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Cina, no alla globalizzazione vegetale

Uno studio rivela che negli ultimi anni sono state introdotte nel Paese più di 500 specie di piante aliene all’ambiente cinese, delle quali molte si sono rivelate gravemente dannose per la salute degli esseri umani.

Cina, no alla globalizzazione vegetale

La globalizzazione getta la sua ombra lunga anche sulla botanica. Uno studio condotto in Cina da diverse istituzioni, tra le quali la Shanghai Chenshan Plant Science Research Center e la Beijing Normal University, rivela che negli ultimi anni sono state introdotte nel Paese più di 500 specie di piante aliene all’ambiente cinese, delle quali molte si sono rivelate gravemente dannose per la salute degli esseri umani. 

“Con la rapida crescita del commercio mondiale e il vertiginoso sviluppo dell’economia cinese” spiega Chen Xiaoya, a capo della Shanghai Chenshan Plant Science Research Center, “abbiamo assistito a una vera e propria invasione di specie vegetali aliene all’ecosistema del nostro Paese”. La provincia più “invasa” è quella dello Yunnan, nella Cina meridionale, con 334 specie al suo attivo ( al suo ‘passivo’). 

Le piante “aliene” sono state importate principalmente come foraggio per gli animali o come piante ornamentali e provengono in gran parte dall’America settentrionale e da quella meridionale. Wan Fanghao, direttore del dipartimento di biologia invasiva della Chinese Academy of Agricultural Sciences, sostiene che la gran parte di queste specie, fortemente invasive, hanno causato a tutto il biosistema, acque, foreste, coltivazioni agricole, molti più danni dei vantaggi per i quali erano state introdotte. 

Per fare un esempio si prenda il giacinto d’acqua. Contro questa pianta acquatica sudamericana, importata in Cina dal Venezuela negli anni Cinquanta come cibo per i maiali, le autorità di Shangai stanno combattendo una vera e propria battaglia, dopo che centinaia di migliaia di tonnellate di giacinti d’acqua hanno ricoperto il fiume Huangpu e bloccato i canali di irrigazione. 

Per proteggere il Paese dall’ingresso e dalla proliferazione di specie vegetali, urge una legge apposita, afferma Wang Canfa, professore alla China University of Political Science and Law, e la Cina guarda all’Australia, dove sono in vigore da tempo leggi studiate per difendere l’ambiente e gli ecosistemi locali.


Allegati: China Daily

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