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Cinema, Tutti i soldi del mondo: il rapimento di Paul Getty jr raccontato da Ridley Scott

Il tema del denaro, della ricchezza, di come si possa accumulare enormi fortune e come si possa gestire e mantenere un grande patrimonio è ricorrente nel cinema contemporaneo quanto lo è nella storia dell’uomo è il vero protagonista del film di Ridley Scott uscito da poco nelle sale cinematografiche italiane

Cinema, Tutti i soldi del mondo: il rapimento di Paul Getty jr raccontato da Ridley Scott

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Per l’inizio dell’anno cinematografico 2018, proponiamo Tutti i soldi del mondo, firmato da Ridley Scott, uscito da pochi giorni nelle sale. Tutta un’altra storia rispetto all’ultima recensione. Il film prende spunto dalla storia vera del rapimento, avvenuto a Roma nel 1973, del nipote di J. Paul Getty, magnate del petrolio e considerato l’uomo più ricco del mondo. Il nonno si rifiuta di pagare il riscatto e mette a repentaglio la vita del giovane rapito da una banda di ‘ndrangheta. Siamo in Italia, agli inizi degli anni di piombo in un momento molto drammatico nella vita del Paese. Sulle vicende realmente accadute, lo sceneggiatore David Scarpa e lo stesso regista si prendono grandi libertà narrative e tratteggiano una situazione sociale e politica a volte sgrammaticata, sia rispetto ai fatti realmente accaduti, sia rispetto al contesto in cui essi sono avvenuti. Ad esempio, il ruolo delle Brigate Rosse, come pure la liberazione del giovane J. Paul Getty III, non sembrano corrispondere alla realtà. Spesso avviene che sul grande schermo si prendono scorciatoie nei dettagli del racconto, in questo caso seppure fastidiose per chi ha vissuto e ricorda quegli anni, il senso generale delle vicende narrate viene sufficientemente mantenuto. Come altrettanto inadeguate risultano alcune figure come il magistrato di turno, gli stessi Carabinieri che prendono ordini da un ex agente della Cia piuttosto che i rapitori. 

Ridley Scott, citiamo solo alcune delle sue pietre miliari come Blade RunnerAlien o Il Gladiatore, ci ha abituato ad una tensione cinematografica di alto livello con personaggi e sequenze che sono entrati di diritto nella storia del cinema. In questo caso, sembra aver maneggiato un soggetto non proprio nelle sue corde ed ha prevalso più la logica del botteghino che non del grande spettacolo. La sceneggiatura si prestava ad un accurato lavoro di spessore sull’approccio psicologico dei personaggi al dramma in corso (ottimo Christopher Plummer nelle vesti dell’anziano Getty, subentrato in corsa a Kevin Spacey, sollevato del ruolo in seguito allo scandalo sulle molestie sessuali ad Hollywood; come pure buona la recitazione della protagonista, Michelle Williams, nei panni della madre del giovane Paul) e questa chiave di lettura poteva essere fondamentale alla comprensione umana della vicenda. Questo lavoro invece non è avvenuto e tutto scorre sul filo di una lettura didascalica del dramma vissuto realmente dal rapito. Ridley Scott rimane pur sempre un maestro nel confezionare un prodotto che alla fine giustifica sempre il costo del biglietto. La pulizia formale delle sequenze e delle inquadrature rimangono linee guida essenziali per chi ama il grande cinema e, da questo punto di vista, ci si può accontentare.  

Il vero protagonista del film, unico e grande soggetto di costante attualità è il denaro ed il valore che gli uomini gli attribuiscono. È un tipico esempio di personaggi invisibili, “attanti”, vale a dire quella “… sorta di ‘nodi’ profondi dell’organizzazione narrativa” sempre presenti, sempre in primo piano pur non assumendo mai una conformazione fisica tangibile. Quanto vale il denaro rispetto ad una vita in pericolo? Che peso può avere qualche milione di dollari rispetto all’integrità fisica di un individuo? La vera storia del giovane Getty è esattamente sovrapposta al grande interrogativo su quanto ognuno affida un peso specifico e relativo alle ricchezze che possiede, che aspira a possedere o che è pronto a rinunciare. La riflessione, il dibattito su questo tema è perennemente aperto e il grande schermo non fa altro che riproporlo sotto forma di immagini.  

Con questo film abbiamo inserito una sintesi grafica di gradimento con le stelline accanto al titolo. Per questa occasione, ne proponiamo 4 su 5 più per omaggio al regista che per quanto abbiamo visto. Altra novità che proponiamo, nella rinnovata veste di FirstOnLine, è la segnalazione di un grande film del passato che merita di essere recuperato alla visione. Questa settimana il titolo è Rashomon, considerato il capolavoro di Akira Kurosawa. Il tema è la verità e di come gli esseri umani possano utilizzarla a loro piacimento. Nell’epoca delle fake news, si tratta di un argomento di grande interesse e attualità.

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