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Centrale nucleare ucraina sotto le bombe russe, le Borse cercano riparo, boom delle materie prime, bond super

I russi bombardano anche una centrale atomica in Ucraina e sui mercati è sempre tempesta: forti perdite per le Borse, volano i bond e le materie prime

Centrale nucleare ucraina sotto le bombe russe, le Borse cercano riparo, boom delle materie prime, bond super

“Il peggio deve ancora venire” dice il presidente Macron riferendo le parole di Putin nel corso dell’ennesima inconcludente telefonata tra i due. La sinistra profezia ha trovato una conferma nella notte: i russi hanno bombardato la centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, colpendola: un incendio si è sviluppato nelle palazzine esterne al perimetro dei reattori, ma non è stato rilevato un aumento della radioattività nell’area. Successivamente i russi hanno preso il controllo della centrale.

La notizia è piovuta sui listini asiatici dove si sono intensificate le vendite in attesa di un week end che non promette nulla di buono. L’aspetto positivo è che, dopo una lunga maratona, giovedì sera è stata raggiunta un’intesa sui corridoi umanitari ed è previsto un terzo round di colloqui in agenda la prossima settimana. Ma i bombardamenti continuano e la flotta russa prepara lo sbarco ad Odessa. In questi clima prende corpo l’assetto di una finanza di guerra, tra minaccia di default per l’economia russa, da cui emergono le prime deboli voci di dissenso (è il caso della petrolifera Yukos) e difficoltà di movimento per i traffici commerciali, a partire dal petrolio, stamane a 115 dollari, un prezzo che, sottolinea Moody’s, impatterà anche su India, Giappone e Cina, rallentando in maniera significativa la ripresa. 

Centrale nucleare russa, dopo l’attacco la reazione delle Borse

  • Le borse dell’Asia Pacifico sono in netto calo nel finale di seduta: Tokyo -2,3%, Hong Kong -2,6%, CSI 300 di Shanghai-Shenzhen -1,1%, Kospi di Seul -1,1%, Sensex di Mumbay -2%.
  • I future di Wall Street anticipano un avvio in ribasso dello 0,7%. Previsioni assai peggiori per l’Indice EuroStoxx 50: all’apertura ci sarà una caduta del 2,6%.
  •  Pesante giovedì anche la caduta di Wall Street, Scende il Nasdaq -1,6%, l’indice S&P 500 rallenta a fronte delle tensioni sulle commodity.
  • Probabilmente il mercato potrebbe premiare i bond governativi, ritenuti meno rischiosi delle azioni. Il Treasury Note a dieci anni riparte da un rendimento a 1,80%, il BTP decennale [FBTP.OTC] da 1,58%, il Bund decennale da 0,02%. 
  • Gli acquisti in ottica di protezione spingono il dollaro sui massimi da giugno 2020, cross Euro Dollaro -0,3% a 1,1030. 
  • Anche la Sterlina beneficia delle turbolenze, spingendosi su livelli che non si vedevano dal febbraio 2020. 
  • Il petrolio Brent e WTI è in rialzo dell’1%, nell’attesa dell’accordo sul nucleare iraniano che potrebbe essere raggiunto nel week end. 
  • Il Gas Naturale riparte da 160 euro per mwh, nella seduta di ieri ha toccato il nuovo record a 199,99 euro.
  • Oro in lieve rialzo dello 0,1% a 1.937 dollari l’oncia, da inizio anno +6,5%.

Bce, la guerra complica i piani anti-inflazione

Gli eventi corrono più veloci dei dati a disposizione delle banche centrali. L’indice dei servizi di febbraio conferma che l’Europa, superata la pandemia. stava riprendendo velocità (55,5 contro 51,1). Ma la guerra ucraina nonostante abbia fatto schizzare all’insù l’inflazione (+5.8%, quasi il triplo del target), ha mandato in soffitta le considerazioni dei verbali della riunione Bce del 3 febbraio che non escludevano l’uscita dei sostegni del Qe. L’invasione russa ha complicato i piani di Francoforte e ora i banchieri centrali, da ieri in silenzio in vista del direttorio del 10 marzo, appaiono fortemente divisi su quale sia l’approccio più appropriato. La Bce probabilmente ridurrà le misure di stimolo ma, come ha sottolineato Philip Lane, “con pazienza”.

Torna a salire lo spread a quota 158

  • In questo contesto il secondario italiano chiude in rosso, con lo spread a 156 punti base (+2,58%) e il tasso del Btp 10 anni a +1,58%, contro +0,02% del Bund di pari durata. 
  • La carta tricolore non sembra inoltre risentire troppo dalle fibrillazioni nella maggioranza per la riforma del catasto, nuovo ostacolo sulla strada del governo Draghi.

Borse in caduta libera: Milano -2,35%

Non sono arrivate buone notizie dai colloqui di Brest tra aggressori e vittime, mentre Vladimir Putin, al telefono con Emmanuel Macron, ha addirittura alzato la posta. Le Borse archiviano perciò la seduta in deciso ribasso. A partire da Piazza Affari – 2,35% a ridosso dei 24 mila punti.

Giù anche il resto d’Europa: Madrid, la peggiore lascia sul campo il 3,64%, Londra -2,55%, Amsterdam -2,16%, Francoforte -2,09%, Parigi -1,84%.

Le agenzie bocciano Mosca: default più vicino 

Continua la sosta forzata di Mosca, chiusa per il quarto giorno di fila. Intanto le agenzie di rating Fitch e Moody’s hanno declassato il debito russo a livello spazzatura. Per Moody’s il rating sul debito a lungo termine scende da Baa3 a B3. Fitch declassa da BBB a B, con outlook negativo.

Lse a prova di Russia, Socgen quasi, Lufthansa avanza su Ita

Il titolo del London Stock Exchange balza guadagna quasi il 10% dopo aver comunicato che l’imposizione di sanzioni finanziarie in Russia avrà un impatto minimo sulle proprie attività.

Lufthansa è in profondo rosso e perde quasi l’8% poiché non può fornire un outlook dettagliato per il 2022 a causa del conflitto nell’Est Europa. Ma la compagnia ha espresso ieri la volontà di procedere con l’operazione di acquisto di una quota di Ita, l’ex Alitalia, in combinazione con l’alleata Msc del gruppo Aponte.

Chiude a -0,75% Société Générale in forte rialzo nella mattinata dopo aver sostenuto in una nota di essere in grado  di sopportare la perdita di tutti gli assets detenuti in Russia (18,6 miliardi l’esposizione complessiva). Giù anche Danone -2,7% e Renault – 5,87% assai esposte con l’economia russa. Peggio di tutti fa Interparfums -12,5%; la multinazionale dei profumi vende il 5% dei suoi aromi in Russia.

Greggio, gas e grano sotto stress. Lukoil chiede la pace

A fine giornata il quadro delle materie prime si presentava così:

Petrolio Brent e WTI è in calo dell’1%. Lukoil, il secondo produttore di greggio della Russia, ha lanciato un appello per fermare il conflitto in Ucraina il prima possibile. Fonti vicine alla trattativa, danno per concluso l’accordo sul nucleare con l’Iran entro 72 ore.

Il Gas Naturale tratta a 171 euro per megawatt, in ribasso del 2%, da 197 euro per mwh di stamattina presto, nuovo record storico. Sono regolari gli arrivi di gas dalla Russia al valico di Tarvisio, al confine con l’Austria. Il flusso odierno e’ di 82 milioni di metri cubi. Fermo invece quello del gasdotto Yamal Russia-Germania. Yamal è uno dei tre gasdotti che Gazprom utilizza per convogliare il suo gas naturale verso l’Europa. Attraverso di esso passa circa il 10% delle forniture totali di gas proveniente dalla Russia.

Grano su prezzi record alla Borsa merci di Chicago, l’Ucraina è uno dei maggiori esportatori mondiali, in rialzo del 7% a 1.134 dollari per bushel, l’unità di misura anglosassone utilizzata per queste materie prime. Mais in aumento del 3% a 747 dollari, ai massimi dal 2013.

Tim sotto 0,30 euro: salta la cedola, fuori da Inwit

A piazza Affari il dramma di giornata non è collegato alla tragedia ucraina. Telecom Italia ha lasciato sul terreno il 14% scivolando a quota 0,296 euro. avvicinandosi ai minimi storici dell’ottobre 2020 segnati a 0,2852 euro.

Da inizio anno il titolo ha perso un terzo del valore. La capitalizzazione di mercato si è ridotta a poco più di 6,3 miliardi di euro meno  della svalutazione degli attivi (8,7 miliardi) Tim ha chiuso il 2021 in pesante perdita a causa soprattutto della significativa svalutazione degli attivi. Rinviato il pagamento dei dividendi alle azioni di risparmio (è la prima volta dal 1997). Il Cda ha dato mandato al Ceo Pietro Labriola di negoziare con il fondo Ardian la cessione della quota in Inwit (1,3 miliardi) ma rallenta il progetto della rete unica: “A giugno se ne saprà di più – ha detto ieri Labriola – credo che l’opzione industriale sia quella che crei più valore, ma non escludiamo nulla compresa la possibilità di cedere la maggioranza della NetCo a un partner finanziario”. Intanto il socio di minoranza della rete secondaria, Kkr (con il 37,5% di Fibercop) resta alla finestra, Il cda non ha ancora risposto all’offerta da 0,505 euro per azione del fondo statunitense Kkr.

Piaggio e Cnh si salvano, Eni fa dietrofront

Pochissimi i titoli che riescono a chiudere la seduta in controtendenza rispetto al listino. Tra questi Cnh Industrial +1,6% seguita a debita distanza da Campari+0,2%). 

 Fuori dal paniere principale in grande luce Piaggio +2,9% dopo i conti.

Rallentano i titoli petroliferi. Ritraccia pesantemente Eni -4,57%  in flessione dopo il recente rally che ha portato il titolo in vetta all’Euro Stoxx 50. Deboli anche le oil service più coinvolte dalla possibile ripresa degli investimenti nel settore grazie al rialzo dei prezzi del petrolio: Saipem -1,78% e Tenaris – 2,04%. 

Banche, la ripresa si spegne a mezzogiorno. Generali chiude a Mosca

E’ durato lo spazio di una mattina il recupero delle banche sulle quali pesano i rischi legati all’esposizione in Russia. In particolare Intesa Sanpaolo -2,9%, giù anche Unicredit -2,41%. Va peggio per Banco Bpm -7,3% e Bper -5,23%. La crisi ha fatto rientrare le manovre sul risiko.

Generali ha annunciato che chiuderà il proprio ufficio di rappresentanza a Mosca e lascerà gli incarichi nel board della compagnia assicurativa russa Ingosstrakh, di cui detiene una quota di minoranza del 38,5%, e inoltre che Europ Assistance chiuderà la propria attività nel paese. 

Frena Brembo, Buzzi fuori dal paniere delle Blue chips

Nell’automotive giù Brembo -4,51% nonostante l’aumento dell’utile netto (+57,9%): “I forti e generalizzati rincari dei costi di produzione” e la crisi dei semiconduttori hanno pesato sui conti del quarto trimestre, causando una riduzione di Ebitda e margine.  Il titolo paga poi  i timori legati alle esposizioni in Ucraina e Russia. 

Buzzi Unicem -1,3% risente dell’annuncio della prossima uscita dal Ftse Mib a partire dalla revisione del 21 marzo.

Storna pesantemente su realizzi Gas Plus -8,9% dopo i recenti fortissimi rialzi. Il titolo arretra del 5% circa.

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