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Commissione europea: se rapporto deficit/Pil supera 3%, rischio riapertura procedura d’infrazione

Se domani i conti italiani dovessero mostrare un sforamento del tetto del 3% nel rapporto deficit/ Pil, la Commissione Europea non potrebbe far altro che riaprire una procedura di deficit eccessivo. Ma il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, fa sapere che sono già pronte eventuali misure d’intervento.

Commissione europea: se rapporto deficit/Pil supera 3%, rischio riapertura procedura d’infrazione

Nel caso in cui domani dovesse emergere dai dati aggiornati del governo un eventuale rischio di superamento del tetto del 3% nel rapporto deficit/Pil dell’Italia per il 2013, alla Commissione non resterebbe altro che riaprire la procedura di deficit eccessivo, una volta definiti i conti dell’anno. “C’è differenza tra un deficit al 3% o al 3,1% del Pil, in quest’ultimo caso, sono necessarie misure per rispettare gli impegni”. Questa la posizione della Commissione Europea.

Ma il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, rassicura l’Ue affermando che, se l’Italia oltrepassasse il limite massimo, sarebbe già pronto a intervenire entro l’anno per evitare lo sforamento e quindi il ritorno del Paese in situazione di decifit eccessivo secondo gli standard dell’Eurozona. Lo hanno riferito oggi a Bruxelles fonti vicine al Commissario agli Affari Economici e Monetari Olli Rehn.

Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, ha ricordato però, che “la Commissione europea dovrebbe inviare entro domani agli Stati membri indicazioni per scomputare dall’indebitamento le spese effettuate per la realizzazione dei grandi corridoi di trasporto comunitari (Ten)”,
che includono la Tav, il corridoio Rotterdam-Genova, quello che collega il Mar Baltico con l’Adriatico e quello tra Helsinki e La Valletta.

In risposta alle polemiche italiane contro Rehn le stesse fonti hanno sottolineato che il Commissario, nella sua azione per il consolidamento dei bilanci pubblici, non agisce di sua iniziativa, ma “applica le raccomandazioni approvate dal Consiglio Ue, e basate sulle proposte elaborate da decine di economisti, fra cui diversi italiani”.

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