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Cinema: Widows, la banda criminale delle quattro vedove

L’eccellente film porta la firma di Steve Mc Queen (nulla che vedere con l’omonimo attore), già noto per un suo precedente successo di 12 anni schiavo – Nel cast Viola Davis e anche Liam Neeson e Colin Farrell – TRAILER.

Cinema: Widows, la banda criminale delle quattro vedove

Giudizio dell’autore: Risultati immagini per 4 stelle su 5

E’ raro trovare prodotti cinematografici che meritano attenzione superiore alla norma. Solitamente non usiamo molti aggettivi, ma questa volta scrivere che si tratta di un eccellente risulta del tutto giustificato. È il caso della proposta di questa settimana: Widows, firmato alla regia e sceneggiatura da Steve Mc Queen (nulla che vedere con l’omonimo attore) già noto per un suo precedente successo di 12 anni schiavo. Si tratta di un genere action thriller di eccellente fattura dove tutti gli elementi sono combinati quasi alla perfezione. Anzitutto azione: si parte subito con sequenze mozzafiato sulla scena di una rapina finita male. Gli autori del colpo (tra questo il principale un eccellente quanto solito Liam Neeson) non ne escono bene e lasciano le rispettive mogli in condizioni complicate. Poi diventa un thriller perché ogni parte del racconto lascia sorpresi e stupiti in una successione ininterrotta di tensione e azione dove quasi nulla si rivela per quello che appare e il colpo di scena è sempre dietro la sequenza successiva. 

La vicenda (tratta da una serie televisiva americana degli anni ’80) racconta appunto la storia delle quattro vedove che si trovano invischiate nell’eredità criminale dei rispettivi mariti e, in particolare, nella necessità di restituire il malloppo della rapina ad una banda criminale che ne rivendica la proprietà. Si intreccia una storia di corruzione politica (tanto per rimanere sui temi di attualità), di una campagna elettorale locale dove i candidati, per aspetti complementari, rappresentano il volto oscuro della malversazione, dell’avidità, e della malvagità allo stato puro. Tra le quattro donne (la boss della situazione una bella e capace Viola Davis, due volte candidata all’Oscar) si mette in piedi una nuova banda con l’obiettivo di portare a termine una rapina ideata e progettata nei dettagli da uno degli autori della prima rapina. Il colpo è grosso e punta dritto ad un bersaglio importante.  

È troppo sorprendente lo sviluppo della trama e l’intreccio della storia per dirvi anche una sola parola di più. Possiamo però dire che tutta la sceneggiatura regge perfettamente i tempi narrativi senza un momento di pausa. In alcuni momenti il racconto si rallenta e allora si frappone un giusto intermezzo sulle figure dei personaggi che arricchisce tutta la dinamica. Gli attori, tutti o meglio tutte, corrispondono compiutamente ai personaggi (merita una citazione un mito del cinema di nome Robert Duval). Le donne, infatti, sono le protagoniste assolute in grado di spingere ai margini del racconto i maschi, di ogni genere, che pure quando vogliono apparire positivi non ci riescono mai.  

Una nota particolare merita il timbro di fabbrica del regista: uso di primi piani molto stretti, immagini molto ravvicinate e cura dei dettagli quasi maniacale, insieme a piani sequenze molto interessanti. Se proprio si volesse cercare qualcosa che non torna è un certo richiamo a qualcosa di già visto: vedi Le iene di Quentin Tarantino, o tanti altri film sul genere “grande rapina finita più o meno bene”. Si tratta di un filone che sembra rendere molto, ormai da decenni: vedi pure il grande successo de La casa di carta, prodotto e distribuito in streaming da Netflix. Questa sensazione non toglie nulla a questo film: è un classico del genere che nessun produttore o sceneggiatore italiano sarebbe in grado di realizzare, purtroppo!

Per non dire degli attori: dopo aver visto Widows provate a fare un esercizio di sostituzione dei vari protagonisti con attori italiani: con tutto il rispetto, la stima e la simpatia, si farebbe una gran fatica a trovare soluzioni accettabili. Ognuno deve fare il proprio mestiere: al nostro cinema nazionale spettano altri compiti, abbiamo alle spalle altra cultura, altra storia, che comunque ci pone in primo piano. Al cinema made in USA spetta invece il compito di raccontare e ricordare, pure in versione moderna, il loro passato di frontiera dove avere una pistola e sparare è parte della vita quotidiana. Da noi, per fortuna, non è proprio così. 

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