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Colpo di Stato in Niger: ecco perché ci riguarda da vicino, dall’uranio ai migranti

A rischio la presenza francese nel Paese dell’uranio. L’esercito si schiera con i golpisti che hanno rovesciato il presidente Mohamed Bazoum alleato dell’Occidente. La presenza italiana in Niger

Colpo di Stato in Niger: ecco perché ci riguarda da vicino, dall’uranio ai migranti

Nella giornata di mercoledì 27 luglio la guardia presidenziale nigerina, forte di 700 uomini, si è ribellata ed ha arrestato il presidente del Niger Bazoum. Eletto nel 2021 nel primo trasferimento pacifico e democratico del potere del Niger dalla sua indipendenza dalla Francia nel 1960, sembrava avere il sostegno di diversi partiti politici. È un alleato chiave negli sforzi dell’Occidente per combattere una ribellione legata ad al-Qaeda nella regione africana del Sahel, dopo che Mali e Burkina Faso hanno espulso le truppe francesi dopo i recenti colpi di stato. Dopo il pronunciamento della guardia presidenziale di mercoledì l’esercito regolare, che ha 12.000 soldati, ha condannato l’azione ma giovedì mattina dei soldati ammutinati, che si autodefiniscono Consiglio Nazionale per la Salvaguardia del Paese, si sono rivolti alla televisione di stato e hanno annunciato di aver preso il controllo della nazione a causa del deterioramento della sicurezza e del cattivo governo economico e sociale nella nazione di 25 milioni di persone. Hanno detto di aver sciolto la costituzione, sospeso tutte le istituzioni e chiuso tutti i confini e proclamato il coprifuoco notturno nel paese dalle 19:00 alle 05:00.

Anche l’esercito si unisce ai golpisti

Dopo una prima manifestazione a sostegno del presidente Bazoum a Niamey, la capitale del Niger, si è tenuta nel pomeriggio una manifestazione a sostegno dei ribelli e contro la Francia: coloro che si sono riuniti davanti al parlamento sono favorevoli al ritiro delle truppe francesi dal Niger, ha riferito il canale TV5 Monde scandendo slogan tipo “Abbasso la Francia! Francia, per favore, lasciaci in pace!” ha cantato uno dei manifestanti, secondo un video pubblicato su Twitter da un corrispondente di TV5 Monde ed alla fine del video, può essere ascoltato lo slogan “Lunga vita alla Russia!”. Secondo questo corrispondente, coloro che si sono riuniti davanti al parlamento sono favorevoli al ritiro delle truppe francesi dal Niger e si aspettano l’intervento della Russia per stabilizzare la situazione nel Paese.

La capitale del Niger ospita la più grande base aerea francese in questa parte dell’Africa con 2.500 uomini presenti. Nel paese vi sono anche unità militari provenienti da: Germania, 60 uomini, Italia, 500 uomini, Canada, 50 uomini e Stati Uniti, 1.100 uomini con un centro di dislocamento e controllo droni.

Perché il colpo di stato in Niger ci riguarda da vicino 

Il Niger è particolarmente importante poiché e il principale fornitore di uranio della Francia e giacché l’Italia importa molta energia elettrica dalla Francia e metà di questa è prodotta con il nucleare; perciò, anche l’Italia si avvale indirettamente di questa risorsa nigerina. La grande miniera di uranio ad Arlit è in funzione dal 1966 ed è uno dei più grandi depositi di uranio conosciuti al mondo. Questa risorsa non ha mai arricchito i nigerini, che sono tra i più poveri del mondo, poiché la Francia da cinquantasette anni paga le sabbie uranifere del Niger, poco più della sabbia da costruzione. 

La situazione del paese al momento si può ancora definire “fluida”, ma se la situazione si svilupperà come nei vicini Mali e Burkina Faso, si potrebbe assistere all’ennesimo atto dell’espulsione del neocolonialismo francese dall’Africa.

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