Condividi

Comuni: i sindaci contro il governo per i tagli del PNRR. A rischio 13 miliardi per progetti urbani

Il governo rivede il PNRR e taglia i fondi per i piani urbani. Sono l’unica occasione per rigenerare i quartieri, replicano i sindaci.

Comuni: i sindaci contro il governo per i tagli del PNRR. A rischio 13 miliardi per progetti urbani

Sindaci contro il governo, governo diffidente verso i comuni. Il caso riguarda i soldi del PNRR per i Pui. Cosa sono ? Sono i Piani urbani integrati che i comuni hanno preparato per riorganizzare gli spazi, le attività e le strutture delle città.  

Nelle aree metropolitane possono segnare svolte decisive come nel caso di Roma o Napoli. Nella capitale c’è un progetto per Tor Bella Monaca, a Napoli si investe su Scampia.

Nei piccoli comuni il valore dei Pui è anche doppio, nel senso che oltre a qualificare l’area urbana consente ai privati di mettere mano alle ristrutturazioni delle abitazioni. Microcircuiti sostenibili ed efficienti con effetti virtuosi sul mercato immobiliare. 

Tutto, però, si sta complicando per i tagli al PNRR. Lo stanziamento di 13 miliardi per dare corpo ai progetti, secondo il Ministro Raffaele Fitto va spostato sul Repower. Tra un mese l ‘Ecofin approverà la revisione del Piano e se non si troverà un’intesa in Italia, i sindaci si troveranno in un mezzo ad un guado amministrativo molto preoccupante.

Il governo non ha interesse a riqualificare le città ? Il Presidente dell’Anci Antonio Decaro ha provato a spiegare le ragioni per le quali non bisogna toccare quei soldi. Dinanzi a fenomeni di marginalità sociale ed economica i Pui sono oggi l’unica risposta per riorganizzare la vita e gli interessi delle persone.

“Dobbiamo cominciare a guardare il Pnrr non più come una sorta di sfortuna che ci è capitata. Per noi è il futuro delle nostre comunità ” ha detto De Caro. Il problema è che 13 miliardi su 40, vengono spostati nel Repower senza sapere quali risorse li sostituiranno. Fitto per ora non ha chiarito.

Le gare d’appalto sono pronte

Il punto di maggiore preoccupazione è l’avvio dei lavori. In un recente forum a Repubblica si è appreso che i Comuni hanno già assegnato 147 mila gare d’appalto e le imprese sono pronte ad aprire i cantieri. Se non accadrà scatteranno i contenziosi e senza che il governo o la cabina di regia sul PNRR ne rispondano.

“I comuni sono i soggetti più avanti con i bandi”, dice il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Al sospetto del governo di non vedere completati i lavori entro il 2026, l’Anci replica con la fiducia nella capacità degli Enti locali di non sprecare l’occasione. Certo la macchina amministrativa è quella che è, ma lo slancio che i comuni stanno mettendo dovrebbe far scattare un pò di credibilità in più.

Il pasticcio romano secondo i sindaci parte dallo stanziamento di 40 miliardi di euro pari al 19% dei fondi. Perché il governo non ci dice cosa sta avvenendo con il rimanente 81% ? insiste Decaro.

I numeri fanno capire meglio le ragioni di questa controversia che, tra parentesi, interessa anche molti sindaci di centrodestra. In campo ci sono 3.300 progetti sopra i 5 milioni di euro. Il 90% circa riguarda micro interventi con una spesa sotto 10 mila euro.

Sul PNRR è intervenuta anche la Corte dei Conti: “appare sempre più urgente una spedita finalizzazione della fase di revisione del Piano per rimuovere fattori di incertezza, sia per le iniziative che rimarranno gestite nell’ambito del Pnrr sia per quelle che dovranno fuoriuscirne, consentendo a soggetti responsabili e attuatori gli opportuni adattamenti”. I sindaci sono i principali attuatori:

Nelle città c’è un mondo mosso dalla necessità di rivedere quartieri in decadenza che non possono restare come sono oggi. Difficile giustificare il più grande intervento di finanza pubblica degli ultimi 50 anni. Sarebbe un fallimento anche per quel sentiment di Nazione che eccita cosi tanto la premier.

 

Commenta