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Cgil, congresso: parla Colla, il candidato che Camusso non vuole

Sindacato alla tedesca, nessuna simpatia per i populismi, Innovazione e Industria 4.0, una patrimoniale per finanziare gli investimenti: è la piattaforma sindacale delineata sul Corriere della sera da Vincenzo Colla, il candidato riformista alla guida della Cgil alla quale la Camusso cerca di opporre il movimentista Landini

Cgil, congresso: parla Colla, il candidato che Camusso non vuole

Una vita nel sindacato. Entrato da operaio, Vincenzo Colla è oggi uno dei dirigenti sindacali candidati a succedere a Susanna Camusso come segretario generale della Cgil. Il suo avversario sarà Maurizio Landini, ma “non lo considero un concorrente”, chiarisce Colla in un’intervista al Corriere Della Sera, nonostante quest’ultimo goda del gradimento dell’attuale segretario.

Sicuramente più schivo dell’altro candidato, a quattro mesi dal prossimo congresso della Cgil chiamato ad eleggere il nuovo numero uno della Confederazione, Colla parla per la prima volta al Corsera della sua idea di sindacato, delle basi sulle quali sarà improntata la sua segreteria nell’eventualità in cui riuscisse a conquistarla.

Una Cgil che, leggendo le sue parole, potrebbe essere radicalmente diversa rispetto a quella attuale, un sindacato che affronterà a viso aperto le sfide dell’innovazione, avendo “l’ambizione di governarla stringendo un patto con le imprese”. Perché il lavoro si difende solo affrontando i nuovi processi e le continue trasformazioni che ne sono alla base. “Se restiamo fermi ad aspettare – spiega Colla al Corriere – ci tocca solo gestire i processi di espulsione. E invece noi vogliamo discutere di politica industriale”.

Il modello tedesco come ispirazione per una Cgil  fondata sull’esperienza della “partecipazione”, ma adattato all’Italia, alle sue reti, alle sue infrastrutture, al 4.0. Senza dimenticare le questioni macro che poi si ripercuotono per forza di cose sul lavoro. Il debito pubblico alle stelle, la ricchezza in mano a pochi, l’evasione fiscale come male endogeno. Fattori, secondo Colla, da tenere in considerazione “con l’obiettivo di fare più giustizia e più investimenti e per ridurre ineguaglianze insopportabili. E lo strumento non può che essere la patrimoniale“. Da essa, deriverebbero infatti miliardi di euro da poter redistribuire su investimenti e welfare.

Impossibile parlare della nomina del nuovo segretario del principale sindacato italiano, senza tener conto dei suoi rapporti con la politica. Colla chiarisce dunque qual è il suo pensiero sull’operato del Governo: “In questa fase abbiamo politici bravi a fare campagne elettorali, meno a governare”, dichiara. Parole che probabilmente rappresentano una conferma per chi ha già diviso le candidature per la segreteria generale della Cgil in due tronconi politici: un candidato vicino al Pd (anche se in realtà Colla è vicino al suo concittadino Pierluigi Bersani, pur non avendolo seguito in Leu) , l’altro (Landini) al M5s. Colla però si smarca: “Ho condotto un lungo testa a testa con il Pd…Sono geloso dell’autonomia della Cgil, non amo il populismo e i leader piazzisti sempre alla ricerca di un nemico”.

Chi sono i suoi modelli? “Luciano Lama e la sua idea di tenuta del Paese. Bruno Trentin per l’attenzione alle trasformazioni”.

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