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Cipro spaventa i mercati: l’accordo di Bruxelles scatena i ribassi. Milano inizia in forte ribasso

L’accordo di Bruxelles su Cipro, che impone condizioni molto dure, scatena il panico: a Nicosia lunghe code di cittadini davanti ai Bancomat – I mercati temono che sia la scintilla che può innescare una pioggia di vendite – Milano inizia malissimo – L’euro perde quota su dollaro e yen – A Piazza Affari parte l’Opa Salini su Impregilo e Ipo Moleskine

Cipro spaventa i mercati: l’accordo di Bruxelles scatena i ribassi. Milano inizia in forte ribasso

Afrodite, foriera di neve fuori stagione, fa tremare l’Europa: Piazza Affari apre la seduta con un ribasso superiore ai due punti percentuali. Cipro, l’isola della dea, minaccia di far tremare le Borse. I mercati asiatici stamane sono in forte ribasso dopo l’accordo di Bruxelles nella notte tra venerdì e sabato per gli aiuti a Cipro. Per la prima volta sono stati toccati i conti correnti. Per tutto il week end, a Nicosia, lunghe file di cittadini, a piedi e in auto, si sono infatti create davanti alle succursali delle banche dotate di Bancomat. Le condizioni molto dure imposte a Cipro hanno riscosso il gradimento della Germania (“Sono stati rispettati – ha detto il portavoce di Angela Merkel – gli interessi dell’Europa e dei contribuenti tedeschi”) ma sollevato in giro per il mondo il timore che la crisi del Vecchio Continente abbia fatto un ulteriore passo verso il collasso. 

BRUSCHI RIBASSI NEL GIORNO DEI GOVERNATORI

La Borsa di Tokyo segna stamane un ribasso del 2,42%. Perdite analoghe sono state registrate ad Hong Kong -2,12% . L’indice Asia Pacific segna -1,7%. I futures sullo Standard & Poor’s segnano -1,4%. Brusca caduta dell’euro a quota 1,2889 nei confronti del dollaro e 121,86 (-1,4%) sullo yen. Sembra impossibile che Cipro possa suscitare una tale reazione. Ma il caso cipriota rischia di essere la scintilla che può innescare una pioggia di vendite, finora contenute dall’azione delle banche centrali. La rigidità verso Nicosia è un segnale che non piace. 
 E’ in questa cornice, complicata dai rischi di una bolla immobiliare in Cina, che si accinge ad entrare in carica a Tokyo il nuovo governatore Haruiko Kuroda, fermo sostenitore di una politica monetaria accomodante. E’ stato invece confermato dai nuovi leader Zhou Xiaochuan, governatore della People Bank of China, che ha già annunciato una stretta sui finanziamenti all’immobiliare. 

USA, TRA INSIDER E DIVIDENDI APPLE 

 Nelle ultime due settimane l’indice S&P americano è salito del 3% arrivando ieri a sfiorare il record storico dei 1565 punti segnato nell’ottobre 2007. Venerdì, dopo il dato deludente dell’indice della fiducia del Michigan Wall Street il Dow Jones ha perduto lo 0,17%, S&P -0,16%. Il Nasdaq è sceso dello 0,30%. 

Sale l’attesa per le decisioni di Apple sul dividendo. Secondo il panel di analisti interpellato a Bloomberg la società distribuirà 4,14 dollari per azione pari a 15,6 miliardi, il doppio dell’anno passato. Apple, che ha già approvato un buy back fino a 10 miliardi, può distribuire questa cedola senza far ricorso alla cassa depositata fuori Usa, senza dover così pagare tasse. Venerdì sera è stata inflitta la multa record nella storia dell’insider trading: 616 milioni di dollari comminati alla Sac, la società che fa capo a Steven Cohen. 

PIAZZA AFFARI, L’UNICA IN ROSSO 

Piazza Affari ha chiuso la settimana con un calo dello 0,8% che riporta a -1% la performance da inizio anno. La Borsa è stata finora penalizzata dalla situazione incerta uscita dalle elezioni di fine febbraio. Da stamane entrano nel vivo le trattative per la formazione di un governo: un eventuale esito positivo, tutt’altro che scontato, potrebbe spingere il mercato a chiudere il gap con le altre borse, tutte in terreno positivo. Titoli di Stato poco mossi: il Btp a 10 anni ha terminato la settimana a un rendimento del 4,59% con spread a quota 313, in calo di 2 punti base 

BANCHE, IL BILANCIO DEI BILANCI 

L’oscar della settimana se l’è aggiudicato Banca Pop.Emilia, in rialzo venerdì del 10% dopo il +7% di giovedì. Gli investitori apprezzano la forte pulizia di bilancio, annunciata nei conti del 2012. Chiusura in forte rialzo per Banco Popolare +4,2% e Pop.Milano -3,6%.  Più tiepida la reazione per Unicredit +0,5% che ha presentato venerdì i conti del quarto trimestre 2012 caratterizzati da più accantonamenti (4,6 miliardi di euro) del previsto. L’utile è stato inferiore alle attese ma la sorpresa positiva è un dividendo di 9 centesimi per azione. Intesa è scesa dell’1,6%, Mediobanca -3%, Ubi -1%. 

ACCADDE (E ACCADRA’) IN PIAZZA AFFARI 

Nuovo colpo di scena nel dossier Impregilo, alla vigilia dell’Opa che parte stamane. Dalla pubblicazione del prospetto informativo per l’Opa Salini emerge una novità: se Gavio non aderisce all’offerta pubblica, la fusione tra il costruttore romano e il general contractor non si farà. E la scelta del gruppo piemontese arriverà probabilmente solo sul finire del periodo d’Opa, quindi in aprile inoltrato.

Dalla sede del gruppo Gavio non arrivano commenti: prima si deve leggere e analizzare a fondo il prospetto (170 pagine) e poi, insieme ai consulenti di Nomura, Unicredit e Mediobanca, si deciderà. Finora l’orientamento prevalente è quello di aderire all’offerta, magari a un prezzo più alto rispetto agli attuali 4 euro. Igli ha in carico 80 milioni di azioni Impregilo a 3,65 euro e 40 milioni a 3 euro netti.

Parte stamane l’offerta pubblica di vendita del 10% di Moleskine, ad un prezzo di offeta che oscilla tra 2 e 2, 65 euro (ovvero per una valutazione complessiva tra i 400 e i 530 milioni). Nel 2012, in occasione della cessione del 67,7% al fondo Syntegra Capital, la società era stata valutata 200 milioni. L’offerta si chiuderà il 27 marzo, la prima quotazione è prevista per il 4 aprile. 

Fra le migliori blue chip venerdì si è messa in evidenza A2A con un rialzo del 5,8% all’indomani della presentazione dei dati del 2012. Equita ha alzato la raccomandazione a “buy”. Marcia indietro di Generali -2,9% dopo il balzo del giorno prima (+9%). Fra le altre assicurazioni, Cattolica ha perso l’1,7% dopo il balzo record di giovedì (+12%). Chiusura debole per Eni -1,4%, mentre Saipem ha guadagnato il 2%.

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