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Bundesbank: la Germania rallenta ancora

La Banca centrale tedesca: “L’economia attualmente presenta un quadro misto, che probabilmente rallenterà ulteriormente verso la fine dell’anno” – E Weidmann attacca ancora l’unione bancaria.

Bundesbank: la Germania rallenta ancora

La locomotiva d’Europa continua a rallentare. Secondo gli ultimi dati in arrivo dalla Bundesbank, a fine anno l’economia della Germania perderà ancora slancio: la crisi del debito che pesa sull’eurozona ha intaccato definitivamente anche le prospettive tedesche.  

La Banca centrale di Francoforte ha comunicato che imprese attive in un numero crescente di settori non si aspettano una rapida ripresa dell’attività. “L’economia attualmente presenta un quadro misto, che probabilmente rallenterà ulteriormente verso la fine dell’anno“, scrive la Bundesbank nel rapporto di novembre. 

A inizio mese il numero uno della Bce, Mario Draghi, aveva avvertito che “la Germania finora è stata ampiamente al riparo dalle difficoltà che hanno investito altre aree dell’eurozona, ma gli ultimi dati indicano che questi sviluppi stanno iniziando ad interessare anche l’economia tedesca”. Un andamento che non deve stupire, visto che “gli scambi commerciali interni all’area euro contribuiscono per il 40% del Pil della Germania e circa il 65% degli investimenti diretti esteri arrivano da altri paesi euro”.

Intanto, dal presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, sono arrivati due chiari messaggi politici. Ancora una volta si tratta di critiche nei confronti delle operazioni messe in cantiere da Bruxelles e dalla Bce. Innanzitutto, Weidmann ha affermato che “non dovrebbero esserci delle garanzie per la sopravvivenza” delle banche in difficoltà finanziarie (in questo caso il riferimento sembra essere alla crisi del sistema bancario spagnolo). 

In secondo luogo, Weidmann ha ribadito che, “se fatta in modo corretto, l’unione bancaria può essere un pilastro importante perfino per sostenere un’unione monetaria stabile. Ma non è la chiave per risolvere la crisi e non dovremmo pretendere che lo sia”.

Secondo il numero uno della Bundesbank, i problemi attuali sono conseguenze di errori passati, commessi a livello nazionale, e quindi “vanno risolti dai rispettivi governi”. Diffondere questi rischi attraverso un’unione bancaria – ha sottolineato Weidmann – sarebbe l’equivalente di un trasferimento fiscale e sarebbe in contraddizione con lo scopo dell’unione bancaria stessa. Inoltre, un’azione del genere potrebbe incentivare i Paesi a non riformare i propri sistemi finanziari.

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