ad alleanze con chi abbiamo contrastato in campagna elettorale e che esprimono una visione del paese diversa e opposta”, conclude il leader di Forza Italia.

FRATELLI D’ITALIA VUOLE ELEZIONI SUBITO

Le elezioni sono oggi l’unico esito possibile, rispettoso dell’Italia, dei suoi interessi, del suo popolo e della Costituzione”, afferma la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni dopo il colloquio con il Capo dello Stato. “Se Mattarella decidesse di seguire la strada di un incarico esplorativo per formare un nuovo governo – aggiunge – dovrebbe affidarlo a un esponente di centrodestra per rispettare la volontà popolare”. Sulle trattative in corso, Meloni è perentoria: “L’ipotesi di un governo M5s-Pd per me è oscena perché cambia diametralmente le politiche” su migranti, fisco, Ue.

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