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Cina a Ue: aiuti solo se cambiate il welfare

Duro attacco all’economia del Vecchio Continente da parte di Jin Liqun, presidente del fondo Presidente del Fondo sovrano cinese (Cic) – Pechino investirà solo se lo riterrà conveniente – Intanto per il 2012 si prevede che la crescita del gigante asiatico potrebbe rallentare al +8,5% – L’inflazione è attesa in calo al 2,8%.

Cina a Ue: aiuti solo se cambiate il welfare

La Cina aiuterà l’Europa solo se il Vecchio Contnente sarà disponibile a rivedere le sue norme sul welfare. “Se si guarda ai problemi dei Paesi europei – ha detto Jin Liqun, presidente del fondo Presidente del Fondo sovrano cinese (Cic), in un’intervista ad Al Jazeera – questi sono dovuti alle difficoltà accumulate da un sistema di welfare ormai al capolinea penso che le leggi sul lavoro siano vecchie, alimentano pigrizia, indolenza, piuttosto che duro lavoro. Il sistema degli incentivi non funziona“.

“Perchè, per esempio – rileva ancora Jin Liqun – nei Paesi dell’Eurozona c’è chi deve lavorare fino a a 65 anni, se non di più, mentre in altri si può andare felicemente in pensione a 55 per poi illanguidire in spiaggia? Non è giusto. Il welfare serve a tutte le società per ridurre il divario, per aiutare chi ha meno, non dovrebbe indurre la gente a non lavorare”.

Jin, che è anche ex viceministro delle Finanze, ha quindi spiegato che Pechino prenderà in considerazione l’ipotesi di investire in Europa, ma solo alla luce dei profitti che si potranno ricavare da tale operazione, come chiesto dal popolo cinese. In questa prospettiva, Jin ha quindi lanciato un appello ai Paesi europei perchè si dotino di un programma “credibile” per attrarre investimenti e alimentare fiducia. Una notizia che si sovrappone all’uscita delle ultime stime sul Pil cinese.

L’economia di Pechino potrebbe rallentare all’8,5% nel 2012 e l’inflazione è attesa in calo al 2,8%. Lo riporta il China Securities Journal citando un consigliere della banca centrale, Li Daokui. La Cina – scrive il giornale – dovrebbe mantenere la politica di stretta monetaria nei prossimi due o tre anni, tuttavia le sue scelte saranno prese in funzione dei cambiamenti dell’economia internazionale.

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