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Cina in pressing sui bond Usa, petrolio oltre i 69 dollari

Il Canada: Trump sta per cancellare il Nafta – Dollaro debole, in calo le borse asiatiche e primo rosso del 2018 per Wall Street – Apple sotto inchiesta per le batterie – Btp, richiesta boom per il titolo a 20 anni – A Piazza Affari occhi puntati su banche e Pirelli.

Cina in pressing sui bond Usa, petrolio oltre i 69 dollari

Dopo 35 anni di tassi in calo, “il bull market” dei bond sta finendo. A lanciare l’allarme sono stati Bill Gross e Jeff Gundlach, i due guru indiscussi dei mercati obbligazionari. Non è la prima volta che Gross lancia l’Sos, finora inascoltato. Ma stavolta i segnali di tensione non mancano. La Cina è orientata, sostiene uno scoop di Bloomberg, a ridurre gli acquisti sui bond Usa, anche per segnalare a Donald Trump il suo nervosismo per le mosse protezionistiche del presidente Usa. Pechino, che è il più grande detentore di titolo di Stato degli Stati Uniti, ha però smentito le indiscrezioni dell’agenzia di stampa: “La notizia potrebbe citare una fonte di informazione sbagliata o potrebbe essere una fake news”, afferma in una nota un portavoce della State Administration of Foreign Exchange (Safe), agenzia amministrativa cinese.

Il Giappone ha, pur con grande prudenza, iniziato a ridurre gli acquisti sui Jgb, i titoli pubblici giapponesi.

IL CANADA: TRUMP STA PER CANCELLARE IL NAFTA

Ad agitare l’atmosfera dei mercati ha contribuito anche un’altra doccia gelata: il Canada dà per scontato che Trump si accinga a cancellare il rattato Nafta, l’accordo di libero scambio che collega Messico, Usa e lo stesso Canada. La prossima missione di Trump a Davos assume così il sapore di una sfida aperta in nome del protezionismo.

DOLLARO DEBOLE, IN CALO LE BORSE ASIATICHE

Meteo Borsa registra le nuove tensioni: il Toro si concede una pausa. La Borsa di Tokyo è in calo: indice Nikkei -0,4%. Ieri la valuta del Giappone ha guadagnato oltre l’1% nei confronti del dollaro: il cross è sui massimi delle ultime sei settimane.

Le Borse cinesi sono deboli, anche se le prime indicazioni sulla crescita economica del Paese nel 2017 sono positive. In un discorso tenuto stanotte a Phnom Phen, il premier Li Keqiang ha affermato che l’anno scorso il Pil è salito del 6,9%, in miglioramento dal +6,7% del 2016.

L’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen è in ribasso dello 0,3%. La Borsa di Hong, reduce da 12 rialzi consecutivi, si avvia a chiudere in calo dello 0,2%.

In lieve calo i mercati azionari della Corea del Sud (-0,3%) e dell’India (-0,1%). La variazione negativa più ampia è quella dell’indice NZX della Borsa della Nuova Zelanda: -1,4%. Il dollaro neozelandese è sui minimi degli ultimi tre mesi e mezzo nei confronti del dollaro statunitense. L’indice S&P/ASX di Sidney perde lo 0,6%.

PRIMO ROSSO PER WALL STREET

I segnali di disimpegno cinese dai bond Usa (il decennale ha varcato temporaneamente la soglia critica del 2,6% ai massimi da nove mesi) hanno condizionato i mercati Usa, già preoccupati dall’onda di nuovi titoli che potrebbero essere necessari per sostenere la riforma fiscale di Trump. Non meno pesanti le reazioni al disimpegno al Nafta.

In rosso, per la prima volta nel 2018, i tre indici principali: Dow Jones -0,07%, S&P 500 -0,11%, Nasdaq -0,14%. Poco mosso il cambio euro dollaro, a 1,194.

APPLE SOTTO INCHIESTA PER LE BATTERIE, DUE DELFINI PER BUFFETT

Sui listini brillano i finanziari, in attesa dei primi risultati che verranno annunciati domani da JP Morgan. In evidenza Berkshire Hathaway (+1,3%) dopo la promozione di due vice di Warren Buffett, Gregory Abel e Ajit Jain a possibili eredi della guida del colosso creato dal saggio di Omaha.

Nel mirino Apple (-0,64%). Il presidente del Comitato del Senato Usa per il Commercio, John Thune, ha chiesto al gigante di Cupertino di rispondere a una serie di domande sul rallentamento della performance delle batterie. In Francia, l’ufficio del procuratore di Parigi ha detto di aver avviato un’indagine sulla Mela per sospetta condotta ingannevole e “obsolescenza programmata”.

CALANO LE SCORTE, GREGGIO IN VOLO

Continua il volo del petrolio, sui massimi degli ultimi tre anni a 69,7 dollari il barile (-0,2%). Ieri sera ha chiuso in lieve rialzo a 69,9 dollari. Negli Stati Uniti, le scorte di petrolio hanno registrato un calo di quasi 5 milioni di barili: stanotte l’American Petroleum Institute aveva anticipato un calo di 11 milioni di barili. La produzione di petrolio degli Stati Uniti segna un calo del 3% a 9,49 milioni di barili, minimo da ottobre. Petroliferi in calo a Piazza Affari: Eni -0,1%, Saipem-1,6%, Tenaris -0,3%.

BANCHE E ASSICURAZIONI SPINGONO PIAZZA AFFARI

Anche in Europa si è fatta sentire l’onda lunga dell’aumento dei rendimenti. I movimenti delle obbligazioni hanno tra l’altro provocato la rotazione dei settori sui mercati azionari: in ascesa le società che prosperano con i tassi alti (banche ed assicurazioni), giù i settori più indebitati (utility e tlc).

Seduta positiva per Piazza Affari, la più esposta al settore del credito. L’indice Ftse Mib è salito dello 0,66%, a 23.157 punti. È stata la sesta seduta consecutiva di rialzo, nel corso della quale sono stato toccati i nuovi massimi dall’agosto 2015. Grazie al recupero degli ultimi giorni, il guadagno da inizio anno di Piazza Affari arriva a circa il 5,7%, contro il +3% dell’indice EuroStoxx 50 ed il +3% di Francoforte.

In discesa gli altri mercati azionari europei: Dax di Francoforte -0,8%, Cac40 di Parigi -0,4%.

BTP, RICHIESTA BOOM PER IL TITOLO A 20 ANNI

Risposta eccezionale del mercato obbligazionario all’offerta del nuovo titolo a 20 anni lanciato ieri dal Tesoro: a fronte di un’offerta per 9 miliardi sono arrivate richieste per 31 miliardi.

Le tensioni politiche a 50 giorni dal voto non turbano l’andamento dell’obbligazionario italiano, anche perché sta rientrando a grande velocità la retorica anti-euro della Lega e del Movimento 5 Stelle. I Btp restano inoltre supportati dalla liquidità garantita dagli acquisti della Bce, nonostante il dimezzamento dell‘importo mensile del programma.

Il tasso del decennale italiano si è attestato a 2,036% da 2,037%, lo spread a 156 punti base. L’offerta di 7,5 miliardi di Bot a 12 mesi (su 7,7 in scadenza), si è chiusa al nuovo minimo storico di rendimento di -0,420%.

Oggi sarà la volta delle aste a medio lungo, con la sola riapertura dei Btp a 3 e 7 anni per un importo compreso tra 5 e 6 miliardi. È scontato un rialzo dei rendimenti rispetto all‘ultima asta di novembre, quando il Btp triennale venne assegnato a -0,02% e il e Btp 7 anni a 1,21%.

Anche il Portogallo ha registrato ieri una domanda record per il novo decennale: 19 miliardi di richieste contro un’offerta di 4 miliardi. La Germania, infine, ha collocato in asta oltre 4 miliardi del nuovo decennale febbraio 2028 cedola 0,5%.

IL CALO DELLE SOFFERENZE SPINGE IL CREDITO

È stata una seduta record per le banche italiane: l‘indice di settore italiano ha chiuso in rialzo del 3,6% a fronte di un +2% del settore europeo.

A portare il buonumore hanno contribuito vari fattori. Il calo (-13% a 173 miliardi di euro) delle sofferenze lorde nei bilanci delle banche italiane certificato dal bollettino “Banche e moneta” di Banca d’Italia. A dicembre ci dovrebbe essere una ulteriore contrazione grazie alla chiusura di alcune operazioni sugli Npl da parte di importanti istituti (Creval, Mps).

La crescita degli impieghi al settore privato (+1,4% sempre a novembre) in accelerazione rispetto ai due mesi precedenti. La risalita dei rendimenti di mercato dei titoli obbligazionari: il Bund decennale tocca a quota 0,50% il livello più alto dallo scorso marzo, sulla scadenza trentennale tocca a 1,33% il livello più alto da ottobre.

INTESA, AL TOP D’EUROPA, CONFERMA IL DIVIDENDO RECORD

Intesa Sanpaolo, con un balzo del +4,58% a 2,95 euro, è stato il miglior titolo dell’Eurostoxx 50. La banca ha reso noto verso che sta considerando “la cessione di un portafoglio di crediti in sofferenza del gruppo, nell’ambito del prossimo piano di impresa”. Resta l’impegno alla distribuzione di 3,4 miliardi di euro di dividendi cash per l’esercizio 2017.

A sostenere il titolo ha contribuito la potenziale aggregazione con Credit Agricole ipotizzata da Mediobanca Securities in un report di fresca pubblicazione. La fusione sarebbe stata tracciata nel piano di impresa che Carlo Messina dovrebbe presentare a febbraio. La combinazione, secondo Mediobanca, darebbe vita alla prima banca dell’eurozona, tra le prime tre al mondo nell’asset management, forte di un miliardo di sinergie, un aumento del 28% dell’utile per azione ed un ritorno sul capitale tangibile (Rote) del 12% nel 2020. Il Cet1 del 13% consentirà di offrire un rendimento superiore al 7,5% attraverso un payout del 70%. Questa operazione è però esclusa dalla Banca guidata da Carlo Messina.

Ben comprate Banco Bpm (+4,8%) e Bper (+4%). In grande evidenza anche Unicredit (+2,9%).

PIRELLI ESCE DA MEDIOBANCA, BRILLA MPS

Pirelli (-2,45%) ha annunciato ieri sera la cessione dell’1,78% di Mediobanca (+2,35%) attraverso un accelerated book building. I proventi dell’operazione ammontano a 152,8 milioni.

Fuori dal paniere principale brilla Mps (+3,3%). Quaestio ha comunicato di aver chiuso, attraverso Italian Recovery Fund, l‘operazione nella tranche mezzanina della cartolarizzazione da 25 miliardi di euro di Mps con un investimento, per il 95% della tranche, di 805 milioni di euro.

GENERALI VARA LA BLOCKCHAIN DELLE POLIZZE

Giornata effervescente anche per le assicurazioni. Generali, +2,21% a 15,74 euro, è stata la migliore tra le grandi compagnie europee (+0,5% l’indice Eurostoxx Insurance). Il Leone di Trieste, assieme ad Unipolsai (+1,8%), Aig, Aon e Willis Towers Watson e il supporto consulenziale di Capgemini Italia, ha dato vita a una piattaforma con la tecnologia blockchain per migliorare la valutazione dei rischi.

FCA NON SI FERMA, IN ASCESA CNH

Frena il settore auto europeo dopo i recenti rialzi. Ma non Fiat Chrysler (+0,6%) dopo spunti superiori ai 19 euro: da inizio anno ha messo a segno un rialzo superiore al 24%.

In ascesa Cnh Industrial (+1,26) dopo la firma di due nuovi contratti da parte del marchio Iveco Defence Vehicles. Il primo riguarda una commessa per una nuova flotta di automezzi militari medi 4×4 multiuso per l’Esercito tedesco mentre il secondo è stato sottoscritto con il Ministero della Difesa romeno, che ha commissionato 173 veicoli militari logistici.

Tra gli industriali da segnalare Leonardo (+0,6%): Ubs ha tagliato il target price da 16 a 13 euro, livello che resta comunque sopra gli attuali prezzi di Borsa. La raccomandazione resta invece buy. Gli esperti mantengono una visione positiva in vista del nuovo piano industriale che sarà presentato alla fine di gennaio.

SOFFRONO LE UTILITY

In sofferenza, di fronte alla prospettiva di un denaro più caro, i comparti più indebitati. L’indice Stoxx delle utility ha perso l’1,3%, Stoxx delle società delle telecomunicazioni -1,8%.

Enel, che ha lanciato ieri un bond da 1,25 miliardi di euro, scadenza 8 anni, ha lasciato sul terreno l’1,8%. Snam -1,9%, Italgas – 2%. Vendite anche su Hera -3%, che ieri ha illustrato gli obiettivi del piano industriale al 2021.In rosso anche Telecom Italia -0,3%.

TONFO DI CUCINELLI, DEA CAPITAL SOCCORRE ZUCCHI

Brunello Cucinelli cede il 6,6% dopo il collocamento del 6% da parte di Fedone, holding del fondatore.

In rialzo Zucchi (+3,9%): è stato costituito da Dea Capital Alternative Funds il fondo IdeA Ccr dedicato a operazioni di ‘dip financing’ che riguarderà anche Zucchi.

Prosegue la corsa di Astaldi (+2,7%), con volumi molto vivaci. Il titolo da inizio 2018 ha messo a segno un balzo del 46% ma negli ultimi 12 mesi mantiene un calo del 45%.

In evidenza MutuiOnline (+7,75%), che da inizio anno sta performando bene, e Gima TT (+5,63%), che ha beneficiato della promozione di Kepler Cheuvreux a buy.

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