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CityTech 2021: ripensare le città per la mobilità del futuro

Nell’era della trasformazione digitale e della transizione ecologica bisogna ripensare la mobilità nelle città. Andrea Gibelli, presidente di Asstra: “Serve equilibrio tra la rete fisica e quella digitale”

CityTech 2021: ripensare le città per la mobilità del futuro

Sicuro, green ed innovativo: ecco il futuro del trasporto pubblico che la pandemia ha spinto a rivoluzionare nel suo assetto. È quanto emerso nell’VIII edizione di CityTech 2021, l’appuntamento nazionale sui delicati temi riguardanti i cambiamenti economici e sociali delle città, in corso a Milano City Life dal 23 al 24 settembre 2021.

“Nel post Covid bisogna ripensare i tempi della città. Serve equilibrio tra la rete fisica e quella digitale. La mobilità del futuro vive di intermittenza: grandi eventi straordinari, come il Salone del Mobile o la Settimana della Moda a Milano, con il digitale devono diventare fatti ordinari in termini di mobilità. Bisogna costruire un sistema che non vive più di una domanda che incrocia l’offerta con elementi contraddittori. Perché secondo una logica puramente industriale i mezzi a disposizione del cittadino nelle ore di punta sono sottodimensionati, mentre nelle cosiddette ore di “morbida” l’offerta è sovrabbondante, con mezzi vuoti o parzialmente vuoti, ma con costi sempre molto alti”, sono le parole di Andrea Gibelli, Presidente di Asstra (l’associazione nazionale delle aziende di trasporto pubblico locale in Italia), durante la sessione pomeridiana dell’evento.

Le ripercussioni sui sistemi di trasporto a causa dal Covid sono state innumerevoli e questo ha evidenziato la necessità di ripensare la mobilità, soprattutto nelle grandi città. Il lavoro di Citytech si focalizzerà sui principali driver di cambiamento, come: sicurezza ed efficienza del trasporto pubblico, nuovi modelli di business,3 sostenibilità e transizione verso l’elettrico, nuovi tempi della città e smart working, connettività, big data e soluzioni per la sosta.

Gibelli ha poi aggiunto: “Dobbiamo intercettare l’incrocio tra la domanda e l’offerta abbassando la curva “di picco” e alzando la curva “di morbida”. Molto dipende sicuramente dallo smart working, ma non può essere un fatto episodico dovrà diventare un fatto strutturale. Serve una mobilità di base e una mobilità flessibile per rispondere alla domanda di mobilità sicura, emersa nel post Covid, in alternativa all’automobile a cui spesso il cittadino ricorre per questione di orari. È quella la vera sfida: una rete fisica con una componente digitale che sa gestire questo tipo di flessibilità”.

Per quanto riguarda la riforma del trasporto pubblico locale, Gibelli ha sottolineato l’evidente difficoltà rispetto al contesto in cui è nata. “Un anno fa si scaricava tutta la responsabilità della situazione sulla mobilità. Oggi è diverso perché grazie un’informazione corretta e a un clima politico diverso si è riusciti a creare un servizio più accettato dai cittadini e una sicurezza percepita maggiore. È tuttavia necessaria una serie di aggiornamenti normativi, a partire dalla Direttiva europea, un dibattito tutt’ora aperto nella UE. Oggi si va verso la transizione energetica, verso il digitale e valgono di più le alleanze industriali che le imposizioni legali. C’è chi guarda al 2035 ma è troppo lontano rispetto all’agenda del PNRR. Qualunque riforma deve tenersi aperte tutte le possibilità: se cominciamo a ragionare in maniera locale o troppo centralizzata ci scontriamo con il contratto di servizio che rischia di essere un ulteriore aggravante rispetto al grado di flessibilità richiesto dall’evoluzione del settore”.

Gibelli ha infine ricordato che anche la rigenerazione urbana gioca un ruolo fondamentale per un cambiamento strutturale della mobilità, come il progetto FILI presentato lo scorso 2 luglio. “FILI, va nella direzione tanto dei temi della sostenibilità e della transizione green, ma amplifica la scala immaginando da Cadorna alla stazione aeroportuale di Malpensa una foresta lineare di 72 km con 4 progetti di rigenerazione urbana più una pista superciclabile cioè una pista integrata con il ferro. Il percepito del viaggio deve trovare nelle stazioni ferroviarie un nuovo luogo centrale, un luogo che rappresenta un portale e non una stazione tra una serie di attività che l’individuo fa durante la sua giornata. In questo senso abbiamo pensato ad una serie di locker per consentire alle persone di fare la spesa a bordo treno”, ha concluso il Presidente di Asstra.

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