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Cambiamenti climatici ed effetti su salute, pandemie e virus. Perché l’Italia resta prima in Europa per morti premature

I cambiamenti climatici stanno aiutando la diffusione di malattie gravi e virus. L’Italia non riesce a ridurre le morti da malattie correlate all’inquinamento.

Cambiamenti climatici ed effetti su salute, pandemie e virus. Perché l’Italia resta prima in Europa per morti premature

La tempesta perfetta secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità è fatta da cambiamenti climatici, malnutrizione e obesità. I primi sono, però, quelli che incidono di più sulla salute, determinando scenari cui non siamo completamente preparati.

Partiamo, allora dai 6 milioni di italiani affetti da malattie da ambiente correlate. Alla Summer School 2022 di Motore Sanità ad Asiago, esperti e scienziati si sono confrontati su analisi e strategie per affrontare rigurgiti di pandemie. Secondo gli esperti, possono ripresentarsi perché provocati da emissioni inquinanti, mobilità incontrollata, antropizzazione forzata, politiche non adeguate.

Il continente europeo è alle prese con una tropicalizzazione forzata che la guerra e la crisi energetica stanno mettendo in secondo piano. La politica deve trovare il tempo per agire. Il Covid 19, esempio di correlazione salute-ambiente, in Italia ha provocato 75mila morti nel 2020 e quasi 60mila nel 2021. In economia ha causato la peggiore recessione dai tempi della seconda guerra mondiale e soltanto nel 2020, secondo la Banca d’Italia, l’Italia ha perso l’8,9% di PIL. La strada della ripresa contenuta nel PNRR oggi è sicuramente valida. Ancora di più quando deve destreggiarsi “tra economia di guerra e innovazione dirompente”, come hanno scritto nel titolo dell’incontro di Asiago.

Cambiamenti climatici ed effetti sulla salute: gli esperti prevedono peggioramenti

“L’Italia primeggia in Europa per decessi prematuri dovuti direttamente all’inquinamento atmosferico con una media di 77.000 morti all’anno”, ha spiegato Alessandro Miani, presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA). Ma l’ambiente ha ricadute anche sul rischio di cancro che causa altri 200mila decessi all’anno. Altre migliaia di morti si contano per infarto o eventi coronarici correlati all’esposizione a inquinanti e a fattori ambientali.

Sui luoghi di lavoro le malattie indotte da ambienti non controllati ed esposizioni ad agenti tossici non riescono nemmeno ad essere censite. Complessivamente si stima che circa 6 milioni di italiani siano affetti da malattie ambiente-correlate. E le cose sono destinate a peggiorare, almeno fino a quando non si abbasseranno i livelli di inquinamento multipli. Senza spaventare troppo le persone, la scienza dice che sono proprio i cambiamenti climatici che stanno favorendo fenomeni con impatti sulla salute .

Il Covid 19 esempio di malattia correlata all’ambiente

Ci sono malattie infettive umane che stanno ampliando l’area di diffusione, ma anche malattie animali che stanno diventando abituali nel nostro contesto. L’economia evidentemente ne risente per le ore non lavorate e per i contraccolpi sull’organizzazione del lavoro. Il raffronto con la pandemia Sars-Cov-2 è l’esempio più lampante di queste dinamiche. Per fortuna abbiamo avuto vaccini efficaci in un tempo limitatissimo. La loro capacità di limitare il Covid-19, “ha percentuali di efficacia che non ricordo nella storia dei vaccini moderni” ha detto Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive al “San Martino” di Genova.

I rischi per gli studenti nelle aule scolastiche

Lavorare e investire sull’ambiente è una necessità anche per la medicina per comprimere i costi umani, sociali ed economici.

A Gianni Rezza, direttore generale Prevenzione Sanitaria al Ministero della Salute è stato chiesto cosa ci aspetta per il futuro. “I candidati ad agenti pandemici sono tanti e i cambiamenti climatici potrebbero agevolare gli agenti trasmessi da diversi vettori o addirittura da un altro coronavirus“.

Per contrastare questi fenomeni, decisivi saranno gli interventi sull’ambiente che ci circonda, tutelando quello naturale ma salvaguardando e modificando quello antropico. È una prima, quanto sintetica risposta ai temi posti da Motore Sanità che dovrebbe far smuovere anche progetti fermi. Se si pensa alle scuole si sa che il 30% degli ambienti scolastici non è adeguato. I ragazzi sono a rischio quasi quanto i lavoratori dell’industria.

Nel Piano di ripresa e resilienza ci sono 10 miliardi per le strutture scolastiche ma bisognerà avere contezza della carenza di spazi ed aule che oggi aiutano la diffusione di patologie anche gravi. Ci vuole un disegno di qualità abitativa che incida sul risparmio energetico e sull’impatto ambientale a largo raggio. I virus da soli non vanno via.

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