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Carburanti, Nomisma Energia: la doppia velocità non esiste

Secondo lo studio, la correlazione tra le quotazioni internazionali del greggio e i prezzi al distributore in Italia è in realtà molto alta – Il presidente Tabarelli: “Se, come prevediamo, il petrolio scenderà sotto i 90 dollari al barile, i prezzi potrebbero calare anche di 20 centesimi”.

Carburanti, Nomisma Energia: la doppia velocità non esiste

Si dice che il prezzo dei carburanti viaggi a una doppia velocità rispetto a quello del greggio: se la materia prima sale, il costo di benzina e diesel viene immediatamente adeguato al rialzo; quando invece il petrolio scende, i prodotti alla pompa rimangono stabili a lungo prima di calare. Insomma, veloci a salire e lenti a scendere. Almeno così pensavamo, ma a quanto pare non è vero. Si tratterebbe solo di un’ errata “percezione dei consumatori”. A dimostrarlo è uno studio di Nomisma, che sottolinea come la correlazione tra le quotazioni internazionali del greggio e i prezzi al distributore in Italia sia in realtà molto alta.

“Le analisi econometriche e statistiche dimostrano che non esiste aluna doppia velocità – ha spiegato il presidente del centro di ricerca, Davide Tabarelli, presentando oggi a Roma il rapporto -. Il problema è sempre il prezzo internazionale, che è molto variabile e influenzato dalla finanza e che fa fatica a tradursi in una riduzione dei prezzi della benzina. E il differenziale fra prezzi internazionali e nazionali è stabile, intorno ai 15 centesimi”. 

In ogni caso, data la situazione attuale, “ci sono margini per un’ulteriore riduzione – ha detto ancora Tabarelli -. Con questi prezzi e con l’attuale andamento del dollaro, nei prossimi giorni i prezzi continueranno a scendere. Se, come prevediamo, il petrolio scenderà sotto i 90 dollari al barile, i prezzi potrebbero calare anche di 20 centesimi“.

Quanto alle tasse, invece, i sospetti dei consumatori sono confermati. Nomisma rivela che oggi la tassazione sui carburanti nel nostro Paese copre il 57% del prezzo della benzina e il 52% di quello del gasolio. Il prezzo industriale corrisponde quindi rispettivamente al 43 e al 48% di quello che paghiamo. Il risultato è che, da noi, il costo medio è il più alto d’Europa. Rimane da capire cosa accadrà se e quando l’Iva aumenterà ancora.

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